L'INTERVISTA – Marco Cecchinato continua a crescere. A Nizza ha centrato il primo tabellone ATP e ha messo in difficoltà Fognini. Le emozioni del giovane siciliano.
Marco Cecchinato è nato il 30 settembre 1992. Attualmente è numero 357 ATP
(Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)
Da Nizza, Lorenzo Baletti – 22 maggio 2013
Il primo match in un tabellone ATP è sempre un'emozione. Ancor di più se te lo sei conquistato col sudore, passando le forche caudine delle qualificazioni di Nizza, dove la concorrenza è pronta ad azzannarti. Non pago, Marco Cecchinato ha giocato una buona partita e ha messo in difficoltà Fabio Fognini, vincitore in rimonta con il punteggio di 1-6 6-1 6-2. Nonostante la sconfitta, l'allievo di Cristian Brandi affronta con il sorriso sulle labbra quella che è stata comunque una bellissima esperienza. L’impressione è che abbia buoni fondamentali, a partire dal servizio, con un buon dritto e un rovescio migliorabile ma comunque solido. L’obiettivo, come ovvio, è lavorare per migliorare sempre. Intanto, all’ombra del Centrale di Nizza, ci ha raccontato la “sua prima volta”.
Che sensazioni hai provato all'esordio nel circuito ATP?
E’ stato molto emozionante, una bellissima sensazione. La prima volta non si scorda mai e poi ho giocato un derby, sul campo centrale. Grande emozione e grande soddisfazione per aver disputato un ottimo torneo, perché nelle quali ho battuto un top 100 come De Bakker, ma anche un’ottima partita, perché ho messo in difficoltà un top-30 come Fognini. Nonostante la sconfitta posso dire di essere contento, ho gestito bene la tensione e mi sono goduto il momento.
Nel primo set sembravi tutt’altro che emozionato, addirittura avanti 6-1. Poi un po’ di tensione?
Si, può darsi. Ho avuto una palla break per portarmi subito in vantaggio anche in avvio di secondo set, ma non l’ho sfruttata, e a quel punto può capitare di calare. Ci può stare, giocavo sul Centrale, ma va bene lo stesso, è stata un’esperienza più che positiva.
Nelle qualificazioni qui a Nizza hai sconfitto Serra e De Bakker. Già nelle quali a Roma avevi sconfitto Donskoy, altro top 100. Queste vittorie possono rappresentare il grande salto?
Sicuramente sono segnali molto importanti, di miglioramento, ma non posso ancora dire di aver compiuto il “grande salto”. Bisogna stare con i piedi per terra, lavorare giorno per giorno per migliorare.
E quali sono gli aspetti su cui senti di dover migliorare di più?
Innanzi tutto l’atteggiamento in campo, poi il rovescio. Sul dritto mi sento più sicuro, ma anche lì devo fare ancora degli accorgimenti.
Che obiettivi ti poni al momento?
Il mio obiettivo è giocare 70 partite entro la fine dell’anno. Ora sono a quota 40: direi che siamo a buon punto. Per quanto riguarda la qualità del mio tennis, in questo 2013 vorrei raggiungere il livello di gioco dei top 200 della classifica mondiale.
Qual è il tuo idolo? Hai dei modelli a cui ti ispiri?
A dire il vero non ho idoli, non mi ispiro a nessuno. Posso dire che tra i tennisti di altissima fascia mi piace molto Federer, per l’eleganza del suo tennis e la facilità con cui gioca e colpisce la pallina.
Oggi hai avuto la tua prima esperienza Atp, ma fin ora hai giocato solo Challenger e Futures. Come vivi la vita nel circuito minore?
E’ una vita difficile e di sacrifici, molto impegnativa, sempre in giro e lontano dalla famiglia. Non sei mai a casa, cambi sempre città. Ma se ti piace, comincia a essere sempre meno dura. E a me comincia a piacere, sempre di più.
CECCHINATO, SPERANZA AZZURRA – Maggio 2012
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