Dopo anni di ricerche, la AAT ha trovato il suo nuovo Centro Tecnico, all’interno dell'immenso CeNARD di Buenos Aires. A dirigere i lavori ci sarà Orsanic, capitano di Davis. "Servirà a creare un senso di appartenenza, speriamo vengano i migliori".Finalmente anche il tennis argentino ha il suo centro tecnico. Sembra incredibile, ma fino a pochi giorni fa non era così. O meglio, negli anni le attività federali sono transitate da varie strutture, ma senza mai poter contare su una base fissa. Non a caso i principali prodotti sono nati da realtà periferiche, su tutte Tandil, che ha prodotto due top ten come Del Potro e Monaco, più tanti altri ottimi giocatori. Senza la possibilità di programmarsi a lungo termine, per la Asociaciòn Argentina de Tenis (AAT) ottenere risultati tangibili era piuttosto complicato. Ma ora potrebbe cambiare tutto. Il progetto rimasto in sospeso per tanti hanno ha trovato la casa ideale all’interno del CeNARD (Centro Nacional de Alto Rendimiento Deportivo), gioiellino da quasi dodici ettari nella città di Buenos Aires, in riva al Rio De la Plata, dove si allenano numerosi atleti professionisti di varie discipline. Il Centro comprende infatti un vasto centro medico, piscine, uno stadio da calcio e le strutture per i tanti sport ospitati al suo interno, dall’hockey alla boxe, fino ad atletica, basket, badminton e altri. In passato i campi della struttura erano stati utilizzati dall’AAT per un programma di sviluppo per i ragazzi under 12, mentre ora diventeranno la sede di tutte le attività principali. Un passo importantissimo per una Federazione con la storia e le ambizioni di quella argentina. “Siamo transitati da varie strutture, come Buenos Aires Lawn Tennis Club, Parque Roca e Pilara Tennis Club (tutte nella Capitale, ndr), ora finalmente abbiamo un nostro centro”, ha detto Armando Cervone, presidente della AAT. Il Centro Nazionale è sempre stato fra i sogni di Enrique Morea, ex campione argentino presidente della AAT dal ’73 al ’79 e soprattutto dal 1996 al 2009, prima di passare il testimone ad Arturo Grimaldi. Oggi novantenne, sarà sicuramente contento della novità. “Viaggiando all’estero – ha proseguito Cervone – è capitato di notare quanto i tennisti stranieri tenessero ai centri tecnici dei propri paesi. Per questo ne abbiamo voluto uno anche noi, che finalmente è diventato realtà”.
ORSANIC E LA SUA SQUADRA
I lavori nel centro saranno supervisionati da Daniel Orsanic, uno degli uomini della ‘rinascita’ del tennis argentino, direttore dello sviluppo e capitano di Coppa Davis. La sua presenza ha contribuito a riportare Juan Martin Del Potro in squadra e creare nuovamente un buon clima dopo le frizioni degli anni passati: naturale che abbiano deciso di dargli molta fiducia. “Abbiamo fatto un grande sforzo per avere questo centro – ha detto Orsanic, che in questi giorni è a Miami per valutare coi giocatori la situazione migliore (località, superficie) per ospitare la Serbia nei quarti di luglio – che servirà a creare un senso di appartenenza, oltre a generare una sorta di convivenza fra professionisti e juniores”. Per i giovani, avere a fianco degli esempio di alto livello è molto importante: anche da qui è passata la scelta di realizzare qualcosa di nuovo. “È una struttura eccellente per garantire uno sviluppo del tennis argentino, e spero che i professionisti facciano il possibile per venire”. Considerando che Juan Martin Del Potro è stato uno dei principali sostenitori della creazione di un polo aperto a tutti, e che nel tennis argentino la sua figura vale più di tutte le altre messe insieme, è molto probabile che i desideri di Orsanic vengano presto accontentati. “Ora è casa nostra, e vorrei che ognuno lo percepisse. È una soluzione molto comoda, c’è tutto ciò che serve: sala da pranzo, palestra, alloggi. Si possono pianificare intere giornate”. In pratica si tratta di una sorta della nostra Tirrenia, dove i migliori under italiani vivono all’interno del centro sportivo. Insieme a Orsanic, alla guida della struttura c’è una squadra di tutto rispetto, che conta su Marcelo Gomèz, uno che a Tandil ha scovato vari campioni (Del Potro compreso), e altre cinque persone, fra le quali María José Gaidano, capitano del team argentino di Fed Cup.
QUATTRO CAMPI, “MA VOGLIAMO DI PIÙ”
La struttura, di proprietà del CeNARD, è stata concessa in usufrutto gratuito all’AAT, che ha contribuito al rinnovo delle strutture. Inaugurato alla presenza di Camau Espìnola, segretario allo sport del governo argentino, il nuovo centro tecnico conta su quattro campi in cemento. Molto meno rispetto a quelli a disposizione delle Federazioni modello, aiutate dai profitti dei tornei del Grande Slam, ma l’intenzione è di ampliarlo il prima possibile. “Farebbe comodo avere anche un paio di campi in terra battuta – ha spiegato Daniel Fidalgo, vice presidente della Federazione – e c’è posto a sufficienza per costruirli, senza dover convertire quelli che già abbiamo. Comunque, malgrado la nascita della nuova struttura, continua la collaborazione con altri club della zona, che ci hanno sempre messo a disposizione i loro campi in terra. Un altro obiettivo – prosegue – è quello di avere dei campi coperti. I giocatori hanno necessità di allenarsi ogni giorno e in ogni periodo dell’anno, e in Argentina il tempo non sempre lo permette. L’ideale sarebbe avere in tutto una decina di campi, ma lo spazio non ce lo permette. Tuttavia, già usare bene le risorse che abbiamo sarebbe fantastico”. Nel frattempo, si spera che il possibile cambio di governo, in arrivo con le elezioni del dicembre prossimo, non cambi le carte in tavola. “Un po’ di preoccupazione c’è – chiude Fidalgo – perché in Argentina si dice spesso che un cambio di governo debba cambiare il Paese, noi invece ci auguriamo che questa volta anche chi arriverà possa rispettare le scelte di Espìnola, che si è messo a nostra disposizione per questa iniziativa. Abbiamo finalmente un luogo e dei progetti all’altezza, sarebbe un peccato veder tutto mandato all’aria per i soliti giochi politici”.
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