Amanda Anisimova avrà una bella carriera, ma per adesso l'esperienza ha avuto la meglio sulla gioventù. La giovane americana ha incassato un severo 6-2 6-2 nella finale del torneo WTA di Hiroshima, prima tappa del tour autunnale asiatico. Si è arresa a Su-Wei Hsieh, che pure non giocava una finale da ben sei anni, ma domani tra le top-30 WTA per la prima volta dal 2013. È il coronamento di una stagione positiva, culminata con le belle vittorie su Garbine Muguruza in Australia e sulla n.1 Simona Halep a Wimbledon. Poteva essere ancora migliore se non fosse stata condizionata da un infortunio alla caviglia. “Mi ero procurata una distorsione, poi i problemi sono tornati e non riuscivo neanche a camminare – ha detto la Hsieh – l'anno scorso, ogni match sulla terra battuta era una tortura”. Da Miami in poi, tuttavia, il problema sembra definitivamente risolto. La taiwanese ha attribuito i suoi recenti successi a una crescita congiunta tra testa e fisico. “Quest'anno non mi sono messa troppa pressione: ho provato a divertirmi e correre su ogni palla, magari giocando anche qualche pallonetto. È stato bello giocare tutti i colpi senza avere nessun tipo di pressione”. La finale contro la baby americana, classe 2001, non era iniziata troppo bene: la Anisimova ha vinto 7 dei primi 9 punti, ma ha buttato via un paio di palle break con errori banali, mentre la terza è stata annullata da una gran giocata della Hsieh. Il match ha preso una connotazione precisa, ben diversa rispetto all'unico precedente, in cui la Anisimova si era imposta addirittura 6-0 6-1, lo scorso anno a Honolulu. Con una difesa astuta, colpi geometrici e una varietà di gioco invidiabile, la Hsieh ha messo a nudo l'inesperienza della sua avversaria.
IL MATCH PERFETTO DI SU-WEI
Fedele al suo atteggiamento un po' naif, ha detto di non avere idea della tattica utilizzata. “Amanda può servire molto bene, tira dritto e rovescio sia lungolinea che incrociato, può fare tutto, ha anche giocato alcune buone palle corte. Mi ha sorpreso, allora ho solo cercato di arrivare su ogni palla”. Contrariamente al pensiero comune, secondo cui la giocatrice giovane impara da quella più esperta, secondo la Hsieh è successo il contrario. “È sempre bello giocare contro una giovane ragazza, perché esprimono un tennis diverso rispetto a quello che conoscevo. Cercano di essere più aggressive, giocare più spesso al volo, aprirsi il campo e migliorare. È bello affrontarla per imparare qualcosa”. Una smorzata letale ha dato alla Hsieh il primo break (2-1 e servizio), poi il suo ottimo utilizzo degli angoli e un bel vincente di rovescio hanno aumentato il margine fino al 4-1. Curiosamente, la Anisimova ha scelto di reagire esprimendo lo stesso gioco della Hsieh: in effetti, è dotata dai una mano abbastanza educata. Alcune buone giocate di tocco le hanno permesso di interrompere la striscia negativa di cinque giochi, però ormai la Hsieh la stava facendo giocare alle sue condizioni. Andamento simile nel secondo set, in cui è salita rapidamente 4-1 grazie anche al numero sempre crescente di errori gratuiti della sua avversaria (alla fine saranno 23). Da parte sua, la Hsieh ha sbagliato pochissimo, con appena 6 errori gratuiti. Perso per l'unica volta il servizio nel secondo set (4-2), la Hsieh ha rapidamente ripreso il controllo delle operazioni e ha chiuso al secondo matchpoint, con uno smash vincente. Adesso cercherà di portare il suo ottimo stato di forma a Seul, dove si trova nell'orbita della campionessa in carica Jelena Ostapenko (sua possibile avversaria nei quarti). Prima di recarsi in Corea, tuttavia, intende celebrare il successo mangiando una delizia locale, lo Hiroshima yaki. “Non l'ho ancora provato, fino a ora ho mangiato soltanto l'Osaka yaki!”.
WTA HIROSHIMA – Finale
Su-Wei Hsieh (TPE) b. Amanda Anisimova (USA) 6-2 6-2