Ormai ritirato (anche se non ufficialmente), Dmitry Tursunov segue Aryna Sabalenka da circa tre mesi. Sotto la sua guida, la ventenne bielorussa è entrata tra le top-30 WTA. Sarà testa di serie a New York. “Non credo che tornerò a giocare. Allenare Aryna mi fa sentire parte di qualcosa di più grande”.

Nel 2006, avere un blog era trendy. Se poi sapevi essere divertente e simpatico, il successo era l'ovvia conseguenza. Fu il caso di Dmitry Tursunov. L'ATP aveva lanciato un blog in cui, una settimana a testa, lasciava spazio ai pensieri dei giocatori. Ma si capì, ben presto, che il russo aveva una marcia in più. E allora l'hanno fatto “resident”, manco fosse un DJ di successo in Versilia o nella Riviera Romagnola. Oggi Dmitry ha 35 anni (ne compirà 36 a dicembre) ed è numero 710 ATP, fermo da quasi un anno. Non si è ancora ritirato, ma tutto fa pensare che i giorni da tennista siano finiti. Numero 20 nel 2006, vincitore di sei titoli ATP, il moscovita non ha abbandonato il tour. Anzi, lo si vede spesso. Lo vedremo anche oggi, quando Aryna Sabalenka scenderà in campo contro Daria Gavrilova al Connecticut Open di New Haven. Da circa tre mesi, fa il coach a tempo pieno della prorompente bielorussa. Le cose vanno bene: la recente semifinale a Cincinnati è solo l'ultimo risultato di una stagione decisamente positiva, in cui Aryna si è spinta in finale anche a Eastbourne e Lugano. Oggi è numero 25 WTA e, ad appena 20 anni, non si pone limiti. C'è molto di Tursunov nella sua crescita. Il russo ha preso il posto di Magnus Tideman, scelto probabilmente perché la sua agenzia di management è svedese. La stessa agenzia che, subito dopo il Roland Garros, l'ha messa in contatto con Tursunov. “Quando sono in campo tendo a essere un po' troppo emotiva, però lui è sempre calmo – dice la Sabalenka – per questo, quando mi innervosisco e mi volto verso il mio box, lo vedo sempre tranquillo e penso che allora va tutto bene”.

QUALCOSA DI GRANDE
Come detto, Tursunov non si è ufficialmente ritirato. L'ultimo infortunio ha richiesto una lunga riabilitazione. Si tratta di un problema ai quadricipiti di entrambe le ginocchia. “È come un cattivo allineamento dei componenti di una macchina, che però colpiscono tutti gli altri – ha spiegato il russo – e allora è il momento di comprare un'auto nuova anziché cercare di aggiustare quella vecchia”. Per lui, l'acquisto di una nuova macchina significa appendere la racchetta al chiodo e fare altro. “Il mio ritiro non è ufficiale – tiene a precisare – ma non credo che tornerò a giocare. Me lo chiedono in molti, ma credo che quei giorni siano finiti”. Ha iniziato a lavorare come coach quasi subito, al fianco di Elena Vesnina. Poi la connazionale si è infortunata ed è nata la possibilità di lavorare con la Sabalenka, una delle giovani più in vista del tour. “Mi piace molto aiutare una giocatrice – dice il russo – e mi piace Aryna. Ascolta i consigli e vuole migliorare, sento che ha un grande potenziale. Lavorando con lei, sento di far parte di qualcosa di più grande rispetto a quello che sarebbe un mio eventuale rientro nel tour”. Ripensando alla sua carriera, Tursunov esprime concetti ovvi ma intelligenti. “Non saprei come definirla. Se la paragoniamo a chi non è mai entrato tra i top-20, allora sono felice. Se invece la paragoni a chi è stato numero 1, non posso esserlo. La considero un insieme di esperienze. Oggi mi domando come posso usare le conoscenze che ho accumulato. Non posso appenderle al muro. Credo di aver trovato un utilizzo intelligente, aiutando qualcun altro a non commettere certi errori e a vivere un percorso meno tortuoso del mio”.

IL FUTURO DI ARYNA
Il più bel successo di Dmitry è arrivato in Coppa Davis, nella semifinale del 2006. Vinse 17-15 al quinto contro Andy Roddick. Un paio di mesi dopo, la Russia avrebbe vinto la sua seconda Davis. Avrebbe contribuito anche in finale, vincendo il doppio nella finale contro l'Argentina. Ascoltando le sua parole, osservando i suoi sguardi, pare evidente che non abbia voglia di tornare a giocare. Non gli manca il duro lavoro, le tante ore di allenamento. “Sono felice, la mia vita è più rilassata, ho responsabilità diverse e sono fuori dai riflettori. Mi piace avere un ruolo secondario, perché essere protagonista non è mai stata la mia priorità. Diversi giocatori non riescono ad accettare il fatto che la loro carriera sia finita. Per me è OK”. La grande visibilità dei coach WTA, tuttavia, non ha fatto passare in secondo piano il suo ruolo con la Sabalenka. I suoi coaching in campo, a favore di microfoni, non sono passati inosservati. E Aryna sta crescendo molto rapidamente. Numero 25 WTA, si è assicurata un posto tra le teste di serie a Flushing Meadows e sarà una mina vagante. D'altra parte, in tanti hanno scommesso su di lei e sulla sua strabordante potenza. Con Tursunov al suo angolo, chissà che non abbia pescato i numeri giusti al SuperEnalotto del tennis.