Rovescio-carezza da una parte, eleganza e morbidezza di palla dall'altra: è l'affascinante mix della semifinale al WTA di Linz. In campo Viktorija Golubic e Magdalena Rybarikova, interpreti di un tennis in via d'estinzione. Per assaporare l'essenza più pura del tennis, a volte, non è necessario rincorrere i migliori.

Avremo una bella occasione, oggi pomeriggio. Se non sarete sazi di tennis dopo la semifinale di Shanghai tra Federer e Del Potro (ammesso che si giochi, visto il polso malandato dell'argentino), fate un salto su Eurosport 2 intorno alle 16. La seconda semifinale del WTA di Linz potrebbe sorprendervi. In campo due tenniste di seconda fascia, feticci per fanatici o poco di più. Eppure Viktorija Golubic e Magdalena Rybarikova sono due giocatrici diverse, speciali. Vi sembrerà di tornare indietro di 20, forse anche 30 anni. Viktorija e Magdalena non hanno mai conosciuto il “corri e tira” teorizzato da Nick Bollettieri, con i suoi schemi efficaci ma ripetitivi: incrociato-incrociato-lungolinea e via così, fino allo sfinimento. Gli appassionati di sport si dividono in due categorie: quelli che pensano che sia tutto spiegabile, razionale. Che dietro ogni episodio ci sia una spiegazione logica. E poi ci sono quelli che credono nell'imponderabile, nel guizzo, nella magia. Golubic e Rybarikova fanno parte della seconda categoria. Non vinceranno mai uno Slam (anche se quest'anno la slovacca ha raggiunto la semifinale a Wimbledon), ma il loro scontro diretto ci catapulterà in una dimensione parallela, quasi onirica. La dimensione del tennis nella sua essenza più pura. Talento e tecnica saranno i fattori decisivi. Di solito, per vincere una partita ci vogliono potenza, fiato e gambe. Stavolta no. Ed è un peccato che si giochi in un piccolo torneo, peraltro un po' decadente: nato nel 1987, il WTA International di Linz ha perso il suo sponsor principale, la banca Generali. Ne ha trovato un altro (Upper Austria), ma non è la stessa cosa. Non è un caso che Peter Michael Reichel, titolare di Matchmaker (società organizzatrice e proprietaria dell'evento) abbia inserito Linz tra i possibili tornei che potrebbero spostarsi ad Amburgo. Hanno appena acquistato i diritti del German Open di Amburgo e punta ad affiancare un torneo femminile all'ATP 500. Nel portfolio di Matchmaker ci sono Norimberga e, appunto, Linz. Perdere il title sponsor dopo 26 edizioni non è un gran biglietto da visita. Ma allo spettatore, queste cose, interessano il giusto.

IL ROVESCIO DI VIKTORIJA
Viktorija Golubic è salita alla ribalta l'anno scorso, durante la semifinale di Fed Cup contro la Repubblica Ceca. Pressoché sconosciuta, fu messa in campo perché mancava Belinda Bencic. Risultato: batté Pliskova e Strycova, alimentando un sogno poi svanito al doppio di spareggio. Il mondo ha scoperto il suo incredibile rovescio a una mano. D'altra parte, nel suo paese ci sono due interpreti niente male: Stan Wawrinka e Roger Federer. Fatte le debite proporzioni, il suo rovescio ricorda quello di Federer, soprattutto nella soluzione in slice. Certi colpi non si possono imparare: o te li porti dietro fin dalla culla… o niente. Viktorija accarezza la palla con la morbidezza di un balsamo. Anche quando lo gioca in topspin, cercando il winner, la pallina non si sente maltrattata. Eleganza ed efficacia straordinarie, rese ancora più speciali dal contesto. Nel circuito ATP ci sono grandi interpreti del rovescio a una mano. Tra le donne, si contano sulle dita di una mano. E pensare che Viktorija, cresciuta nel mito di Monica Seles, da bambina tirava sia dritto che rovescio a due mani. L'hanno educata in tempo, regalandoci uno dei colpi più belli del tour. Il resto non è un granché: servizio normale, dritto un po' rabberciato (ricorda quello della Pliskova, ma è decisamente meno efficace). Però gioca bene la volèe e ogni tanto prova il serve and volley. Tanta basta per inserirla nella categoria dei panda in via d'estinzione. Per ora ha vinto un solo torneo WTA (Gstaad 2016), ma la bellezza del suo tennis va oltre i risultati. Pur riconoscendo i suoi limiti, è una per cui vale la pena pagare il biglietto. O passare un pomeriggio davanti alla TV.

L'ELEGANZA DI MAGDALENA
Gioca bene la volèe anche Magdalena Rybarikova. Quattro anni più grande della Golubic (29 anni, mentre la svizzera ne compirà 25 lunedì prossimo), vanta un palmares più ricco e viene da una stagione fantastica, sublimata dalla semifinale a Wimbledon e che potrebbe coronarsi con la qualificazione al WTA Elite Trophy di Zhuhai (riservato alle giocatrici comprese tra la nona e la diciannovesima posizione). Non ci avrebbe mai creduto a inizio anno, quando un ginocchio finito sotto i ferri stentava a rimettersi a posto. Non vedendola più in giro, qualcuno aveva pensato che avesse smesso. Ripartita dai tornei ITF, puntava a chiudere l'anno intorno al numero 150. Con una serie di vittorie, rischia di finire tra le top-20. Anche Magdalena sembra uscita dagli anni 80, con quel tennis tutto eleganza, tutto braccio e niente potenza. Tra le top-100, probabilmente, è quella che tira più piano dritto e rovescio. Però ha un servizio notevole, uno slice radente, notevole sagacia tattica e due gambe rapide, specie in relazione all'altezza. Sa stare sul campo, la Rybarikova, ed è divertente vederla contro le picchiatrici, come ne svuota il caricatore. Venerdì sera, per esempio, ha sfibrato alla distanza Sorana Cirstea. La rumena tira forte, a volte fortissimo, ma si è spenta come una candela senza fiammiferi. Doveva giocare sempre una palla in più, sempre diversa. Rotazione, velocità, traiettoria… Magdalena sa mettere in crisi più o meno tutte, a patto che si giochi entro un certo limite di velocità. Se si va oltre, succede come nella semifinale di Wimbledon contro Garbine Muguruza, in cui viene travolta. Inoltre è un bel vedere, e tanti maschietti se ne sono accorti: non avrà un viso da Barbie, ma ha un fisico da modella di costumi da bagno. Non a caso, negli ultimi mesi le hanno fatto fare almeno 3 photoshooting vagamente sexy e sul suo profilo Instagram, sia pure usato con parsimonia, non disdegna la pubblicazione di foto provocanti. Ma ciò che conta è il tennis. A Linz, sono entrambe seguite dalla mamma. Per la Golubic c'è la signora Vucica, di origine serba (mentre il marito è croato, ma sono entrambi cittadini svizzeri), mentre accanto alla Rybarikova c'è mamma Maria. Un'altra piccola traccia di normalità, in un sabato per palati fini e nostalgici. A volte non è necessario rincorrere i migliori, per vivere emozioni speciali con una partita di tennis. L'Upper Austria Ladies ce lo sta dimostrando.