Scelta a sorpresa di Mary Joe Fernandez. Per mettere in difficoltà le azzurre, ha scelto la piccola Lauren Davis (alta appena 1.57). Ha avuto un coach italiano, oggi lavora con la USTA e detesta fare tardi la sera. Occhio a sottovalutarla… 

BRINDISI – Soltanto qualche giorno fa, Lauren Davis si godeva il buon quarto di finale a Charleston, ottenuto battendo Eugenie Bouchard. Poi è arrivata la chiamata di Mary Joe Fernandez. “Venus mi ha lasciato a piedi, ho bisogno di te”. E così, anziché tornare nella natia Gates Mills (sobborgo di Cleveland che arriva a fatica a 3.000 persone) oppure a Fort Lauderdale, dove risiede, è volata a Brindisi. Ma c'è di più: negli allenamenti ha convinto a tal punto da convincere Mary Joe Fernandez a schierarla come numero 2, in un derby tra piccolette contro Sara Errani. “Incredibile, giocherò contro una più bassa di me” ha detto Sarita, che è avanti negli scontri diretti e ha vinto l'ultimo, piuttosto nettamente, sul cemento di Monterrey. “Anche se è piccola è piuttosto aggressiva, spinge e cerca il vincente”. Ma ciò che colpisce, di questa minuscola ragazza di 21 anni, è la capacità di giocare bene sulla terra battuta. La considera la sua miglior superficie, a differenza delle connazionali, spesso disegnate con lo stampino e perfette per il cemento. Mary Joe ha sempre avuto un debole per lei, sin dal 2010, quando estirpò una wild card per l'Australian Open vincendo il torneo USTA. In finale lasciò quattro giochi a CoCo Vandeweghe. Con gli anni è cresciuta (non in altezza, visto che è rimasta 1.57), confermando quel che diceva la sua capitana: “Quello che perde in altezza lo recupera con velocità, rapidità, competitività e cuore”. Ne avrà bisogno contro la Errani. Parte sfavorita ma forse non così tanto. Ad esempio, dovrà dare il massimo in risposta. E' un colpo che ama: a Charleston, spesso rispondeva alle prime della Bouchard con rovesci vincenti. Inoltre ama scendere a rete, dove la mano cerca di compensare ai limiti fisici. “Penso che la terra sia un'ottima superficie per me perchè sono molto veloce. Sono molto a mio agio nello scivolare, posso colpire molte palle e per me funziona alla grande”.C'è da aspettarsi un match duro, fatto di lunghi scambi da fondocampo. Sarà una lotta di pazienza. Potrebbe anche essere una buona notizia.


UN PASSATO MEZZO ITALIANO

Ottima amica di Madison Keys, viene da uno stato (l'Ohio) che non è esattamente La Mecca del tennis americano. Prima di lei c'è stato soltanto Barry McKay, noto perchè sconfitto da Orlando Sirola in uno storico match di Davis che ci spedì in finale. Pensi a Cleveland e viene in mente LeBron James. “Lui ha tradito Cleveland, ma ha fatto quel che si sentiva – diceva qualche anno fa, come a voler giustificare una scelta analoga – mi sono trasferita a Boca Raton perchè sapevo che sarebbe stato l'unico modo per crescere”. Poi LeBron ha fatto il figliol prodigo, mentre lei continua nella sua strada lontano da casa. Per anni si è allenata presso l'Accademia di Chris Evert, dove è stata seguita a lungo da un coach italiano, Federico Ricci. Chissà che non gli abbia fatto un colpo di telefono per chiedergli qualche dritta sulle italiane…poi, però, ha scelto di entrare nel team federale USTA. A seguirla, in questo momento, c'è Juan Todero. “Il motivo della scelta è tecnico. A Boca Raton mi allenavo soprattutto con ragazze più giovani, mentre con la USTA ho la possibilità di giocare con tenniste del mio livello”. Non conosce LeBron (la sua abitazione di Cleveland si trova a 45 minuti da quella di James) ed è una ragazza molto metodica. Nonostante non sia più una bambina, ha mantenuto abitudini infantili. Va a letto prestissimo, intorno alle 20-20.30. “Mi piace così, poi mi alzo presto al mattino. Quando devo giocare i match serali, il giorno prima io vorrei andare a dormire ma il mio coach mi dice di restare in piedi. Non sono mai andata a letto oltre l'1 di notte”. Parole dette dopo la vittoria contro la Azarenka, lo scorso anno a Indian Wells. Ancora oggi, la più prestigiosa. I giornalisti si erano accorti che era piuttosto stanca. “Altrochè, sono molto assonnata” disse. L'altezza è un problema, ma può anche essere un vantaggio. E contro la Errani, di certo, non sarà un fattore. Sarà una battaglia tra due grandi lottatrici, che vedono entrambi Nadal come un esempio. Ad oggi, le loro carriere sono state molto diverse. Però ci sono 6 anni di differenza che lasciano spiragli a Lauren. Come sempre, l'unico giudice supremo sarà il campo.  
 

 
(Foto Costantini – FIT)