A SPASSO PER IL ROLAND GARROS – Tra freddo, nubi e pioggia è iniziato il torneo junior. L’Italia mostra una ragazza (molto) talentuosa ma un po’ indietro fisicamente: Tatiana Pieri. Passano gli altri tre. La passeggiata di Bautista, l’investimento di Raonic, le scelte di Isner e altro ancora…La domenica di mezzo è il giorno in cui il torneo cambia aspetto. I singolari si limitano a due campi, ma il programma resta ricco grazie ai doppi e – soprattutto – all’inizio dei tornei junior. E’ sempre interessante darci un’occhiata perché da lì, presumibilmente, passano i campioni del domani. Non è una formula matematica, ma tant’è. La truppa italiana presentava quattro elementi, di cui tre provenienti dalle qualificazioni. Notizia buona e cattiva allo stesso tempo: vuol dire che Bilardo, Stefanini e Balzerani sono stati bravi nel torneo preliminare, ma anche che la sola Tatiana Pieri era ammessa di diritto. Partiamo proprio da lei. Allenata da papà Ivano, che segue anche la sorella Jessica (due anni più grande), per un set ha preso a pallate un progetto di campioncina come Usue Maitane Arconada, numero 15 ITF (mentre Tatiana è 38esima). Incitata a gran voce da Maria Elena Camerin, ha mostrato un tocco e una sensibilità fuori dal comune. Sono bastati pochi scambi per definirla la “Radwanska italiana”. Tatiana non maltratta la palla, la accarezza. Sul piano tecnico, poi, il dritto ha una vaga somiglianza con quello della polacca. La Arconada è una picchiatrice, spinge duro e spesso a occhi chiusi, anche se è dotata di una buona mano e cerca spesso la via della rete. La sua storia è curiosa: argentina di nascita e spagnola di madrelingua, oggi gioca per gli Stati Uniti. I suoi “Come on!” dopo un colpo vincente fanno pensare che non ci sarà un secondo “Caso Collarini”, 24enne argentino che aveva scelto gli States salvo tornare al paese d’origine. Gli Arconada ce l’hanno con l’Asociacion Argentina de Tenis, che a loro dire non ha pagato le spese per alcune trasferte, e in generale ha deciso di ignorarli perché non avevano la residenza in Argentina, ma prima a Porto Rico e poi negli Stati Uniti. La USTA è stata più ricettiva e oggi Usue gioca per loro. Diventerà una buona giocatrice, così come la Pieri. Papà Ivano e il suo staff dovranno lavorare tantissimo sullo sviluppo fisico e muscolare. E’ ancora gracile e gli spostamenti non sono certo il suo forte. “Si sono dimenticati di farle le gambe” ha sussurrato Gianni Clerici dopo aver osservato alcuni game. Il match è andato in lotta, poi al terzo è crollata. E’ finita 1-6 6-4 6-0 ed è la base da cui partire, perché il talento è da prima della classe. Se troverà un po’ di velocità e resistenza, potrebbe regalarci più di una soddisfazione. Per adesso ne apprezziamo la classe, ma riscontriamo un ritardo fisico notevole rispetto alle più forti coetanee.


(Foto Tonelli – FIT)

“FANTASMINO” BALZERANI, UNA BELLEZZA AL SAPORE DI PANNA
Ha passato il turno Riccardo Balzerani (7-6 6-2 al possente polacco Piotr Matuszewski, OK anche Bilardo e Stefanini) e per lui si può dire l’opposto. Il suo braccio non è baciato da Dio, ma il ragazzo è preparato, ordinato e combatte con la giusta grinta. Lui è di Rieti e si allena a Foligno nel team guidato da Fabio Gorietti (con lui a Parigi c’è Sebastian Vazquez), già capace di fare grandi cose con Luca Vanni e Thomas Fabbiano. Ha vinto il torneo di Firenze un paio di mesi fa e ci sembra che abbia un tennis perfetto per la terra battuta: servizio liftat(issim)o, dritto arrotato e rovescio più di contenimento. Una partita è poco per giudicare, ma quel che ci è piaciuto più di ogni altra cosa è stato l’atteggiamento. E’ grintoso e lotta su ogni palla: certe qualità, nel tennis di oggi, contano come e più di un colpo vincente. Balzerani è griffato Head dalla testa ai piedi ed è già pronto il soprannome: se Tatiana Pieri ricorda la Radwanska, lui è il Mardy Fish italiano. Motivo? Non gioca con calzini tradizionali, ma con i “fantasmini” simili a quelli utilizzati dall’americano. A proposito di torneo junior, l’occhio del guardone è stato attirato dall’ungherese Panna Udvardy. Impegnata sul Campo 13 (l’unico senza posti a sedere), ha ceduto con un doppio 6-4 alla biondissima Monika Kilnarova. Ma se crescerà sentiremo parlare (molto) di lei. Dal vivo è veramente bellissima e c’è da scommettere che sponsor e fotografi sarebbero pronti a saltarle addosso. Per adesso scende in campo con un enorme borsone Yonex con appeso un pupazzetto di peluche con scritto “Panna”. Quest’anno ha vinto il Banana Bowl e ha raggiunto i quarti al Bonfiglio, ma andrà seguita anche per altre ragioni…





LA SOLITUDINE DI BAUTISTA AGUT – In un torneo dove tutto è gestito con rigore, ha impressionato vedere Roberto Bautista Agut passeggiare in solitudine. Si dirigeva dal Lenglen allo Chatrier con la sua tuta Lacoste, armeggiava con il cellulare e nessuno si accorgeva di lui. E’ la crudeltà di questo mondo: altri personaggi, magari con meno risultati, non potrebbero permettersi di girare in mezzo alla gente se non attorniati da guardie del corpo. Le cose cambieranno se oggi dovesse battere Novak Djokovic. Ma è dura….

LA NORMALITA’ DI RAMOS VINOLAS – La Spagna ha “salvato” la sua presenza nei quarti di finale grazie ad Albert Ramos Vinolas, onesto pedalatore che ha giocato il match della vita contro un acciaccato Milos Raonic. Ma non provate a renderlo un personaggio: “E’ un ragazzo molto simpatico e tranquillo – ha detto di lui Garbine Muguruza – a volte si allena nel mio stesso club a Barcellona. Non trovo altre parole per definirlo”. Gliel’hanno riferito e lui non ha fatto nulla per smentire. “Mi piace stare a Matarò con i miei amici, la mia ragazza, e guardare le partite di calcio in TV. Niente di strano, sono una persona normale”. Però ha le idee chiare: è iscritto ad amministrazione d’impresa, ma segue i corsi online. Ha frequentato per un anno, ma non riusciva a conciliare studio e tennis. “Spero di riprendere quando avrò terminato la carriera”.

MILOS RAONIC E’ IL CEO DI SE STESSO – Nonostante la brutta sconfitta contro Ramos Vinolas, il canadese guarda con ottimismo alla stagione su erba. Al suo fianco ci sarà un consigliere d’eccezione: John McEnroe. L’americano si affiancherà a Riccardo Piatti e Carlos Moyà. Milos ha parlato della nuova partnership: “Avrò tre coach? Volevo semplicemente altri occhi che mi osservassero sull’erba. Lavoreremo per tre settimane e sono sicuro che mi seguirà anche a Wimbledon, pur avendo i suoi impegni. Sarò con Moyà, ma John mi seguirà. Ama il tennis, segue molte partite e avrà molti consigli. C’è parecchio da fare, ma mi sento sempre più vicino al top e voglio fare tutto il possibile per raggiungere il massimo del mio potenziale: io sono il CEO di “Milos Raonic Tennis””.

LA BANDIERA DEL SOUTH CAROLINA – Continua la favola di Shelby Rogers: battendo la Begu ha centrato per la prima volta i quarti in uno Slam. I media americani si stanno innamorando di lei: “Mi hanno detto che sei la persona più dolce e gentile della storia”  le hanno detto: “Se dici così mi fai piangere – ha risposto – non credo proprio che cambierò. Almeno, non ne ho intenzione”. Shelby ha informato che la sua prima volta sulla terra battuta è arrivata in un torneo ITF a Panama e ha rivelato qual è stato uno dei momenti più emozionanti del suo Roland Garros: “Quando ho visto la bandiera del South Carolina sventolare durante il primo turno. E’ stato un momento molto cool”.

IL RACCATTAPALLE DI WAWRINKA – Dai e dai, Stan Wawrinka ha raggiunto i quarti. Ha lasciato un set anche a Viktor Troicki, però si è fatto amare dal pubblico con una simpatica gag. Durante una pausa, si è messo a palleggiare con un raccattapalle. “Ero un po’ annoiato, allora gli ho chiesto se giocava a tennis. Alla risposta affermativa, ho proposto di fare qualche scambio. Era un ragazzo simpatico, non ha sofferto il fatto di essere sul Centrale”. Opposto a Ramos Vinolas nei quarti, ha dispensato una perla di saggezza: “Le condizioni meteo? Non mi interessano. Sono come il tabellone: non le devi guardare. Tutto dipende dal tuo gioco. Ok, erano difficili, ma sono le stesse per entrambi”.





LA VITA NOTTURNA DI BELGRADO – Nella conferenza stampa di Viktor Troicki si è parlato esclusivamente…di Bernard Tomic. Nei giorni scorsi, l’australiano si era allenato in Serbia con Viktor. “Tutto vero: dopo Roma si è recato a Belgrado per una settimana e mi ha chiesto di allenarci insieme. E’ un ottimo ragazzo, poi il suo preparatore atletico è di Belgrado. La mia città è famosa per la vita notturna, quindi credo che sia uscito tutte le sere….scherzo, era molto tranquillo e non voleva andare da nessuna parte. E’ sempre andato a letto presto, credo sia una gran cosa per lui. Era molto carico in vista del Roland Garros, ma credo che sarà molto pericoloso per la stagione sull’erba”.

LA PATRIA DI JOHN ISNER – John Isner fa parte di quel gruppetto di giocatori che non parteciperanno alle Olimpiadi. Gli hanno chiesto le reazioni della gente: “Il feedback è stato negativo al 70-80%, mentre solo un 20% di persone ha compreso la mia decisione. Ovviamente rispetto entrambe le visioni, ma mi spiace che mi diano dell’antipatriottico, non mi sento così. Se Jim Courier mi convocherà, giocherò in Davis contro la Croazia. Non mi piace il fatto che le Olimpiadi non diano più punti ATP. A Londra 2012 ero arrivato nei quarti e ne avevo presi 120, un po’ pochi. Mi sono battuto in questo senso nel Player Council e sì, è stato un fattore molto molto importante nella mia decisione”. Andy Murray fa parte di quel 20% “Mai pensato ai punti ATP, non capisco chi sceglie di non giocare le Olimpiadi”.

Au revoir, Roland Garros.