All’indomani del pericolo scampato contro David Goffin, Novak Djokovic lascia appena cinque giochi a Stan Wawrinka, prendendosi la semifinale a Cincinnati. Crescono le sue quotazioni per il titolo nell’ultimo Masters 1000 che gli manca.Perché il tennis è lo sport più bello del mondo? Perché non è una scienza esatta, e ogni incontro ha una storia a sé, dagli amatori ai professionisti, persino ad altissimi livelli. Lo dimostra il caso di Novak Djokovic a Cincinnati. Giovedì il numero uno del mondo ha rischiato grosso contro David Goffin, all’indomani ha lasciato appena cinque giochi a Stan Wawrinka, prendendosi la semifinale. Eppure, secondo le statistiche lo svizzero dovrebbe essere l’avversario per lui più difficile: l’ha spesso impegnato a lungo, e gli ha soffiato da sotto il naso un Roland Garros importante come il pane. Viste le condizioni di ieri del serbo, era lecito attendersi un match equilibrato, con sapore di sorpresa. Invece il terzo confronto stagionale fra i due è durato un’ora e spiccioli: 6-4 6-1 Djokovic e scherzetto di Parigi vendicato. Il serbo avrebbe certamente preferito battere lo svizzero ai French Open e perderci a Cincinnati, ma anche nell’Ohio si gioca una buona fetta di storia. All’ombra della Tour Eiffel avrebbe potuto completare il Career Grand Slam, sul cemento del Western & Southern Financial Masters va invece a caccia dell’ultimo Masters 1000 ancora assente nel suo personalissimo palmarès, per diventare il primo della storia ad averli vinti tutti e nove. Gli Slam valgono ben altro, ma in attesa di riprovarci nel 2016 il serbo ha una chance in più per rendere comunque indimenticabile questa stagione. Murray proverà a rovinargli di nuovo la festa come già fatto a Montreal, mentre Federer sta sperimentando un gioco che più offensivo non si può forse proprio per tornare a batterlo, ma il favorito resta lui.
PERICOLO DOLGPOLOV?
Ne ha dato conferma proprio contro Wawrinka, in partita solo fino al 4-4 di un primo set che fino a quel momento era scivolato via senza sussulti. Poi qualche errore di troppo (saranno 33 alla fine dell’incontro) è costato all’elvetico il break che ha deciso il set e pure il match, spostando l’ago della bilancia dalla parte di ‘Nole’. Il tutto per la gioia degli organizzatori che – obbligati a 'sacrificare' qualche match per via di un programma fittissimo – hanno programmato il loro duello alle 11 del mattino. Se ne fosse uscita l’ennesima battaglia non avrebbero fatto una grande figura. Invece Wawrinka ha presto perso fiducia, Djokovic ha visto un varco e ci si è fiondato dentro con tutte le sue forze, aprendo con un break il secondo set e scappando via fino al 4-0, prologo del 6-1 finale siglato con un nuovo break nell’ultimo gioco, e dodici punti lasciati per strada al servizio nell’intero incontro. Evidentemente al numero uno del mondo porta bene il bianco, sfoggiato oggi per la prima volta, dopo la t-shirt grigia del match con Benoit Paire e quella arancione della sfida con Goffin. Dalla sua anche una statistica interessante: negli ultimi sei confronti con Wawrinka, il giocatore che ha vinto il match è poi andato ad alzare il trofeo. Non significa che succeda anche stavolta, ma dopo quattro finali perse fra 2008 e 2012 (due contro Federer, altrettante contro Murray) vien quasi da pensare che se lo meriterebbe. Sarebbe il primo step del sorpasso ai danni di Federer e Nadal che in molti pronosticano per gli anni a venire. Ma prima c’è da pensare ad Alexandr Dolgopolov, in semifinale dalle qualificazioni. Ha dato 6-4 6-2 a Berdych giocando un tennis stellare, chissà che non si metta in testa strane idee…
MASTERS 1000 CINCINNATI – Quarti di finale
Novak Djokovic (SRB) b. Stanislas Wawrinka (SUI) 6-4 6-1
Alexandr Dolgopolov (UKR) b. Tomas Berdych (CZE) 6-4 6-2
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