Esordio vincente per Kim Clijsters, all’ultimo torneo in carriera. Dice di non essere mai stata così in forma, ma ammette di non essere la favorita. “Non chiedetemi se tornerò”
Kim Clijsters ha vinto 17 tornei sul cemento americano
 
Di Riccardo Bisti – 28 agosto 2012

 
Per qualche giorno, Kim Clijsters sarà in bilico tra due mondi. Alle spalle c’è una carriera di grande campionessa, numero 1 del mondo e vincitrice di quattro Slam. Davanti c'è una vita tranquilla, in cui farà soprattutto la madre e potrà godersi i milioni di dollari guadagnati in tanti anni di tennis. Per mollare ha scelto lo Us Open, già vinto in tre occasioni. Per lei è un punto di riferimento, la bussola dove ha sempre vinto, nella prima e nella sconda carriera. Nel 2005, dopo il primo successo, salì verso il suo box con le lacrime che le rigavano il visto. Quattro anni dopo, già mamma, divenne la prima madre a vincere uno Slam dai tempi di Evonne Goolagong. “Per me è un posto magico. Ho tanti bei ricordi, amo la superficie, mi piace l’atmosfera”. La campagna è iniziata nel migliore di modi, con una facile vittoria contro l’americana Duval, 16enne che aveva il suo poster in camera. Dopo qualche patema nel primo set, mamma Kim non ha avuto problemi ed ha mostrato sprazzi di ottimo tennis. Kim non perde a Flushing da 22 partite, avendo vinto le ultime tre edizioni a cui ha partecipato. Lo scorso anno non ha difeso il titolo conquistato nel 2010 per un infortunio agli addominali, e quest’anno sogna di chiudere in bellezza, proprio come fece Pete Sampras nel 2002, anche se allora Pete non aveva detto che si sarebbe ritirato. Lo fece 12 mesi dopo.
 
La Clijsters non ha mai dato segni di ripensamento. Si ritira perché il suo corpo non ce la fa più, o meglio non riesce a sostenere il suo tennis dispendioso, fatto di rincorse e spaccate. Questo problema, ancor più che le esigenze di famiglia, le fanno dire basta ad appena 29 anni mentre c’è una Kimiko Date che a 42 lotta e corre come una ragazzina. Ma sono due storie diverse. A Flushing, la belga non vuole perdersi niente: giocherà singolo, doppio e misto. Segno che vuole chiudere alla grande. E il futuro? Non è che a breve la vedremo in qualche esibizione tra ex giocatrici? “Mi volete già spedire tra i vecchietti?” ha scherzato. Kim è intelligente, sa che vincere il torneo sarà molto dura. Secondo lei, la favorita numero 1 è Serena Williams (“Penso che sia la migliore di sempre” ha chiosato). Il tabellone, poi, non le è stato amico perché è finita dalla parte di Li, Stosur e Azarenka. Peggio non le poteva andare. La forma fisica è buona, dice non essere mai stata così in forma. Una condizione che potrebbe autorizzare un clamoroso ritorno. In tutta risposta, lei ha scosso la testa. “Ci sono momenti in cui capisci che è il momento giusto”.
 
Un po’ di nostalgia c’è sempre. Kim ha iniziato a giocare quando c’erano ancora Monica Seles e Steffi Graf. Le guardava come si fa con i marziani, ha avuto bisogno di tempo per realizzare che condivideva lo spogliatoio con due leggende. Adesso è cambiato tutto, la vita nel tour non è più la stessa. C’è la famiglia da accudire. La WTA è una realtà competitiva, senza grande solidarietà reciproca. Ma la Clijsters fa eccezione. A parte la Henin, che però si è già ritirata, le vogliono tutte bene. “E’ il tipo di giocatrice che non vorresti mai vedere andar via” ha detto la Stosur, campionessa in carica. Venus Williams ha ammesso che il suo ritorno non è paragonabile a nessun altro, Victoria Azarenka l’ha definita un’ispirazione. “E sicuramente vedremo il meglio di lei in questo torneo”. C’è da crederle, non tanto per il match contro la Duval ma per il suo palmares. Su 41 titoli, 17 sono arrivati in nord America. Quando mette piede da quelle parti scatta qualcosa di magico, inspiegabile. Chissà se sarà sufficiente per mettere a tacere l’incognita-fisico. Nel solo 2012 si è fatta male al fianco, alla caviglia e di nuovo agli addominali. Ha saltato l’intera stagione sul rosso per preservarsi e ha giocato meno partite rispetto al 2009, quando giocò mezza stagione (ma vinse lo Us Open…). “Lei sa fare tutto – ha detto Chris Evert – gioca bene a rete, da fondo, ha un buon servizio, si muove ottimamente. Esprime una buona potenza ed è forte mentalmente”. Se riesce a mettere tutto insieme, forse può sognare l’exploit. Ma c’è un incognita grossa così. In fondo è l’unica. Quando le hanno chiesto se l’anno prossimo tornerà allo Us Open, ha detto di no. Poi ha sorriso, poi ha fatto una paura. Poi ha detto “no” di nuovo.