Lo Philippe Chatrier ai piedi di Tsonga. Dopo mesi difficili, si è preso il primo quarto dell’anno nell’appuntamento più importante, stendendo Berdych a suon di vincenti. È l’unico fuori dai top 10 ad averlo battuto nel 2015, e con Nishikori può sognare.L’aria di casa può fare miracoli. Eccolo lì, Jo-Wilfried Tsonga, a riscattare uno dei periodi più complicati degli ultimi anni con uno dei risultati più gustosi. In Francia si aspettavano Gael Monfils, che ha studiato la sua preparazione in funzione del Roland Garros, e pure l’eterno enfant prodige Richard Gasquet, sempre acclamato come se dovesse spaccare il mondo. Invece, in attesa degli impegni degli altri due (e pure di Jeremy Chardy), il più avanti è di nuovo lui, il francese più vicino a riportare da quelle parti 'sto benedetto Slam che manca dai tempi di Yannich Noah. Per i tifosi (e i media sportivi) quel successo sfiorato l’ultima volta all’Australian Open del 2008 è diventato quasi un’ossessione, come lo è la Coppa Davis per gli argentini, come lo era scudetto per la peggior Inter dell’era Moratti. Difficilmente questo sarà l’anno buono, ma intanto hanno riportato cinque giocatori negli ottavi dopo un’eternità, e possono godersene almeno uno nei quarti. Ci ha pensato il trentenne di Le Mans, dopo aver smaltito completamente l’infortunio all’avambraccio che gli ha fatto perdere i primi tre mesi dell’anno. Non sembrava più capace di battere i migliori, invece è risorto nell’appuntamento più prestigioso, lasciandosi alle spalle i problemi come solo i grandi sanno fare, per dare un po’ di colore a una giornata fredda, piovosa e avara di altre emozioni. Tsonga forse grande non lo è più, ma lo è stato e lo sa essere, col suo tennis tanto grezzo quanto efficace. Contro Berdych in passato gli era servito a poco, due vittorie e sei sconfitte, ma stavolta ha avuto ragione lui.
 
UN PO’ APE UN PO’ FARFALLA
Il 6-3 6-2 6-7 6-3 finale costa al ceco il primo KO dell’anno prima dei quarti, e anche l’unica sconfitta contro un giocatore fuori dai primi dieci del ranking. Ma Tsonga non è affatto l’ultimo arrivato, e l’ha dimostrato con una prova cristallina, aprendosi di forza la porta dei quarti di finale, per la terza volta nello Slam di casa. Doveva stare attento a non perdere i punti degli ottavi dello scorso anno, per non scendere ancor più vicino a quella posizione numero venti che non vede da oltre sette anni, invece ha fatto addirittura meglio e tornerà a salire. In barba al fisico da peso massimo, è volato su ogni palla come una farfalla, per usare la celebre frase di Cassius Clay (più volte associato a lui per la grande somiglianza nei lineamenti), e ha punto come un’ape indispettita, senza alcuna pietà. Un Berdych lontano dalla forma migliore gli ha dato una mano, ma la vittoria se l’è presa con tutti i meriti del mondo, infuocando gli spalti con 43 vincenti e dominando gli alti e bassi meglio del rivale. Ha avuto un solo calo fisiologico nelle fasi finali del terzo set, ma col senno di poi è servito a rendere la vittoria ancor più bella. Chiudere sul 5-4 al terzo, o dal 3-0 del successivo tie-break valeva fino a un certo punto, farlo da 1-3 e palla del doppio break nel quarto set ha un sapore ancora più dolce, come la ola guidata dal centro del campo dopo la vittoria. Non batteva un top ten in uno Slam da due anni, da quando proprio sulla terra rossa più famosa del mondo centrò la semifinale prendendo a pallate Roger Federer, una delle sue vittime preferite.
 
SOGNANDO UNA NUOVA SEMIFINALE
Mi sento veramente bene – ha detto – e sto giocando un buon tennis, molto solido. So che quando gioco bene posso battere tanti giocatori, e sono felice di esserci riuscito di nuovo. Ho passato due mesi difficili, ma ho continuato a lavorare duro e credere in me stesso, e ora la fiducia è tornata. Può capitare di non stare bene fisicamente, o di non avere abbastanza tennis per vincere. Fortunatamente tante persone mi sono state vicino trasmettendomi positività, mi hanno aiutato a non arrendermi”. Lo stesso che ha fatto il pubblico parigino, continuando a sostenerlo anche quando il ribaltone di Berdych non era così lontano. Serviva a tutti i costi una reazione, ed è arrivata puntualissima. “Nel momento di chiudere ho faticato a giocare il tennis che mi aveva permesso di arrivare fin lì, e riprendermi non è stato facile. Il pubblico mi ha aiutato, è sempre un piacere giocare qui e sentire il loro calore. Per me è un vero privilegio”. Se vorrà continuare la sua corsa, dovrà chiedere una mano anche per il prossimo impegno, quando dall’altra parte della rete troverà Kei Nishikori. Il tabellone gli ha dato una mano, regalandogli il primo quarto parigino con il minimo sforzo, ma lui se l’è meritato con tre vittorie che più facili non si poteva. “Per avanzare ancora avrò bisogno del mio miglior tennis, Kei in campo sa fare cose incredibili, ha un grandissimo talento”. Vero, ma ce l’ha pure Berdych, e abbiamo visto come è andata a finire.

ROLAND GARROS 2015 UOMINI – Ottavi di Finale
Novak Djokovic (SRB) vs. Richard Gasquet (FRA) 
Rafael Nadal (SPA) vs. Jack Sock (USA)
Andy Murray (GBR) vs. Jeremy Chardy (FRA)
David Ferrer (SPA) vs. Marin Cilic (CRO)
Kei Nishikori (GIA) b. Teimuraz Gabashvili (RUS) 6-3 6-4 6-2
Jo Wilfried Tsonga (FRA) b. Tomas Berdych (CZE) 6-3 6-2 6-7 6-2
Stan Wawrinka (SUI) b. Gilles Simon (FRA) 6-1 6-4 6-2
Roger Federer (SUI) vs. Gael Monfils (FRA) 6-3 4-6 sospesa