Si chiama Sofya Zhuk, è la migliore under 14 al mondo e l’hanno già etichettata: gli americani di Trans World Sport sono andati a Mosca per intervistarla. E lei ha già la benidizione della Henin.
Lo speciale realizzato da Trans World Sports con Sofya Zhuk

Di Riccardo Bisti – 16 dicembre 2013

 
Nel 2002, Maria Sharapova era già l’incarnazione del sogno americano. Erano passati diversi anni dall’esibizione con la Navratilova, quando Martina le consigliò di trasferirsi da Nick Bollettieri. Papà Yuri la prese alla lettera e si imbarcarono un anno dopo. Secondo la leggenda, con 700 dollari in tasca. La sua storia incuriosì i produttori del programma-cult “Trans World Sport”, che andarono a Bradenton e realizzarono un servizio su di lei. Allora, Sofya Zhuk aveva tre anni. Osservava il fratello maggiore. Giocava a tennis e aveva voglia di imitarlo. Tuttavia, la famiglia la indirizzò verso la ginnastica. “All’inizio mi piaceva molto. Sono andata al centro di addestramento olimpico, e dopo un anno ho vinto la mia prima gara. In tutto mi sono aggiudicata tre medaglie. Ma avevo il tennis in testa”. Lo racconta oggi, che ha 14 anni e molti la considerano la nuova Sharapova. E’ presto per fare paragoni, ma i giornali sguazzano in queste cose. Sofya è alta, bionda, ed è la più forte under 14 del mondo. Il passaggio dalla ginnastica al tennis avvenne grazie a un calcolo: le ginnaste si ritirano molto presto, mentre a tennis si può giocare più a lungo. E così ha cambiato sport, sotto la guida di mamma Natalia. Fino ad oggi, è andato tutto bene. I suoi impressionanti risultati l’hanno fatta finire in orbita IMG, che l'ha già fatta firmare con Reebok e Wilson. Da un anno e mezzo fa base (anche) in Belgio, presso l’Accademia di Justine Henin. Non fecero in tempo a farle la proposta, che i genitori l’avevano già caricata sull’aereo. C’era l’esempio di Irina Khromacheva, era un’occasione da non perdere. La mamma si è spostata con lei. “In Belgio c’è tutto all’interno dell’Accademia, non è come a Mosca dove gli impianti sono sparsi per la città”. Le tiene ancora sotto stretto controllo, ritiene che 14 anni non sia l’età giusta per iniziare una vita indipendente. “Le dò una mano sulla cose banali: le preparo colazione, pranzo e cena. Voglio che si concentri solo sul tennis”.
 
Tuttavia, non le hanno dato il permesso di soggiorno. Essendo cittadina russa, non può restarvi per più di 90 giorni. Questi significa che Sofya sta facendo la spola tra Bruxelles e Mosca, dove si allena presso il club Luzhniki sotto la guida di Ludmilla Granaturova, che la segue da quando aveva 6 anni. “Ma non c’è nessun problema con l’accademia, anzi – continua la madre – c’è un team interamente dedicato a Sofya, le strutture sono perfette e quest’anno c’è stata anche l’attiva partecipazione di Justine Henin. In passato collaborava meno: prima ha provato a tornare a giocare, poi ha messo al mondo il figlio. Adesso è concentrata sull’accademia, ed è molto importante perchè racconta tanti episodi della sua carriera”. La Zhuk continua a studiare, ha sviluppato un buon inglese e sta cercando di imparare il francese (“Anche se manca il tempo” dice la madre). Sofya è una ragazza semplice, tipica 14enne. Va pazza per i social network. E’ iscritta a Facebook, ma preferisce Instagram. “Mi piace fare le foto. Ho scaricato tante applicazioni, così posso gestire foto, cornici, creare tanti effetti. Così i miei amici sanno sempre cosa sto facendo. Ma quando torno a Mosca, ho una tradizione da rispettare: il cinema con la mia migliore amica”. Col senno di poi, il mancato permesso di soggiorno in Belgio è stato un fatto positivo. A Mosca, la ragazza si ricarica, si prende il sostegno di amici e parenti. “La vedo più energica. Certo, quando ci hanno negato il visto, è stato deludente”. Quest’anno ha vinto un torneo dopo l’altro. Ha colto una striscia di 20 vittorie consecutive, aggiudicandosi anche il Torneo dell’Avvenire al Tennis Club Ambrosiano di Milano (“Il torneo che non sbaglia mai un pronostico”, diceva Rino Tommasi). E’ salita al numero 1 tra le under 14 e si è aggiudicata il titolo mondiale a squadre con la Russia.
 
“Mi piace vincere, ma nulla più essere paragonato alla mia prima vittoria – racconta – era un torneo a Tver. Ho perso il primo set, ho vinto il secondo, ero avanti 5-3 nel terzo ma poi mi sono distratta e ho perso tre giochi di fila. Non dimenticherò mai grida e lacrime ad ogni punto. Poi sono riuscita a vincere al tie-break. Adoro il tennis perchè mi permette di girare il mondo. Una vita tranquilla e sedentaria non farebbe per me. Sono così anche nella musica: ascolto solo canzoni energiche”. Sembra che abbia le idee chiare, anche se la mamma frena. “In realtà non è ancora pienamente consapevole del fatto che il tennis sarà il suo lavoro. Alla sua età, si gioca ancora per il gusto di farlo. Il compito della famiglia è quello di sostenerla, farle capire che ci siamo anche quando perderà qualche partita”. Nel frattempo, una troupe di Trans World Sport è volata addirittura in Russia per intervistarla e fare una fare un servizio su di lei. Il destino non si può prevedere. Ma si può provare a dargli una mano. Inaugurando i 7 minuti di servizio con un clip su quella puntata del 2002, quando la protagonista era una certa Maria Sharapova. Chissà…