Una riunione tenuta da Ugo Pigato, responsabile del settore agonistico allo Junior Tennis Milano, ha dato preziosi consigli ai genitori dei baby-tennisti in procinto di affacciarsi al tennis agonistico. Il suggerimento principale potrebbe sembrare scontato, ma non è così. E chi gira per tornei lo sa bene.

Educare i genitori, ancora prima dei figli, è uno dei compiti più ardui per i maestri di tennis. Ne abbiamo avuto la prova durante la Coppa Lambertenghi (i Campionati Italiani under 12) di qualche anno fa, quando la madre di una giovane promessa ha preso a male parole l’avversaria della figlia. E da situazioni come queste, frequenti quanto assurde, che parte il ragionamento del maestro Ugo Pigato, responsabile della scuola agonistica presso lo Junior Tennis Milano. Un discorso che si è tramutato in una riunione molto apprezzata. “Entrando nel giro dei tornei troverete un mondo nuovo, particolare. Il mondo del tennis è assurdo. Vedrete genitori che, durante le partite, daranno consigli tecnici e tattici ai propri figli. E vedrete genitori che insegneranno ai figli a rubare qualche pallina, convinti che vincere sia lunica cosa che conta. Personalmente ho anche visto genitori insultare i propri figli dopo una sconfitta. Eun mondo strano, ma questo lo capiterete da soli ha detto Ugo, papà di Giorgia (classe 1999) e Lisa (classe 2003), uomo di tennis da circa 35 anni.

L'AUTOSTIMA DEL BABY TENNISTA
Del resto chi frequenta i tornei junior ben conosce gli episodi a cui allude Pigato: parecchi genitori sono capaci di ammettere che “Il figlio ha perso perché ha meritato l’avversario”, ma tanti altri sono incapaci di accettare la sconfitta e pronti a giustificare ogni minima (e a volte ridicola) “problematica” del figlio. La cosa migliore è sorridere a vostro figlio quando perde, e congratularvi moderatamente se vince. Non deve abbattersi se perde e non deve pensare di essere il più forte se vince. Le sconfitte insegnano molto di più delle vittorie. Quando un bambino perde, solitamente, ha l’autostima sotto i piedi. Se a questo si aggiunge il genitore che scarica la tensione su di lui diventa difficile costruire un rapporto sereno – dice Pigato – se le vittorie saranno frequenti allora sarà il momento giusto per fare uno step in più e giocare contro quelli più grandi e più forti. Soltanto così si cresce e si va avanti. Ma non mettetevi da subito in testa che se vince è forte e se perde è scarso: sarebbe l’errore più grande. Tutto avviene gradualmente”

NIENTE FRETTA
Nel doppio ruolo di maestro e padre, Ugo Pigato sa benissimo che il mestiere di genitore è piuttosto difficile: “Sono bene quanto sia complicato, sono genitore anch’io. Il figlio in campo è teso ma, giocando, riesce a scaricare la tensione; per il genitore è diverso, deve trattenere ogni emozione. Per intenderci, non pensiate che uno come Roger Federer non sia teso, semplicemente sa dominare molto bene la tensione. Vostro figlio non è ancora in grado di farlo, certe cose si imparano con il tempo, e spesso non è neanche detto che basti quello ma non abbiate fretta.” In tanti anni di esperienza, prima da giocatore e poi da maestro, Pigato si è confrontato con molti genitori. E' stato numero 373 ATP in singolare, mentre n doppio si è spinto in 164esima posizione. Ma le soddisfazioni sono proseguite anche dopo aver appeso la racchetta al chiodo, poiché l’albero genealogico ha continuato a dare i suoi frutti: la primogenita Giorgia ha fatto una gran figura ai Campionati Italiani di “seconda”, mentre la piccola Lisa è stata quattro volte campionessa italiana.