Abbiamo preso tra le mani la nuova racchetta di Rafael Nadal e parlato con Maxime, l’incordatore del team Tecnifibre che l’ha preparata per lui al Masters 1000 di Monte Carlo. Ecco cosa è cambiato. Si chiama Maxime ed è l’incordatore che si è occupato della (nuova) racchetta Babolat Aeropro Drive Play di Rafael Nadal al torneo di Monte Carlo. Fino a oggi, ne ha preparate 25, rigorosamente incordate a 26 kg con corda Babolat RPM Blast 1.35. A fianco, il responsabile del servizio incordatura (curato da Tecnifibre), Pierre Bouché, che ci spiega cosa è cambiato: “Semplicemente hanno variato la posizione dei buchi passacorde, in maniera da allargare lo spazio tra le varie corde, soprattutto nella zona dello sweet spot, per ottenere maggior potenza e rotazione. E’ possibile che, col passare degli anni, Nadal abbia meno forza e quindi necessiti di maggior spinta per ottenere gli stessi risultati”.
Stephane Chrzanovski, consulente che spesso affianca gli incordatori Tecnifibre, è convinto che sia variata la posizione di tutti i passacorde: “Direi che non hanno solo spostato alcune corde, ma in generale mi pare che il primo foro sia posto più in basso e, partendo da lì, sia cambiata la posizione di tutti i fori”.
Il risultato è sempre quello: maggior spazio tra le corde per ottenere “maggior spin e potenza, a costo di perdere qualcosa in termini di controllo”, come ha spiegato lo stesso Nadal.
Per adesso il telaio è pittato di nero, con la doppia riga tipica del logo Babolat in arancione. La versione definitiva la mostrerà con ogni probabilità al prossimo US Open, visto che dovrebbe entrare in commercio tra settembre e ottobre, prima del canonico periodo pre-natalizio, che dall’anno scorso è diventato il momento di lancio di tanti nuovi prodotti. Il resto del telaio rimarrà identico, una classica Aeropro Drive con il sensore Play per la cattura dei dati tecnici.
Una scelta, quella di Nadal, che conferma l’attenzione dei professionisti nei confronti del loro telaio. I giocatori di club dovrebbero prendere esempio non tanto dalle loro scelte, ma proprio dalla maniacale precisione che mostrano i pro nella preparazione della loro attrezzatura.
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