La separazione con Marian Vajda (e il resto dello staff) non ha generato scossoni: Djokovic fatica per battere Nicolas Almagro, avanti 3-0 al terzo prima di essere rimontato. “Sono consapevole di non essere al meglio, ma ho fiducia nel processo. Il gioco tornerà”. Sfida Feliciano Lopez, unico giocatore ad aver giocato tutte le 16 edizioni del torneo.

Di buono c'è stato il risultato. Per il resto, poca roba. L'atteso esordio di Novak Djokovic al Masters 1000 di Madrid, dove peraltro è campione in carica, ha evidenziato (di nuovo) tutte le difficoltà degli ultimi mesi. Sotto di un break nel terzo set contro Nicolas Almagro, tuttavia, ha portato a casa un successo utile per il morale. E' finita 6-1 4-6 7-5: poteva essere un match di routine, specie quando ha avuto un paio di chance nel nono game del secondo set, ma ha rischiato di diventare un dramma sportivo quando si è trovato in svantaggio 3-0 nel terzo. Alla fine, grazie a qualche regalo di Almagro, è rimasto a galla e negli ottavi troverà un altro spagnolo, l'eterno Feliciano Lopez. “Quando non vinci troppe partite, come prima cosa devi costruire la fiducia – ha detto Djokovic, al 15esimo successo in stagione e piuttosto indietro nella Race stagionale, dove è addirittura fuori dai primi 20 – partite come questa aiutano a ritrovare la fiducia. Almagro ama giocare su terra, ovviamente era molto motivato. Inoltre i suoi colpi sono piuttosto potenti e precisi. Può fare ottime cose da tutte le posizioni. Se non commette troppi errori, può battere chiunque”. Djokovic ha sfruttato le seconde di servizio dell'avversario, laddove Almagro è più vulnerabile, e l'ha spuntata. Ma è ancora lontanuccio dal livello che vorrebbe, necessario per vincere i grandi tornei. “Non sto esprimendo il mio miglior tennis, ne sono consapevole, ma credo in me stesso e nel processo. Il gioco tornerà”.

FELICIANO, SEMPRE PRESENTE A MADRID
​Forse si sarebbe espresso diversamente se avesse sfruttato due palle break consecutive, sul 6-1 4-4, che gli avrebbero permesso di servire per il match. Invece Almagro (semifinalista a Madrid nel 2010), gli ha scippato cinque giochi consecutivi. Nole è stato bravo a restargli appiccicato, e abile a tirare due ottimi vincenti nell'undicesimo game, forieri del break decisivo. Gli occhi di molti appassionati erano fissati sul suo angolo, dove per la prima volta non c'era il solito clan guidato da Marian Vajda. Hanno trovato un fisioterapista, il fratello minore Marko e il “guru” Pepe Imaz. Come detto, giovedì (alle 14, diretta Sky Sport 2) se la vedrà con Feliciano Lopez, unico giocatore ad aver partecipato a tutte le edizioni del Mutua Madrid Open, nato nel 2002 dalle generi dell'Eurocard Open di Stoccarda: il patron Ion Tiriac capì che in Germania erano finiti gli anni d'oro, così l'ha portato in Spagna. Le prime sette edizioni si sono giocate sul cemento indoor, poi lo storico spostamento alla Caja Magica, sulla terra battuta, per la rabbia (e la causa legale) dei tedeschi di Amburgo, privati del loro Masters 1000. Il bel Feliciano ha vissuto tutte queste fasi ed è pronto a una nuova sfida, peraltro dopo una vittoria all'ultimo respiro contro Gilles Simon: “Ovviamente dovrò servire molto bene: è la mia arma principale per pensare di battere Novak. Dovrò sfruttarla al massimo, evitare scambi troppo lunghi perché lì mi è superiore. Dovrò giocare con grande intelligenza”.

ATP MASTERS 1000 MADRID – IL TABELLONE