Scivolata all'ottava posizione del ranking WTA, la polacca vuole provare a ripartire, con l'aiuto della coppia Navratilova-Wiktorowski. Secondo il coach, la chiave per vincere uno Slam è una sola: "maggiore aggressività".Non è un periodo facile per Agnieszka Radwanska. Nei primi due mesi del 2015, la polacca ha raggiunto un solo quarto di finale. All’Australian Open è crollata agli ottavi contro Venus Williams, e nella sfida di Fed Cup contro la Russia ha perso entrambi i singolari, spegnendo subito l’entusiasmo delle migliaia di polacchi accorsi a Cracovia per sognare il colpaccio. Il discorso cambia poco se si allarga il raggio: nel 2014 ha vinto appena a Montreal (un Premier V, ma pur sempre uno solo), e negli ultimi quattro Slam non è mai andata oltre gli ottavi. Ecco spiegato come mai accanto al suo nome ci sia il numero 8: un sogno per tante, non certo per lei. Tra l'altro è imminente la cambiale della finale di Indian Wells 2014, quando si arrese alla Pennetta e a un problema al ginocchio sinistro. L’innesto nel suo team di Martina Navratilova, affiancata a Tomasz Wiktorowski (con lei dal 2011), non ha sortito gli effetti sperati, almeno fino a oggi. Ma ‘Aga’ non ci sta, e non ne vuole sapere di finire nel ben frequentato club di colleghe arrivate in alto ma poi incapaci di confermarsi. Per non fare la fine di Ivanovic&Co, sta studiando i segreti di una ricetta che può valere oro: l’aggressività. Per molte sarebbe un problema, per lei meno. Le qualità per farlo le ha eccome, e chi la può consigliare meglio della Navratilova?
“MARTINA È SEMPRE MOLTO PRESENTE”
L’alchimia con Martina, idolo sin dai tempi in cui non sapeva ancora che il tennis sarebbe diventato il pane quotidiano, è stata ottima fin da subito, ed entrambe ci credono moltissimo, tanto da essere uscite indenni da una questione che avrebbe potuto creare qualche problema. Dopo la sconfitta a Melbourne, l’ex campionessa ceca ha criticato un po’ troppo la sua allieva ai microfoni di Tennis Channel, ma la Radwanska ha preferito non dargli troppo peso. Si sono chiarite, la Navratilova è tornata sui suoi passi e si è scusata. Subito dopo, hanno ripreso a lavorare come se niente fosse. Non a tempo pieno, perché il loro accordo non lo prevede (la Navratilova non era negli Emirati, tornerà ‘in panchina’ a Indian Wells), ma comunque in maniera produttiva. “Gli mandiamo i filmati delle sessioni – spiega Wiktorowski – e lei ci spedisce le sue impressioni, così da poterle mettere in pratica negli allenamenti successivi. Martina è molto più coinvolta di quanto appaia, ha preso il proprio impegno molto sul serio”. Ora però bisogna iniziare a raccogliere qualche frutto. La nuova generazione di giocatrici sta crescendo in fretta, e fra non molto ci sarà un inevitabile cambio ai vertici. Per questo, la Radwanska deve bruciare le tappe, sacrificando magari qualche risultato a favore di quei progressi che per ora non si sono visti né a Melbourne né nella trasferta negli Emirati, chiusa con appena due successi.
CAMBIARE PER VINCERE UNO SLAM
Secondo il coach, è solo questione di tempo. Mentre in Polonia si interrogano sul suo ruolo di capitano del team di Fed Cup (in un sondaggio gli appassionati hanno espresso il desiderio di un cambio), lui si sta impegnando per dare nuova linfa alla sua allieva. “Ci sono sempre più avversarie vicine alle top 10, per Agnieszka non sarà facile rimanerci”. Per questo, hanno deciso di rischiare, anche se modificare a 26 anni uno stile di gioco che ha sempre funzionato può nascondere tante insidie. “Non cambiare mai nulla è il primo modo per regredire, quindi stiamo lavorando per giocare un tennis più aggressivo. Non parliamo di rivoluzione, ma di evoluzione, progresso. In passato ho detto tante volte che Agnieszka avrebbe dovuto cercare maggiore aggressività, e ora, insieme, abbiamo deciso di provarci. Questo è un periodo di transizione, abbiamo preventivato la possibilità di avere qualche settimana senza risultati. Ci servirà per crescere e raggiungere gli obiettivi”. Per una che ha raggiunto la seconda posizione del ranking mondiale, il traguardo è uno solo: vincere i tornei del Grande Slam. “Ci saranno sempre delle difficoltà, delle avversarie più in forma, ma stiamo lavorando per potercela giocare a viso aperto con tutte”. Lo sperano in tanti, il circuito ha bisogno della sua varietà. E fa niente se non diventerà la nuova Navratilova. Visto l'andazzo ci si può accontentare anche di (molto) meno.
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