Lo spagnolo è in trattativa con il torneo ATP di San Paolo. Sarebbe un ritorno al passato che darebbe il via alla seconda parte della sua carriera, più attenta alla salute fisica.
Una curiosa immagine del campo centrale del’ATP di San Paolo
Di Riccardo Bisti – 8 dicembre 2012
L’eventuale partecipazione di Rafael Nadal al torneo ATP di San Paolo andrebbe ben oltre i punti in palio. Sarebbe un’ammissione, neanche troppo implicita, che la carriera di Rafa è entrata nella seconda fase. Sette anni fa, appena maggiorenne, giocò i vari tornei della Gira Sudamericana, imponendosi a Costa do Sauipe e Acapulco. Qualche mese dopo avrebbe vinto il Roland Garros e sarebbe diventato Rafa Nadal, non più il nipote di Miguel Angel. Il nuovo ruolo gli ha imposto scelte diverse. Tanto cemento, superfici veloci e gogò e terra battuta ridotta ai mesi primaverili. Ha saputo migliorarsi fino a diventare numero 1, ma adesso sta saldando il conto. La sindrome di Hoffa e i problemi vari alle ginocchia lo tengono fermo dallo scorso 28 giugno e lo vedremo in campo – salvo sorprese – all’esibizione di Abu Dhabi. Ma sbagliando s’impara, e Rafa ha capito che i campi duri sono troppo logoranti per le sue ginocchia. E allora si prepara a un ritorno al passato: meno cemento, più terra rossa. L’anno prossimo non andrà a Dubai per tornare ad Acapulco (e non sarà felice del fatto che il torneo passerà al cemento nel 2014), e in un’intervista di qualche giorno fa non ha escluso la partecipazione ai tornei delle settimane precedenti: Vina del Mar, San Paolo e Buenos Aires. Un ritorno al passato dai mille significati. Un monito all’ATP, come a dire: “Guardate che mi sono rotto di giocare soltanto sul duro”. Visto che ogni dichiarazione di Rafa ha grande risonanza (nei giorni scorsi hanno addirittura riportato la frase: “Tornerò solo quando il ginocchio sarà completamente a posto”, già pronunciata decine di volte), l’ammiccamento ai tornei sudamericani non è passato inosservato.
Koch Tavares, società organizzatrice del torneo di San Paolo (in programma dall’11 al 17 febbraio 2013) ha ammesso di essere in trattativa con Rafa. San Paolo è l’unico torneo del circuito a giocarsi sulla terra indoor. Luis Felipe Tavares, presidente della società (e uno degli artefici dell’arrivo in Brasile di Roger Federer) ha detto: “C’è una possibilità che Nadal possa venire a San Paolo”. Senza fare nomi, ha anche aggiunto che sono aperte le trattative per portare altri top 10 a San Paolo: “Siamo in fase di negoziazione, 24 ore al giorno. Sono aperti i contatti con tutti gli agenti”. Ma è chiaro che la presenza di Nadal metterebbe in secondo piano tutto il resto. Dovesse giocare a San Paolo, potrebbe transitare da Buenos Aires prima di andare ad Acapulco, Indian Wells e Miami, ultime tappe prima della stagione sul rosso. Quella in cui Rafa vuole presentarsi al 100%. Giocare in Sud America gli consentirebbe mettere partite e fiducia nelle gambe in vista dei tornei primaverili (Monte Carlo, Barcellona, Madrid, Roma e Roland Garros). Il Brasile sta diventando sempre più importante nella geografia organizzativa: ospita le ATP Challenger Finals, dall’anno prossimo sbarcherà un torneo WTA e nel 2014 l’ATP 500 di Memphis si sposterà a Rio de Janeiro. Senza considerare i Mondiali di Calcio 2014 e le Olimpiadi del 2016. E quando scadrà l’accordo tra l’ATP e Londra per il Masters di fine anno, non è detto che il Brasile non possa inserirsi nelle trattative. Nel frattempo si godono le esibizioni: qualche settimana fa c’è stato Djokovic-Kuerten, mentre in questi giorni sono planati a San Paolo Federer. Tsonga, Sharapova, Serena Williams, Azarenka, Wozniacki e Haas.
Il possibile arrivo di Nadal compenserebbe la delusione carioca per aver perso le ATP World Tour Finals, almeno nell'immediato. Fino al 2015, l’atto finale si giocherà alla 02 Arena di Londra. Il problema – almeno per ora – sono le infrastrutture. “Siamo distanti anni luce dai principali impianti” dice Tavares. Effettivamente le esibizioni del Gillette Federer Tour si giocano nello stesso impianto delle Challenger Finals…Il presidente della Koch Tavares, tuttavia, sostiene che il sostegno del governo potrebbe dare una buona spinta e consentire a San Paolo di ospitare grandi eventi tennistici entro pochi anni. Le esibizioni di Roger Federer e degli altri campioni vanno lette in questo senso: Tavares vuole dare popolarità al tennis in Brasile e convincere le istituzioni a investire. “L’arrivo di questi giocatori avrà una risonanza anche fuori dal Brasile. Ho intenzione di portare avanti questo progetto. Ci saranno cambiamenti nel format, abbiamo tante idee”. Le iniziative non si fermano qui: dopo questo weekend (già definito “spartiacque” del tennis brasiliano), Tavares si impegnerà per elevare da 250 a 500 lo status del torneo ATP di San Paolo. Con l’arrivo di Rio de Janeiro, chissà se glielo concederanno. Ma con l’aiuto di Nadal, chissà…..
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