“Non sono pronta per competere”. Parole forti, quelle di Garbine Muguruza, dopo l'inattesa sconfitta per mano di Elina Svitolina al WTA Premier di Dubai, dove nessuna delle otto teste di serie ha raggiunto i quarti. E' stata la peggiore partita della spagnola da quando è diventata una top-player. Garbine è franata in un mare di 68 errori gratuiti, più di tre per game. Un numero devastante, che certifica le difficoltà di una stagione che la stessa Garbine ha definito “la più complicata della mia carriera”. Perché confermarsi, si sa, è molto più difficile che arrivare in cima. Oggi è numero 5 WTA e si trova a un bivio: crescere ancora oppure subire il contraccolpo, un po' come accaduto l'anno scorso a Eugenie Bouchard, curiosamente finalista a Wimbledon 12 mesi prima di Garbine. Oltre a questo, la canadese e la spagnola hanno in comune la figura del coach, quel Sam Sumyk che lo scorso anno ha clamorosamente fallito con “Genie”, mentre oggi siede al fianco di Garbine. Dovrà stare attento, il francese, a non commettere gli stessi errori che gli erano stati fatali con la Bouchard, che gli ha dato il benservito nel bel mezzo dell'estate. La Muguruza è stata chiara: “Ho bisogno di ripartire da zero” ha detto ai quattro giornalisti che si sono trovati nella sala conferenze di Dubai quando all'Aviation Club era ormai passata la mezzanotte. “Devo ricominciare daccapo e cancellare dalla mia memoria i tornei di Melbourne e Dubai. Ho bisogno di lavorare sui miei colpi e le condizioni fisiche” ha detto la spagnola, che i prossimi 16-17 aprile sarà nostra avversaria in Fed Cup. Non era ancora andata in doccia, voleva togliersi rapidamente l'obbligo di parlare con i giornalisti. “In verità non sono così preoccupata perché so cosa devo fare. Ma mi prenderò il tempo necessario per farlo”.
STACCARE LA SPINA?
Significa che la Muguruza potrebbe anche saltare il Premier Five di Doha, al via la prossima settimana. Meglio rinunciare a un cospicuo montepremi e un buon numero di punti WTA e investire sul futuro, magari su Indian Wells e Miami. Dove i teoria potrebbe fare sfracelli. A Miami ha anche ricordi importanti, poiché fu a Crandon Park che colse le prime vittorie importanti, nel 2012, quando IMG la omaggiò di una wild card. Contro la Svitolina ha giocato una pessima partita, senza idee. Talmente male che non è semplice capire quanto abbiano influito i consigli di Justine Henin, neo-allenatrice dell'ucraina. In verità, Elina si è limitata a un'ottima fase difensiva che ha tolto lucidità alla Muguruza, tecnicamente collassata nel finale. “Non esiste una ragione particolare per tutto questo – ha detto la spagnola – ma non sono la prima a cui succede qualcosa del genere. Semplicemente non ho lo giuste sensazioni. I massimi livelli sono complicati ed essere favorita, spesso, non significa nulla”. L'avvio di stagione è stato al di sotto delle aspettative: in Australia ha deluso, perdendo da Barbora Strycova al terzo turno, poi si è limitata a vincere un paio di partite in Fed Cup. “Sto giocando con più pressione del solito – ha ammesso – ogni volta che scendo in campo sono chiamata a vincere. Non è facile, ma è logico: mi troverò spesso in situazioni del genere. Non ho nessuna intenzione di entrare in depressione, semplicemente continuerò ad allenarmi. Se le cose non andranno bene in questo torneo, andranno meglio nel prossimo”. Ma per adesso non si sa quando la rivedremo. “Parlerò con il mio team, poi prenderemo una decisione. Spesso vale la pena fermarsi, allenarsi bene e poi tornare al top piuttosto che giocare senza essere al 100%”. Per adesso, Garbine non è ancora la vera Muguruza. Potrebbe essere una buona notizia in chiave Fed Cup, ma mancano esattamente due mesi a Spagna-Italia. E in due mesi, ahinoi, possono succedere tante cose.