L'ATP 500 di Halle doveva ospitare una finale combattuta. In campo il campione eterno Roger Federer e il campione futuro, Alexander Zverev, già finalista lo scorso anno. Alla vigilia c'è chi azzarda addirittura una possibile vittoria del tedesco. In effetti, nei turni precedenti Federer aveva mostrato luci ma anche molte ombre. Spesso precipitoso, a volte falloso. Oggi niente di tutto questo. La finale non c'è stata: Federer ha dominato al punto da tramutarla in un'esibizione. A Roger sono bastati 53 minuti per sbarazzarsi, con una prestazione al limite della derisione, di Alexander. 53 minuti di drop shot deliziosi, volèe sublimi, passanti dei bei tempi che furono. 53 minuti con percentuali mostruose al servizio e soprattutto in risposta, e l'impossibilità per il tedesco di trovare una qualsiasi soluzione. Disinnescato di ogni sua arma. Tutto troppo facile per lo svizzero. Talmente troppo facile che gli capita pure di chiedere il punteggio, sul finire del primo set. Primo set che, con il 4 a 0 iniziale, ha reso subito chiara l'idea di quale fosse la trama dell'incontro. Solo un game di distrazione, il primo del secondo set, in cui concede una palla break che potrebbe dare un senso all'incontro. Roger la cancella senza alcun patema.
TITOLO NUMERO 92
Palla break che non scalfisce minimamente le certezze di Roger e non alimenta nemmeno un afflato di convinzione in Alexander. Nel mezzo di questa passeggiata di salute dello svizzero, Zverev non può che allargare le braccia, volgere lo sguardo al cielo e al suo angolo sconsolato. Zverev non può che limitarsi a raccogliere la miseria di 4 games. E attendere di stringere la mano al suo avversario. Ma sarebbe un grave errore prendere spunto da questa sconfitta per ridimensionare il giovin tedesco. Certo, ci si aspettava un match più equilibrato, ma quando ti si palesa dinnanzi una delle migliori versioni di Federer, è facile essere relegati a comprimari. Per campioni affermati e per quelli che lo diverranno, come lui. I sorrisi elargiti a fine partita, nelle parole rivolte al pubblico e allo stesso Roger, dimostrano la serenità d'animo del campioncino tedesco. Che di soddisfazioni, anche su questi campi, se ne toglierà di sicuro. Su Roger Federer che altro aggiungere? Vittoria numero 92 in carriera, terza posizione in classifica riagguantata e la sensazione che a Wimbledon possa davvero dettar legge, alla soglia dei 36 anni. L'ottavo titolo all'All England Club non è mai stato così vicino.
ATP 500 HALLE – Finale
Roger Federer (SUI) b. Alexander Zverev (GER) 6-1 6-3