La danese prova a rinascere nella sua città preferita, sia dentro che fuori dal campo. Giocando un’ottima partita ha superato in due set la Kuznetsova. “Non ho mai pensato al ritiro, anche se con tutti i miei interessi avrei comunque tante alternative”. I suoi luoghi preferiti in città e un pensiero sulla maratona: “E’ più dura di un match di tennis”.

E’ il momento della rinascita. Dove poteva rinascere Caroline Wozniacki, se non a New York? Se ne erano accorti in pochi, ma il ranking WTA l’ha fatta precipitare al numero 74. L’infortunio alla caviglia patito ad aprile, che l’ha tenuta ferma per oltre due mesi, le ha fatto perdere ulteriormente il contatto con le migliori. “Ma pensavo che la Us Open Series fosse il momento giusto per rilanciarmi – ha detto dopo il successo contro Svetlana Kuznetsova, il migliore in stagione – poi però mi sono fatta male a Washington, ho saltato il Canadian Open dove gioco sempre bene, poi alle Olimpiadi ho perso dalla Kvitova…insomma, non è andata come speravo”. Però si è magicamente ritrovata nella città dove ha raccolto le sue più belle soddisfazioni, sia tennistiche che non. Caroline ha giocato due finali Slam, entrambe allo Us Open. Nel 2009 ha perso contro Kim Clijsters, due anni fa si arrese a Serena Williams. Ma a New York ha fatto di più: sempre nel 2014 ha corso la maratona di New York, trovando ad attenderla proprio la sua amica Serena. Adesso la Grande Mela può segnare la sua rinascita con un bel 6-4 6-4, maturato sull’Arthur Ashe Stadium (“Il mio campo preferito insieme al vecchio Grandstand, ma anche quello nuovo è molto bello”). La russa è partita come un missile, volando rapidamente sul 4-0. “Ma non stavo giocando male, avevo 6 colpi vincenti e appena 2 errori gratuiti. Ho pensato che avrei dovuto posizionarmi più vicina al campo e provare ad essere competitiva per il secondo set”. Il progetto è andato talmente bene che si è trovata avanti 6-4 5-2, poi è stata brava a contenere la rimonta della russa. Adesso avrà un terzo turno più che abbordabile contro Monica Niculescu. Complicato, ci mancherebbe, anche se al terzo turno di uno Slam non ci si può aspettare molto meglio.

“UNO SLAM? IO CI CREDO ANCORA”
Tenendo conto dei suoi tanti interessi e delle mille attività extra-campo, hanno chiesto a Caroline se in questo periodo ha pensato di smettere. La risposta è interessante: “Quando stai a casa per molto tempo realizzi che la vita va avanti e trovi il ritmo anche con un tipo di vita diverso. Allora ho trovato il lato positivo anche in questa situazione, però non ho mai pensato di smettere. Sono ancora giovane e spero di avere ancora tanti anni di tennis. Certo, so di avere tante opportunità fuori dal tennis e che la mia vita sarebbe buona a prescindere”. E poi il suo tennis ha bisogno di tante partite per trovare il rendimento ideale. E da numero 74 WTA (anche se risalirà) rischia di affrontare tante teste di serie ai primi turni. Questa Wozniacki, a 26 anni, è molto carica. “Io credo ancora di poter vincere un torneo del Grande Slam e tornare tra le prime 5 del mondo. Non giocherei a tennis se non pensassi di tornare in alto. Amo il gioco, certi obiettivi sono la ragione per cui mi vedete ancora in giro”. Ormai i newyorkesi l’hanno presa in simpatia e vogliono sapere quali sono i luoghi preferiti. Magari potrete trovarla presso il ristorante Mercer Kitchen, ad assistere a qualche show a Broadway o al cinema. “Il luogo migliore per incontrare persone nuove? Ce ne sono tanti, ma direi Unione Square e Central Park”. Pare che la maratona di New York abbia un’altra aspirante partecipante: Marion Bartoli. “La cosa più importante è che ritrovi la salute – ha chiuso la danese – naturalmente glielo auguro. Se poi riuscirà a correre la maratona, avrà tutto il mio sostegno. Certo, la maratona è più dura di un match al terzo set, soprattutto quando scopri che la Fifth Avenue è in salita per tre miglia…”