Mercoledì saranno diffuse le teste di serie di Wimbledon secondo l’algoritmo che nel 2002 ha sostituito la commissione. Ma perché Wimbledon deve essere diverso dagli altri? E davvero l’erba di oggi necessita l’accorgimento?
Di Riccardo Bisti – 17 giugno 2014
Wimbledon è già iniziato. Nella splendida cornice di Roehampton, dove i campi sono uno accanto all’altro come se fossero soldatini, si sta giocando il torneo di qualificazione. Tuttavia, il primo atto ufficiale del main draw non si terrà venerdì 20 giugno, quando saranno sorteggiati i tabelloni. Nella mattinata britannica di mercoledì, intorno alle 11 italiane, saranno comunicate le teste di serie. C’è attesa perché Wimbledon è l’unico torneo al mondo in cui il seeding non rispetta la classifica mondiale. La storia parte da lontano, quando si accorsero che l’erba era troppo diversa rispetto alle altre superfici. Wimbledon premiava un tipo di tennis troppo diverso, basato sull’efficia del servizio e del serve and volley. Per questo, crearono una commissione che decideva, in modo indipendente e soggettivo, le teste di serie. La vicenda causò più una lamentela: anche per questo, diversi specialisti del rosso disertarono il torneo. Nel 2002, con l’introduzione delle 32 teste di serie, hanno sciolto il comitato e individuato un sistema matematico per stabilire il seeding. Viene presa la classifica ATP della settimana precedente (per quest’anno è valida quella del 16 giugno): ai punti “ufficiali” si somma il 100% dei punti ottenuti sull’erba negli ultimi dodici mesi, più il 75% dei punti conquistati, sempre su erba, nei dodici mesi ancora precedenti. Per questa ragione, la prima testa di serie del 2014 dovrebbe essere Novak Djokovic, con buona pace del numero 1 Rafael Nadal, recente vincitore a Roland Garros (ma disastroso nelle ultime due apparizioni a Wimbledon). Inoltre, il successo dell’anno scorso darà forza e vigore ad Andy Murray, che dovrebbe volare al numero 3 del seeding davanti a Roger Federer (che conserverebbe la quarta posizione). Il più penalizzato sarà Stanislas Wawrinka, retrocesso al numero 5.
PERCHE' WIMBLEDON SI E GLI ALTRI NO?
Qualcuno applaude la scelta, altri no. La distinzione tra Wimbledon e gli altri Slam è venuta meno negli ultimi anni, con il progressivo rallentamento dell’erba, sempre più simile alle altre superfici. Non è un caso che tanti specialisti della terra abbiamo cominciato a vincere partite. Per questo, non sappiamo quanto sia giusto modificare le teste di serie in base a chissà quali esigenze. Il 2015, forse, potrebbe segnare la fine di questa particolarità. Dall’anno prossimo, infatti, la stagione sul verde sarà allungata di una settimana. Il “cuscinetto” tra Roland Garros e Wimbledon sarà di tre settimane, peraltro con l’atteso “upgrade” degli eventi del Queen’s e di Halle, che diventeranno ATP 500. In altre parole, l’erba offrirà più punti ATP. Difficilmente succederà, ma la settimana supplementare potrebbe segnare la fine dell’anomalia. Con più possibilità di fare punti ATP sull’erba, gli organizzatori avranno più ragioni per rispettare la classifica ATP senza tirare fuori i risultati di due anni prima. Inoltre non c’è alcuna prova che lo spostamento di un giocatore nel seeding abbia un impatto concreto sul suo rendimento a Wimbledon. L’attuale Ranking System è oggetto di critiche, ma è l’unico che tiene conto dei risultati negli ultimi dodici mesi. Come tale, andrebbe rispettato. O meglio, se Wimbledon è legittimato a fare come crede, dovrebbe essere lo stesso per gli altri tornei. Ad esempio, David Ferrer potrebbe arrabbiarsi per essere rimasto dietro a Wawrinka al Roland Garros, finendo nello stesso quarto di Nadal. La disparità di trattamento, ad ogni livello, non è una bella cosa. A Nadal e Djokovic non interesserà nulla essere 1 o 2 del seeding (anche perché non cambierà nulla)…e così, perché complicarsi la vita?
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