WIMBLEDON, IL PUNTO – La permanenza del numero 1 ATP ai Championships sembra appesa a un filo. Sotto di due set contro Querrey, dovrà radicalmente cambiare registro. Venus si salva contro la baby Kasatkina, il cui rovescio ricorda…Djokovic. Le lamentele di Gilles Simon, il rischio-squalifica di Serena Williams e la separazione Dimitrov-Davin.

E’ rischioso pronunciarsi adesso. Magari tra qualche ora esalteremo l’animus pugnandi di Novak Djokovic, capace di rimettere in piedi una partita che lo vedeva con un piede sul burrone e l’altro su una saponetta. Ma in un venerdì da incubo ha perso i primi due set contro Sam Querrey, peraltro dopo essere sceso in campo soltanto alle 18.50 a causa della pioggia. Forte del suo servizio-bomba e senza nulla da perdere, Querrey sta giocando al massimo e ha già sancito un primato: non accadeva da due anni che Djokovic perdesse un set nella prima settimana di uno Slam (l’ultimo l’aveva lasciato a Stepanek al secondo turno di Wimbledon 2014). Stavolta ne ha persi due e vien da domandarsi come sarebbe andata a finire se non avesse ripreso a piovere. Nel primo set è stata una battaglia di servizi, con Djokovic incapace di sfruttare tre palle break sul 5-5, poi punito nel tie-break. Ma nel secondo è uscito dal match, come non gli accade praticamente mai. Un disastro, accompagnato da un linguaggio del corpo che non lasciava presagire nulla di buono. “Sam è il tipo di giocatore che può fare qualcosa di simile – ha detto John Isner dopo il successo su Matthew Barton – ci può riuscire per come serve, per come tira il dritto e per la sua capacità di muoversi bene nonostante l’altezza”. Non è la prima volta che Djokovic si trova in una situazione del genere: dodici mesi fa perse i primi due set contro Kevin Anderson, ma poi riuscì a sfangarla in un match spezzettato su due giorni. E poi avrebbe vinto il torneo. Le somiglianze ci sono, e Anderson ha certamente più qualità di Querrey. Però questo Nole è irriconoscibile: fino ad ora non ha saputo reagire né lottare. E’ allarme rosso. Sarà la notte più lunga della sua carriera perché sa che un’occasione del genere non gli capiterà più. E’ in lizza per il Grand Slam, che potrebbe diventare Golden Slam, o magari Platinum Slam se dovesse vincere anche la Coppa Davis. Sull’Insalatiera, tuttavia, ha già informato che ha “quasi” deciso di non giocare il match contro la Gran Bretagna. Ma non crediamo che la Davis sarà al centro dei suoi pensieri quando, alle 12 britanniche di oggi, scenderà in campo con un handicap di due set. Ad oggi, vediamo solo uno spiraglio per il pessimo Nole visto fino ad ora: in questo Mezzogiorno di Fuoco troverà un avversario che, pure lui, sarà reduce da una notte di tormenti. E Sam ci è meno abituato.

 

 
PIOVE SUL MATCHPOINT, MA VENUS RESTA A GALLA
Qualcuno avrà pensato a Novak Djokovic anche durante il match precedente: la più anziana (Venus Williams) contro la più giovane (Daria Kasatkina). Classe 1980 contro classe 1997. La giovane russa, che soltanto un anno fa vinceva il torneo ITF di Caserta, ha messo in mostra un rovescio che ricorda (alla lontana, molto alla lontana) quello di Nole. E ha avuto ottime chance per rovinare la festa a Venus, che continua a sognare un grande piazzamento. E lo sogna ancora di più dopo l’eliminazione della Muguruza. Avanti di un break nel terzo (4-3 e servizio), la russa ha avuto un pizzico di paura e ha consentito la bagarre. Giove Pluvio si è voluto divertire sul 7-6, quando ha scaricato il quinto scroscio di giornata sul matchpoint per Venus. 72 minuti dopo, la Kasatkina ha tirato una tremebonda prima palla ma si è salvata grazie all’errore di Venus. Ma la prospettiva di affrontare Carla Suarez Navarro negli ottavi (e nessuna top-25 nei quarti!) ha dato la spinta giusta alla Venere Nera: 7-5 4-6 10-8 e sorrisi assortiti, anche perché adesso avrà due giorni pieni di riposo. Decisivi, quando un paio di settimane prima hai soffiato su 36 candeline. Le telecamere l’hanno sorpresa in un lungo sbadiglio prima di scendere in campo: e se fosse questo il suo segreto?

 
SIMON: “SE MI FACCIO MALE DENUNCIO TUTTI”
Non mancano le polemiche. Dopo l’infelice uscita di Bernard Tomic e l’espolosione di rabbia di Viktor Troicki, stavolta è il turno di Gilles Simon. Il francese, sconfitto al secondo turno da Grigor Dimitrov, si è arrabbiato perché lo hanno fatto giocare anche se pioveva. Lui voleva sospendere l’incontro, qualcuno giura di averlo sentito minacciare di querela il supervisor se si fosse infortunato. “Io gli ho detto che pioveva e non si poteva giocare – ha detto Simon – e lui mi ha risposto che ok, pioveva, ma che il campo non era bagnato. Era una pioggia leggera che rimaneva in aria e non bagnava il campo. Se davvero dovessi infortunarmi a causa dell’erba scivolosa, potrei citare tutti in giudizio. Capisco che si debbano tener presenti tutti i punti di vista, ma a un certo punto la situazione è diventata ridicola”. Lo sfogo di Simon (eletto nel Player Council anche per il prossimo biennio) non è rivolto solo a Wimbledon, ma più o meno tutti gli Slam. A suo dire, si cerca di mandare in campo i giocatori in qualsiasi condizione possibile. “Ad esempio, in Australia ti fanno giocare anche se ci sono 44 gradi. I dottori dicono: ‘Ok, giocate pure’. Credo che siano stati fortunati nel non aver avuto gravi incidenti e/o infortuni. Il problema è che ogni decisione è favorevole agli interessi del torneo: ti obbligano a giocare e non puoi dire niente”. Dimitrov ha difeso gli organizzatori, mentre Murray è parso più solidale con Simon. Pur comprendendo le ragioni dello show business, è difficile non dare ragione al francese. Tirare la corda potrebbe anche essere rischioso.

 
SERENA AGGANCIA LA EVERT MA HA RISCHIATO LA SQUALIFICA
E’ passata in secondo piano la gran fatica di Serena Williams per avere la meglio su Christina McHale. Ex compagne di Fed Cup (erano entrambe a Brindisi per lo spareggio contro l’Italia), hanno giocato un match davvero equilibrato per merito della McHale. In verità, occhio di falco le ha dato una grossa mano quando Serena era convinta di aver portato a casa il primo set, ma poi è stata brava a vincere il tie-break. Perso il secondo, Christina ha preso un break di vantaggio nel terzo e ha resistito fino al 4-3 in suo favore, ma poi la numero 1 ha chiuso con tre ace consecutivi. Qualche segnale di difficoltà si avverte, e un eventuale ottavo contro Svetlana Kuznetsova potrebbe nascondere qualche insidia. Nel frattempo ha vinto il match numero 299 in uno Slam, eguagliando Chris Evert e portandosi ad appena sette lunghezze dal record di Martina Navratilova. Salvo ribaltoni, dovrebbe superarla. Tuttavia, crediamo che sarebbe molto più contenta di togliersi di dosso un incubo chiamato “22”, ‘sto benedetto aggancio alla Graf che non arriva e che pare sia diventato argomento tabù in seno al suo team. Nel frattempo, per fare 300 vittorie Slam, dovrà battere Annika Beck al terzo turno. Tra l’altro, Serena ha rischiato la squalifica quando ha lanciato via la sua racchetta a un cambio di campo. Senza rendersene conto, il telaio è finito addosso a un cameraman a bordocampo. Una situazione al limite, simile a quella vissuta da Djokovic a Parigi. Ovviamente non c’erano gli estremi “morali” per una squalifica, ma in termini di regolamento…

 
E’ FINITA TRA GRIGOR DIMITROV E FRANCO DAVIN
In tanti anni di carriera, Franco Davin si era costruito una reputazione solida e importante. Aveva portato Del Potro al numero 4 ATP e a vincere lo Us Open. Senza i guai al polso, chissà come sarebbe andata. Ancora più clamoroso il Roland Garros vinto con il folle Gaston Gaudio. Lo scorso anno, un po’ a sorpresa, ha chiuso la relazione con Del Potro e in autunno ha iniziato a lavorare con Grigor Dimitrov. Suo malgrado, è andata malissimo. Il bulgaro ha raccolto una figuraccia dopo l’altra, sia come gioco che come comportamento (ricordate Istanbul?). Bene, la partnership è terminata prima di Wimbledon. Per adesso il bulgaro va avanti senza coach: qualche maligno potrebbe dire che è abbia ripreso a vincere perché non ha nessuno al suo fianco…