La speranza di conservare il titolo è ancora viva. In un match delicatissimo, che avrebbe potuto costarle l’eliminazione, Agnieszka Radwanska è rimasta in piedi grazie al 7-6 6-3 su Garbine Muguruza, estromessa dalle WTA Finals. Un risultato giusto, legittimato da una bella prestazione. Condizione fisica, varietà e solidità difensiva sono state le chiavi del successo polacco. Per portare a casa questa partita, Garbine avrebbe dovuto attaccare con più ordine e commettere meno errori gratuiti. Invece ne ha infilati 37, a fronte di 27 colpi vincenti. Troppi, contro un’avversaria che costruisce buona parte delle sue fortune sugli errori altrui. Come contro la Pliskova nella prima giornata, Garbine ha avuto un buon momento di gioco. Nel primo set ha saputo riagganciare e superare la polacca, andando a servire sul 5-4. Le sono mancate cattiveria e lucidità per intascare il set, e si è trovata a dover giocare il tie-break, dove ha raccolto la miseria di un punto. La Radwanska ha fatto quello che le si riconosce: grande difesa, faceva sempre giocare un colpo in più all’avversaria, e ha mostrato una notevole lucidità tattica. Risultato? La Muguruza si è trovata a prendere troppi rischi, sfociati in un gran numero di errori. A un certo punto, ha provato a picchiare meno, ad accettare lo scambio, ma non è il suo tennis. E non è il suo tennis nemmeno una frequente ricerca della rete. Solo che quando sei a corto di lucidità, beh, le provi tutte. Ma anche questa strategia non ha funzionato.
Sull’orlo del baratro, la spagnola ha provato a lottare nel secondo set, ma ha resistito soltanto fino al 3-3. Un break al settimo (con una brutta volèe in corridoio) e un altro al nono game hanno sigillato il punteggio finale. Per la regolarità del Girone è una buona notizia: la Kuznetsova è certa di chiudere al primo posto, la Muguruza è già fuori, così Pliskova-Radwanska sarà un vero e proprio spareggio per le semifinali. Una specie di “quarto di finale” a cui la polacca arriva benissimo. Non solo per l’inerzia psicologica (a quei livelli queste cose contano, fidatevi…) ma anche perché ha vinto tutti i 6 precedenti. Certo, l’ultimo risale a sei mesi fa a Stoccarda, prima che la Pliskova azzeccasse il salto di qualità, però un bilancio di dodici set a zero non può essere casuale. Il sogno è ancora vivo. Anche se non ha mai vinto uno Slam, anche se non è mai stata numero 1. Fino a quando non centrerà almeno uno dei due obiettivi, “Aga” sarà una mezza incompiuta, specie col talento che si ritrova. Però intanto è ancora in gara alle WTA Finals. Da parte sua, la Muguruza lascia un torneo dove l’anno scorso aveva dominato la fase a gironi. Senza il successo al Roland Garros, la sua stagione sarebbe stata negativa, per non dire fallimentare. Prima di andare in vacanza e curare i problemi alla caviglia giocherà contro la Kuznetsova. Ma poi dovrà riordinare le idee e capire cosa fare di una carriera che sta viaggiando a strappi. Per una con la sua classe e la sua qualità, beh, è un mezzo delitto.
Agnieszka Radwanska (POL) b. Garbine Muguruza (SPA) 7-6 6-3
LA RADWANSKA PARLA DEL SUO MATCH
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