Da una parte ci saranno Serena Williams e Maria Sharapova, 25 Slam in due e centinaia di milioni di ricchezza. Tuttavia, la semifinale “povera” di Wimbledon non sarà meno interessante. Si sfideranno Agnieszka Radwanska e Garbine Muguruza. In due, hanno raccolto una sola finale Slam, ottenuta dalla Radwanska proprio a Wimbledon, tre anni fa. Gli stessi bookmakers hanno le idee chiare: secondo loro, avremo la stessa finale del 2012. Proverà a impedirlo la Muguruza, autrice di un torneo straordinario. Dopo le vittorie contro Kerber e Wozniacki, si è ripetuta contro Timea Bacsinszky, battuta con un 7-5 6-3 forse ancor più netto di quanto dica il punteggio. La spagnola ha un potenziale enorme, ma non è un mostro di continuità. Per battere Timea, tuttavia, aveva bisogno di un approccio molto tattico alla partita. Ha seguito alla lettera i consigli di coach Alejo Mancisidor e ha insistito il più possibile sul dritto della svizzera, la cui debolezza è acuita dalla maestosità del rovescio. Tra le top-players (ormai la è: basta dare un'occhiata alla Race stagionale), la Bacsinszky è la più asimmetrica. Con il rovescio fa quel che vuole, anche bendata, mentre ogni dritto è una trattenuta di respiro. Tra l'altro, non essendo una scattista, spesso non ci arriva bene con le gambe ed è costretta a una mediocre soluzione in back oppure colpisce talmente in ritardo che la palla vola ovunque…tranne che in campo. La Muguruza lo sapeva e ha scelto di spingere da quella parte, anche a costo di metterglielo in palla. In effetti è andata così, con Timea che ha tenuto bene fino al 6-5. Poi ci sono stati tre break di fila, il primo sufficiente alla spagnola per aggiudicarsi il primo set. Subito sotto nel secondo, si è rimessa in carreggiata e ha giocato molto più tranquilla.
PRIMA SEMIFINALE SLAM PER GARBINE
Certo, sul 2-2 la Bacsinszky ha avuto una palla break per andare di nuovo avanti, ma non si è mai avuta la sensazione che potesse farcela. La velocità di crociera era troppo diversa: Garbine cercava spesso la diagonale destra, ma poi ha trovato punti importanti (e inaspettati) con il rovescio, sia lungolinea che incrociato. Era più motivata: il desiderio di vincere ha avuto la meglio sulla paura di perdere. In fondo, la Bacsinszky era già contenta di aver acciuffato i quarti. La grande chance l'ha avuta a Parigi, dove stava per frantumare i sogni Slam di Serena Williams. Da parte sua, Garbine acciuffa la prima semifinale Slam in carriera, ma sarà la prima di una lunga serie. La federtennis spagnola avrà fatto confusione con i capitani di Davis, ma ha ottenuto una vittoria non da poco quando Garbine ha scelto di giocare per loro piuttosto che per il Venezuela. E così, a distanza di 15 anni da Conchita Martinez e Arantxa Sanchez, la Spagna ritrova una semifinalista Slam. Per acciuffare la finale dovrà battere Agnieszka Radwanska, tornata improvvisamente competitiva appena ha rimesso le scarpette sull'erba. Quello contro Madison Keys era una match molto complicato. L'americana domina gli scambi, sia con il servizio che con la risposta, e l'erba si addice a questo tipo di gioco. Ma dopo il deprimente periodo con Martina Navratilova, “Aga” ha ripreso a fare la maga e ha contenuto le sfuriate della Keys. In realtà, è stata molto brava quando contava davvero: lo testimonia il dato statistico dei punti vinti: 98 a 95 per la Keys. L'americana si è esaltata nel secondo set, quando ha preso a dominare gli scambi e non ha lasciato scampo alla polacca.
SENZA MARTINA, AGNIESZKA E' DI NUOVO MAGA
La Radwanska ha avuto il merito di restare tranquilla, affidandosi al servizio e ai suoi colpi “magici”, soprattutto lo slice (anche di dritto) e i colpi giocati in controbalzo, quasi in ginocchio, che le permettono di non perdere campo e respingere gli assalti altrui. Ha tenuto a fatica i primi turni di servizio del terzo, poi ha acciuffato il break all'ottavo game. Il punto del 15-40 è stato il simbolo del match: grande scambio, angoli esplorati in ogni zona del campo, fino alla smorzata vincente di dritto. Esaltazione nel clan polacco (coach Wiktorowski era scatenato), delusione per una Lindsay Davenport “in borghese”. La sensazione è chiara: il futuro è della Keys, ma le manca ancora esperienza. Si è visto nelle fasi calde, quando i punti che contavano sono finiti tutti nelle tasche della polacca, che si ripropone nel ruolo di top-player dopo averlo perduto a suon di sconfitte nei primi mesi del 2015. E' ancora giovane (classe 1989) e se orbita da anni tra le top-10, beh, un motivo ci sarà. Non si è accontentata del suo status, scegliendo Martina Navratilova. E' andata male, forse non c'è spazio per altre figure nel suo staff. Adesso è tutto tornato come prima e chissà che l'esperienza non le regali un'altra chance.
WIMBLEDON DONNE – Quarti di Finale
Serena Williams (USA) b. Victoria Azarenka (BLR) 3-6 6-2 6-3
Maria Sharapova (RUS) b. CoCo Vandeweghe (USA) 6-3 6-7 6-3
Garbine Muguruza (SPA) b. Timea Bacsinszky (SUI) 7-5 6-3
Agnieszka Radwanska (POL) b. Madison Keys (USA) 7-6 3-6 6-3