di Cristian Sonzogni
Sotto il profilo tecnico, la settimana bergamasca ha messo in mostra un Seppi nuovo, lontano parente di quello timoroso e incerto che aveva affrontato tre finali in precedenza, perdendole tutte (a Gstaad Atp e nei challenger di Sunrise e Oberstaufen). Stavolta Andreas ha vinto d’autorità e senza rischiare quattro incontri non semplici, battendo Navarro, Gabashvili, Ascione e soprattutto ‘Il mago’ Santoro (6-3, 6-2, un dominio), per poi riemergere dopo una falsa partenza nell’ultimo atto contro Julien Benneteau. In mezzo a tanti francesi (sei su otto nei quarti, tre su quattro in semi), Andreas da Caldaro si è imposto mettendo in mostra un tennis aggressivo e incisivo anche col diritto, proponendosi spesso in avanti per prendere il punto a rete. “Sono davvero contento – spiega Andreas – perché sono rimasto sempre agganciato al match anche quando lui sembrava poter dare qualcosa in più. Sono partito contratto e ho pagato subito un break che in pratica mi sono fatto da solo. Poi nel secondo ho cambiato ritmo, mentre nel terzo è stata battaglia punto a punto. Su quell’invasione sul 5-5, mi stavo già rammaricando per aver sbagliato il passante, invece lui è crollato sulla rete”.