Le impressionanti analogie tra Belinda Bencic e la ex numero 1 WTA. Passaporto, stessa formatrice (la madre di Martina) e un vivo senso dell’anticipo. Ma la strada è ancora lunga.

Di Riccardo Bisti – 24 aprile 2014

 

E’ la più giovane tra le top-100. E tanto basta per infilarla nell’occhio del ciclone. Ma Belinda Bencic ha altre caratteristiche che accendono l’interesse. Per esempio, non strilla quando colpisce la palla. L’unico suono che si sente è l’impatto tra corde e pallina, morbido e soave. E poi viene da una nazione, la Svizzera, che non è un paese come gli altri. Non da quando c’è Roger Federer. Ma è anche il paese di Martina Hingis, ex numero 1 e grande personaggio sia dentro che fuori dal campo. E la piccola Belinda è già stata etichettata come la “Nuova Hingis”, anche perchè è stata allenata per 10 anni da Melanie Molitor, mamma ed ex coach di Martina. Una suggestione dopo l’altra, sufficienti a creare il personaggio. “Ha buone basi, è molto versatile e penso che abbia buone possibilità di sfondare” ha detto la Molitor. Ma la strada per la grandezza è ancora lunga e piena di ostacoli. Si è visto a Charleston, dove ha perso una brutta semifinale contro Jana Cepelova. Ancora più problemi in Fed Cup, dove ha ceduto a Teliana Pereira. Il match non è costato alla Svizzera il World Group II (il punto del 3-1 è arrivato da Timea Bacsinszky), ma conferma che Belinda ha ancora parecchio da imparare. A Charleston, dopo aver sbagliato una palla facile, ha scagliato la racchetta verso il pubblico, ha urlato con gli occhi fissi per terra e si è coperta il viso con il suo cappellino rosa. Sapeva di aver perso un’occasione. Eppure gli Stati Uniti sono una seconda casa: spesso si allena a Boca Raton, presso la Chris Evert Tennis Academy, dove è seguita con attenzione dalla famiglia. Lo scorso anno è diventata numero 1 junior vincendo Wimbledon e Roland Garros. Quest’anno ha superato le qualificazioni in Australia, ha battuto Kimiko Date in uno scontro generazionale (tra le due ci sono 27 anni di differenza!) e poi ha fatto un’ottima figura contro Na Li, che da lì a poco avrebbe vinto il titolo. “Ma non avevo niente da perdere. La pressione era tutta su di lei, non è facile giocare contro un’avversaria più giovane. Nel secondo set mi sono rilassata e ho dato battaglia”.
 
ACUME TATTICO
Belinda è praticamente nata dentro un campo da tennis. “Subito dopo ho iniziato a giocare e mi sono divertita”. Da piccola, aveva la cameretta tappezzata dai poster di Roger Federer. In realtà, King Roger era l’idolo della madre. “Credo che sia la sua più grande fan. Io, invece, sostenevo Martina Hingis”. Cambiava poco: guardavano le partite di entrambi. Appena ha iniziato a vincere i tornei giovanili, sono fioccati i paragoni con Martina, vincitrice di cinque Slam (di cui tre prima di compiere i 17 anni). Era inevitabile. Oltre agli insegnamenti di mamma Melanie, hanno in comune la provenienza dall’ex Cecoslovacchia (la famiglia Bencic si è trasferita in Svizzera nel 1968). Secondo Chris Evert, c’è una similitudine anche sul piano tecnico. “E’ dotata di un grande senso dell’anticipo, inoltre è in grado di improvvisare e giocare di tocco quando ne ha bisogno”. Ma se Martina è stata l’ultima esponente di un certo tipo di tennis, Belinda nasce nell’epoca del power-game. Per questo avrà bisogno di più tempo per sfondare. Tuttavia, di questa ragazza piace l’acume tattico. Solitamente, le giocatrici della sua età si fanno notare per le doti tecniche. Al contrario, Belinda sa cosa fare sul campo. “Penso che sia vero, non sono la più potente del circuito. Tuttavia provo a pensare e a mettere in pratica la tattica giusta”. Inoltre, secondo la Molitor, c’è anche una certa forza di volontà che le fa accettare i sacrifici in un mondo, quello del tennis, sempre più esigente e complicato.
 
GIOVANE E SAGGIA
“Sinceramente, penso che tutto questo abbia a che fare con me e con l’educazione che le ho impartito – ha detto Melanie Molitor – abbiamo dedicato grande attenzione alla disciplina e la versatilità. Credo che possa contare su parecchi colpi e li possa usare tutti in partita. Tuttavia, deve ancora migliorare il servizio”. A differenza di tante bambine prodigio, spesso accompagnate da una figura genitoriale molto forte (a volte troppo), sembra che la famiglia sia il punto di forza dei Bencic. Attualmente è allenata da papà Ivan, mentre il fratello Brian le fa da sparring partner. Una serenità che si vede quando esce dal campo. Anche dopo la peggore sconfitta ha la forza di sorridere. In fondo, a Charleston è stata la prima qualificata a raggiungere le semifinali. L’ultima a riuscirci era stata – manco a dirlo – Martina Hingis. Tuttavia, con la saggezza che nasce da un viso ben più maturo della sua età, non si pone obiettivi esagerati e non si mette fretta eccessiva. “Il mio obiettivo è migliorarmi giorno dopo giorno. Per quanto posso, vorrei raggiungere il top delle mie possibilità. Faccio un passo alla volta, senza pormi obiettivi. Gli obiettivi portano soltanto pressione. Mi limiterò a giocare”. Siamo sicuri che queste parole le ha pronunciate una ragazza di 17 anni?