Dopo l’exploit sulla Schiavone, Romina perde in tre set contro la Goerges e fallisce l’accesso agli ottavi. Ma tutti si domandano: resterà italiana o accetterà le “sirene” svizzere?
 
Di Riccardo Bisti – 20 gennaio 2012
 
Ci è rimasta soltanto Sara Errani. La romagnola affronterà Sorana Cirstea per un posto negli ottavi di finale e tenere vivo un po’ d’azzurro anche in singolare. Dopo la caporetto dei primi giorni, si sperava che Romina Oprandi potesse dare un seguito all’exploit contro la Schiavone e conquistare per la prima volta gli ottavi in un torneo del Grande Slam (in 10 partecipazioni non era mai andata oltre il secondo turno). Non ce l’ha fatta, ed è un peccato. Perché ci è andata vicina, molto più vicina di quanto dica il 3-6 6-3 6-1 finale con cui si è arresa a Julia Goerges. Veder giocare la Oprandi è sempre uno spettacolo. Con quell’aria un po’ naif, di chi sembra finita in campo per caso, Romina sa offrire soluzioni straordinarie grazie un braccio pieno di talento. Durante la telecronaca su Eurosport, Dario Puppo e Stefano Semeraro hanno ipotizzato che potesse essere lei la “Dolgopolov in gonnella”. Il paragone è un po’ forzato, ma ci sta. E poi “Kimi”, come la chiamano gli amici, ispira naturale simpatia. Con quel fisico umano, spesso pieno di fasciature, fa capire che il talento conta ancora qualcosa. Non potrebbe essere altrimenti per una ragazza da sempre perseguitata dagli infortuni e che qualche anno fa aveva detto basta, ricominciando dopo un anno di inattività dal torneo amico di Monteroni d’Arbia. “Umanità”: è uno dei sostantivi più adatti per definire Romina. Ce ne accorgiamo quando si mette in posizione per rispondere al servizio dell’avversaria. Le altre saltellano, con lo sguardo truce, pronte ad azzannare la palla. Lei se ne sta lì, ciondola con i piedi a papera. Come un NC qualsiasi in clima dopolavoristico. Ma non è snobismo e nemmeno pigrizia, è che lei è fatta così. E ci piace così. Anche per questo sarebbe un peccato perderla a favore della Svizzera.
 
Il suo match contro la Goerges, programmato sullo Show Court 3, era iniziato nel migliore dei modi. Le due si conoscevano per aver giocato allo Us Open. Vinse la tedesca, ma stavolta le sensazioni erano diverse. L’inerzia era a favore di Romina, e poi la Goerges commetteva un errore dopo l’altro (saranno 18 nel primo set). Finiva 6-3 per l’italosvizzera, ma il risultato poteva essere ancora più severo, giacchè sul 4-2 la Oprandi sciupava 4 palle break per chiudere ancora più nettamente. Quando la Goerges chiedeva il medical time out e la Oprandi aveva una delicata palla break sull’1-1 nel secondo, beh, si pensava che l’impresa fosse possibile. E qualcuno già pensava al possibile ottavo di finale contro Agnieszka Radwanska. Ma poi Romina cedeva il servizio nel fatidico settimo game, chiedeva a sua volta l’ausilio del trainer e falliva una chance per tornare nel set. Sempre più “acciaccata”, teneva duro fino all’1-1 nel secondo set ma poi cedeva cinque giochi di fila e abbandonava Melbourne con qualche rimpianto, anche per alcune decisioni arbitrali che l’hanno fatta arrabbiare (più verbalmente che altro “Perché io ci tengo alle mie racchette” ha poi a Dario Castaldo, alludendo al “minuto di follia” di Marcos Baghdatis). Adesso l’attenzione si sposterà verso le sue scelte: resterà italiana o tornerà svizzera? Il “caso” è esploso dopo la vittoria sulla Schiavone, quando Romina ha raccontato di aver ricevuto un’offerta dalla federazione svizzera, che per averla di nuovo in rossocrociato le darebbe coach, contributi, assistenza. Non ha avuto altrettanto dalla federazione italiana, anche se nel 2003 scelse il nostro paese proprio per l’attenzione federale nei suoi confronti. Il problema è che nel 2012 ci sono i giochi olimpici, e conquistare il pass con l’Italia sarà molto difficile. Per farcela dovrebbe superare Sara Errani in classifica, mentre in Svizzera sarebbe abbondantemente la numero 1 e l’unica top 100. Stefanie Voegele, soprannominata qualche anno fa “Heidi” da Gianni Clerici, attuale leader elvetica, è infatti numero 138 WTA. Il problema è che per essere eleggibile per i Giochi dovrebbe giocare in Fed Cup, mentre per il match contro l’Australia (programmato il 4 e il 5 febbraio a Friburgo) il capitano Christiane Jolissaint ha già convocato Stefanie Vögele (WTA 138), Amra Sadikovic (WTA 220), Timea Bacsinszky (WTA 246) e la 14enne Belinda Bencic (WTA 1058). Chissà che non decidano di convocarla in extremis. Incalzata dai giornalisti anche dopo la sconfitta di oggi, Romina ha detto di amare l’Italia, che continuerebbe volentieri a rappresentarla, ma che giunta a questo momento della carriera deve pensare a ciò che è meglio per lei. E nessuno meglio di Romina può saperlo. Comunque vada, chi ama il bel tennis continuerà a fare il tifo per lei.