Finisce nei quarti l'avventura di Flavia Pennetta a Indian Wells. Gioca con coraggio, si procura tre matchpoint, ma il servizio della Lisicki e qualche errore di troppo la condannano. La classifica scenderà al n.28, ma questa Flavia vale molto di più. Riscatto a Miami? 

6-4 6-7 7-6. Con questi numeri, crudeli, Sabine Lisicki ha tranciato il sogno di Flavia Pennetta a Indian Wells. Dopo la vittoria su Maria Sharapova, si pensava che l'azzurra fosse (almeno) replicare la finale dell'anno scorso. E poi, contro Serena Williams, chissà…invece si è giocato un match strano, in cui i dettagli hanno fatto la differenza. Lottando come non mai, cercando una forte empatia con il suo clan (numeroso come contro la Sharapova, c'era anche Simone Bolelli), si è issata per tre volte a matchpoint. Ma sull'orlo del baratro, la Lisicki ha mostrato tanta classe. La stessa classe che le ha regalato una finale a Wimbledon. Si temeva che la usasse solo sui prati, l'ha riciclata all'Indian Wells Tennis Garden, quando nessuno se l'aspettava. Bum Bum Bine, come l'hanno chiamata i tedeschi, è giunta in California con un desolante bilancio stagionale di una vittoria e sei sconfitte. A Indian Wells ha acceso l'interruttore, a spese delle italiane. Prima la Vinci, poi la Errani, infine la Pennetta. In semifinale le sarebbe piaciuto trovare un'altra italiana, invece sfiderà la serba Jelena Jankovic, contro cui ha perso quattro volte su cinque. La Pennetta non era in giornata, ma ha fatto tutto il possibile. Contro un'avversaria irregolare, dotata di un gran servizio e un dritto altrettanto micidiale, ha accettato la rissa agonistica, le botte da fondocampo. Ne è venuta fuori una partita con più errori (alla fine saranno 114: 71 della tedesca e 43 di Flavia) che colpi vincenti. L'hanno decisa i dettagli. Come, ad esempio, le due coppie di doppi falli consecutivi che sono costati a Flavia due break di fila nel primo set (5-3, controbreak, poi 6-4). Nel secondo, i dettagli erano dalla sua parte. Quando è andata a servire sul 4-5 ha annullato un matchpoint da campionessa: scambio solido, autoritario, chiuso da un dritto vincente sulla riga. Il seguente tie-break, vinto senza patemi, aveva fatto pensare a una sfida in discesa.


I MERITI DELLA LISICKI

Invece Sabine ha registrato il servizio e nel terzo set non ha concesso nulla, almeno fino al 4-5, quando Flavia si è issata sul 15-40 e ha avuto complessivamente tre matchpoint. Ma c'è poco da recriminare: due servizi vincenti e un altro winner di dritto (figlio di una gran battuta) hanno tenuto a galla la Lisicki, accompagnata a Indian Wells dall'ex doppista Christopher Kas, chiamato in causa un paio di volte. E' sceso in campo anche Salvador Navarro, i cui consigli sono stati recepiti dalla Pennetta. Ma contro i dettagli e il destino non c'è tattica che regga. Rimasta a galla, la Lisicki è stata un filo più brava nel tie-break. La Pennetta ha sempre rincorso, l'aveva quasi riacchiappata, ma un rovescio in rete, pieno di paure, ha regalato due matchpoint alla tedesca. Che ha fatto un bel respiro, ha chiesto aiuto al servizio in slice, l'ha trovato, e si è inginocchiata sul cemento. Come fa a Wimbledon. Ha anche pianto d'allegria, forse memore delle immani fatiche degli ultimi mesi, con tanti dolori e poche soddisfazioni. Un pizzico di fragilità mentale e la scarsa voglia di allenarsi le hanno impedito di entrare in pianta stabile tra le migliori, però non le manca nulla. Pensate: nonostante la stazza, riesce ad essere piuttosto veloce anche negli spostamenti. “Che onore aver fatto parte di un match così bello- ha detto – lei ha salvato un matchpoint con un incredibile rovescio (era un dritto, ndr) e non potevo farci nulla. Poi ne ho cancellati tre io. E' stato bello giocare di fronte a questo pubblico”. Un pubblico cui era stato negato Djokovic-Tomic, il clou della serata. Ma si saranno consolati con la bontà di una battaglia durata due ore e quaranta minuti.


UNA RUOTA CHE GIRA

Termina qui la magia di Flavia ad Indian Wells. Lunedì se ne accorgerà anche il computer, che la spintonerà in 28esima posizione. Ma non è quello il problema, anzi. A 33 anni, la classifica non preoccupa, almeno fino a quando evita di giocare le qualificazioni. Senza troppi punti da difendere, Flavia può risalire con tranquillità. La vittoria su Maria Sharapova, numero 2 del mondo, è la testimonianza che c'è ancora spazio per lei. Il ritiro non è lontanissimo, ma il livello di gioco è più alto che mai. Per intenderci: non ha giocato peggio dello scorso anno. Semplicemente, la ruota è girata dall'altra parte. 12 mesi fa, nei quarti contro la Stephens, ebbe un pizzico di fortuna. Stavolta la fortuna è mancata, unita a qualche errore di troppo nel tie-break finale. Adesso è il momento di risalire, magari già a Miami, dove l'anno scorso si presentò svuotata di energie. Una settimana di riposo le farà bene: chissà che non possa sorprenderci ancora. 

 

PREMIER MANDATORY INDIAN WELLS – Quarti di Finale

Jelena Jankovic (SRB) b. Lesia Tsurenko (UCR) 6-1 4-1 ritiro

Sabine Lisicki (GER) b. Flavia Pennetta (ITA) 6-4 6-7 7-6

 

Semifinali

Jelena Jankovic (SRB) vs. Sabine Lisicki (GER) venerdì notte alle 2

Serena Williams (USA) vs. Simona Halep (ROM) venerdì notte, non prima delle 4