I nove super tornei ATP non accettano l'aumento di montepremi per i prossimi 4 anni e mincacciano azioni legali contro l'ATP. In consiglio, il voto decisivo è stato quello del presidente Kermode.

Di Riccardo Bisti – 18 dicembre 2014

 

Lo scoop arriva dallo Sports Business Daily ed è succoso, perchè mette a nudo un pesante contrasto in seno all'ATP. I nove tornei Masters 1000 (categoria di cui fanno parte gli Internazionali BNL d'Italia) hanno minacciato di denunciare l'ATP. Motivo? L'innalzamento dei montepremi, annunciato qualche giorno fa dalla stessa ATP, che nei prossimi tre anni dovrebbe riguardare soprattutto i tornei principali, con un aumento del 14% (per i tornei più piccoli, la crescita sarà contenuta nel 3,5%). Nel 2015, il montepremi complessivo del circuito supererà per la prima volta i 100 milioni di dollari, che però dovrebbero diventare 135 nel 2018. A quanto pare, tuttavia, la scelta sarebbe stata arbitraria e senza consultare i tornei. Gli stessi, dunque, hanno inviato una lettera al presidente Chris Kermode, in cui si dice così:

 

“I tornei del circuito Masters 1000 non sono disposti a mettere a rischio la propria attività accettando le insostenibili richieste dei rappresentanti dei giocatori. Se l'amministrazione dell'ATP, cioè Chris Kermode, vota per approvare un aumento dei premi nei Masters 1.000 senza un solo voto a favore dei rappresentanti dei tornei, allora i tornei stessi non avranno altra scelta che esaminare attentamente la questione e tutelare i propri diritti anche in sede legale”


IL VOTO DECISIVO

Se non è una dichiarazione di guerra, poco ci manca. Sports Business Daily ha visionato un verbale della riunione dove sono stati approvati gli aumenti (peraltro resi noti qualche giorno fa direttamente dal sito ATP). Il voto decisivo fu quello di Kermode: il board ATP, infatti, è composto da tre rappresentanti dei tornei e altrettanti dei giocatori. Quando si presenta una situazione di equilibrio, il voto che fa pendere la bilancia è quello del presidente. Dopo aver discusso della questione, i voti contrari sono arrivati da Gavin Forbes, Mark Webster e Charles Smith (i rappresentanti dei tornei), mentre quelli favorevoli erano quelli di David Egdes, Giorgio Di Palermo e Justin Gimelstob (rappresentanti dei giocatori). A quel punto, soltanto Kermode poteva sbrogliare la matassa. E si è schierato a favore dell'aumento. In realtà, non è chiaro quale sia la base giuridica secondo cui i tornei possano appellarsi alla decisione. In quanto membri dell'ATP, infatti, sono tenuti a rispettare le decisioni del consiglio. Non c'è dubbio, tuttavia, che i Masters 1000 abbiamo un incidenza enorme sull'economia dell'ATP. Sono appena nove tornei su 61, ma nel 2014 hanno distribuito la metà del montepremi complessivo (93 milioni di dollari). Avevano convenuto di aumentare i montepremi di un 5,8% annuo per i prossimi quattro anni, ma i giocatori volevano il 17%. Kermode ha cercato di mediare tra le parti, convincendoli ad approvare un aumento dell'11%. Nella votazione, tuttavia, è presente una clausola: se i tornei dovessero incontrare reali difficoltà finanziarie a causa dell'aumento, gli aumenti sarebbero rivisti entro 2 anni.

 

MASTERS 1000 2015

Il Total Financial Committment (*)

 

Indian Wells – 6.267.755$

Miami – 6.267.755$

Monte Carlo – 3.830.295€

Madrid – 5.113.730€

Roma – 3.830.295€

Montreal – 4.178.500$

Cincinnati – 4.457.065$

Shanghai – 7.021.335$

Parigi Bercy – 3.830.295€

 

(*) Il Total Financial Committment è l'investimento complessivo di un torneo. Non tiene conto del solo montepremi, ma comprende anche le tasse e i vari bonus.