Sembra tutto definito per la nuova Coppa Davis: Madrid avrebbe superato la concorrenza di Lille. Sarebbe il prezzo da pagare alla federtennis spagnola: inizialmente contraria alla riforma, sarebbe stata convinta a votare “sì” in cambio di ospitare l'evento fino al 2020. Si giocherebbe sia alla Caja Magica che nella moderna Wizink Arena.

Lo scempio a cui è destinata la fu Coppa Davis sta prendendo forma. Sembra proprio che Madrid sia in netto vantaggio su Lille: la capitale spagnola ospiterà la prime due edizioni dell'esibizione che, dal 2019, metterà in palio le 217 once d'argento donate oltre un secolo fa da Dwight Davis. Qualche settimana fa si era diffusa la voce che il nuovo evento si sarebbe giocato a Lille: in queste ore, invece, emerge che Gerard Piqué e il Gruppo Kosmos sarebbero in parola con la federtennis spagnola (RFET). Le indiscrezioni, tra l'altro, lasciano intendere che anche quello degli spagnoli sia stato un voto di scambio. Inizialmente, la RFET era contraria alla riforma: le rassicurazioni di Piquè, tuttavia, hanno convinto i delegati spagnoli in Florida (Tomas Carbonell e José Antonio Senz de Broto) a regalare al “sì” i 9 voti della Spagna. Il caso spagnolo si va aggiungere ai parecchi emersi nei giorni scorsi, con varie federazioni che hanno ceduto i loro voti in cambio di favori di vario genere. Secondo varie indiscrezioni lanciate da “Marca” e poi riprese da altri media, la promessa di ospitare la nuova Davis è stata la condizione principale che ha convinto la RFET a cambiare idea. A mettere la crocetta sulla scheda è stato Tomas Carbonell, 50 anni, ex discreto giocatore (soprattutto doppista) negli anni 90. A parte il disgustoso comportamento di vari delegati, il fatto che si vada a Madrid rende ancora più squallida la vicenda: Madrid è tra le città al mondo con meno bisogno di ospitare un eventi di alto livello, poiché è già sede del Mutua Madrid Open di maggio (che peraltro ha avviato le trattative per ottenere il supporto della Città di Madrid fino al 2031).

DOPPIA SEDE: CAJA MAGICA E WIZINK CENTER
Perso uno dei tratti distintivi della Davis (l'opportunità di giocare in luoghi solitamente non raggiunti dal grande tennis, salvo il turno di febbraio, ridotto a due giorni e svuotato di appeal), si poteva sperare in una sede non già coinvolta nel tour. Niente da fare. Va detto che con Lille non sarebbe andata meglio, visto che si trova a pochi chilometri da Parigi, sede del Roland Garros e del Masters 1000 di Bercy (che si giocherà poche settimane prima della nuova competizione). Invece si andrà laddove c'è già tennis, e le cose peggioreranno nel 2021, quando l'evento – è inevitabile – si trasferirà all'Indian Wells Tennis Garden a causa della forte spinta di Larry Ellison. In questo senso, sarà curioso vedere dove finiranno le ATP Finals, in programma la settimana precedente. Se l'ATP fosse in vena di dispetti, potrebbe scegliere una sede molto lontana da Indian Wells per complicare la partecipazione dei primi 8. Ma di questo si parlerà più avanti: per ora, la certezza è che si giocherà a Madrid nel 2019 e nel 2020. Non è detto che l'intera manifestazione si concentri presso la Caja Magica, già sede del Mutua Madrid Open. Sembra prendere piede lo scenario con la Caja Magica a ospitare la fase a gironi e magari i quarti di finale (normale, visto che serviranno almeno tre campi e la struttura garantisce tre stadi dotati di tetto retrattile), mentre nel weekend ci si potrebbe spostare presso il Wizink Center, nuovo nome del palazzo dello sport di Madrid. Costruito nel 1960, fu distrutto da un incendio nel 2001. La ricostruzione si è sviluppata tra il 2002 e il 2005 e ha prodotto un palazzone in grado di ospitare fino a 15.500 spettatori e garantire varie configurazioni per ogni tipo di eventi.

UNO SCENARIO DEPRIMENTE
Secondo ulteriori testimonianze raccolte da AS, ci sarebbe un pre-accordo tra Piqué e la Comunità di Madrid (che gestisce il Wizink Center) e, a sua volta, l'istituzione regionale possa avviare una collaborazione con la Città di Madrid (che invece è responsabile della Caja Magica). L'accordo prevederebbe un esborso di 5 milioni di euro che aiuterebbe a coprire le spese. Va detto che la municipalità madrilena deve già affrontare la questione legata alla Caja Magica: il gruppo di Ion Tiriac, licenzatario del torneo, reclama la costruzione di un secondo campo da 8-10.000 posti in modo da tenere il passo con i tornei più importanti. L'operazione Madrid mette a nudo altri stralci di squallore che hanno accompagnato questa faccenda. Pensiamo, per esempio, a Bernard Giudicelli e ai 12 voti della federtennis francese. Non avrebbe avuto il diritto a votare, lo hanno salvato, lui avrebbe ospitato il presidente della federtennis ucraina in una vacanza a Bali (per ammorbidirlo? Non si può sapere…) … e la FFT si ritroverà senza ospitare l'evento. Volendo pensare male a tutti i costi, si potrebbe ipotizzare che ITF e Kosmos, certi dei 12 voti della Francia, abbiano avvertito la necessità di artigliare i 9 voti della Spagna, promettendo la possibilità di organizzare due anni di Davis. AS sostiene che l'evento a Madrid potrebbe garantire la presenza di Rafael Nadal, favorita dalla logistica e dal fatto che il maiorchino avrebbe sempre visto con favore la riforma. In effetti, la sola presenza di Nadal garantirebbe un buon pubblico e discreti investimenti pubblicitari. Sarà: per ora, la certezza è che Rafa giocherà la semifinale del 14-16 settembre in Francia, e non andrà a Chicago per la Laver Cup. Rimane un dato di fatto: non solo è stata uccisa la tradizione, ma è stato fatto con metodi borderline, lontani da qualsiasi principio etico. E che ci vorrà un gran coraggio a chiamare “Coppa Davis” quello che vedremo. Anzi, secondo loro dovremmo chiamarla “Davis Cup by BNP Paribas Finals”.