US OPEN – Nomi "nuovi" all’orizzonte: Knapp e Giorgi piombano al terzo turno, proprio come a Wimbledon. Per Barazzutti non sarà facile scegliere il quartetto di Fed Cup.
Roberta Vinci cercherà di arginare la furia di Karin Knapp al terzo turno dello Us Open. (Nel collage in home page, l'immagine di destra è di Tonelli-FIT)
Di Riccardo Bisti – 30 agosto 2013
C’è aria di cambiamento, nel nostro tennis femminile. Avere quattro giocatrici al terzo turno, ormai, non fa più notizia. Ma i nomi non sono più gli stessi. Mancano Sara Errani e Francesca Schiavone, entrano Karin Knapp e Camila Giorgi. E questo potrebbe rimescolare le carte in vista della finale di Fed Cup: dopo l’esperimento di Rimini, con la squadra tutta incentrata su Errani e Vinci (con Knapp e Burnett in vacanza-premio), a Palermo era tornato il solito quartetto, quello dei trionfi del 2009 e del 2010 (nel 2006 c’era Mara Santangelo al posto di Sara Errani). Sembrava impossibile che potesse cambiare qualcosa in vista della finale contro la Russia, che Angelo Binaghi è riuscito a portare nella sua Cagliari. E invece…invece succede che Karin Knapp è tornata a sorridere e con l’aiuto dei fratelli Piccari (umano da parte del fidanzato Francesco, tecnico da parte di Alessandro). E' tornata ai livelli di cinque anni fa, quando con Marco Boesso era entrata stabilmente tra le top-50. Al secondo turno dello Us Open ha scaraventato fuori dal torneo Elena Vesnina, confermando le buone sensazioni offerte a New Haven, quando per un set ha giocato alla pari contro la Wozniacki. Una buona Wozniacki. La Vesnina è stata schiacciata nel primo set e contenuta nel secondo, quando Karin ha vinto cinque degli ultimi sei giochi per chiudere con un bel 6-1 6-4. Bravissima. Lo Us Open è nel destino (felice) di Karin. Due anni fa, reduce da un calvario durato almeno tre anni, Karin centrò la qualificazione proprio a New York. Da lì è ripartita una seconda carriera che sta regalando soddisfazioni importanti perchè ancora più sentite. La copertina la merita lei, anche perchè il successo di Roberta Vinci fa meno notizia. Mentre sul centrale la Pennetta asfaltava la Errani, lei ha aspettato che si bagnassero le polveri da sparo di Lucie Safarova. E’ puntualmente successo, fino al 4-6 6-1 6-2 che la spinge al terzo turno, non così distante dai quarti conquistati lo scorso anno. Ripetere quel risultato sarebbe fondamentale, perchè terrebbe vive le speranze di entrare (finalmente) tra le prime 10.
Ma l’ostacolo, nell’ultimo giorno di agosto, sarà proprio Karin Knapp. Un match tutt’altro che facile, anche in virtù dei precedenti che vedono l’altoatesina avanti 2-1. Lasciano il tempo che trovano, anche perchè hanno sempre giocato sulla terra rossa, così diversa dal Decoturf americano. Ma Roberta deve stare attenta. La Knapp sa cosa fare: spingere sul rovescio della Vinci, metterla nella condizione di giocare tanti passanti. Lo scorso anno, al Foro Italico, le è riuscito alla grande. Due mesi dopo, a Palermo, per nulla. La Knapp ha una caratteristica unica tra le nostre giocatrici: è l’azzurra col tennis più potente, il più simile a quello delle amazzoni dell’est. La Vinci conosce bene queste giocatrici. A volte ci ha vinto, altre no. Ma se dovesse perdere, come la metteremmo in chiave Fed Cup? Nel frattempo, Karin è già certa di superare la Schiavone e in caso di passaggio agli ottavi volerebbe al numero 38 WTA, vicinissimo al best ranking del 2008. Ma la “Rivoluzione Interna” non finisce qui: infilando la quinta vittoria consecutiva, Camila Giorgi piomba al terzo turno grazie a una buona vittoria contro Su-Wei Hsieh, dentona di Taiwan che sta vacillando di fronte alle offerte di giocare per la Cina. Camila c’è già passata, e adesso che ha preso la sua decisione (Italia, fortemente Italia) l'ha investita come un treno. Della Giorgi sappiamo tutto: parla poco, tira forte. Meno parla, più picchia. E non strilla come buona parte delle colleghe. Contro la Hsieh c’è stato il consueto balletto di break e controbreak, durante il quale si è pensato: “Ma se Camila mette a posto il servizio, dove può arrivare?”. Avanti 6-4 6-5 e servizio, si è distratta e si è trovata 3-6 nel tie-break. Si è ripresa in tempo, trovando la lucidità di evitare un delicato terzo set. E così piomba al terzo turno, dove sfiderà Caroline Wozniacki su un campo importante, forse addirittura sull’Arthur Ashe (è lì che hanno fatto giocare la danese nei primi due turni). Fossimo in Caroline, daremmo un’occhiata a un paio di DVD della Giorgi. Non dovesse farlo, rischia di restare spiazzata da una giocatrice totalmente imprevedibile.
Se si parla della Giorgi, poi, il discorso Fed Cup si fa ancora più “hot”. Dopo un lungo lavoro diplomatico, la FIT ha raggiunto un accordo con l’entourage della giocatrice (che poi è il solo papà Sergio, ex membro dell’esercito argentino) e l’ha spinta a trasferirsi a Tirrenia, dove ha trascorso tutto il periodo tra Wimbledon e lo Us Open. Niente tornei, tanto allenamento e qualche cura alla spalla malandata. E’ presto per parlare di un rapporto di causa-effetto, ma è un dato di fatto che dopo il periodo a Tirrenia (sempre sotto l’attenta supervisione del padre), la Giorgi ha vinto cinque partite su cinque. E così, mentre la Schiavone ha scelto Peter Lungren e gli Stati Uniti (si allenerà a Houston), la Giorgi è tornata in Italia dopo aver girovagato tra Spagna, Francia e Stati Uniti. E aver rifiutato diverse proposte, di qualsiasi tipo (pare che persino Israele le avesse offerto la cittadinanza). Ovviamente, tutti si aspettano di vederla in Fed Cup. E’ probabile che uno dei punti-cardine dell’accordo FIT-Giorgi, forse il più importante, sia la totale disponibilità alla “Maglia Azzurra”, come viene definita nei vari regolamenti federali. E così, a poco più di 60 giorni dal weekend di Cagliari, ci sono sei nomi per quattro posti. Escludendo Nastassja Burnett, che dopo Roma non ha combinato granchè, Corrado Barazzutti dovrà scegliere quattro nomi tra Sara Errani, Roberta Vinci, Karin Knapp, Francesca Schiavone, Flavia Pennetta e Camila Giorgi. Detto che l’abbondanza è meglio della carenza, una bella patata bollente. L’impressione? La più lontana dalla Fed Cup, in questo momento, sembra essere proprio la Schiavone. Dando per scontata la presenza di Errani e Vinci, le altre tre si giocheranno due posti. E, guarda caso, stanno giocando tutte un grande Us Open….
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