Garbine Muguruza continua a perdere: soltanto un anno fa diventava numero 1 del mondo, mentre oggi non riesce a vincere due partite di fila. La qualificazione al Masters sembra improbabile, mentre il rapporto con coach Sam Sumyk pare ormai agli sgoccioli. Come si può spiegare una crisi del genere?

Ormai è crisi nera. Sono passati oltre tre mesi (Roland Garros) da quando Garbine Muguruza ha vinto per l'ultima volta due partite di fila. Non ce l'ha fatta neanche a Tokyo, in cui si è arresa – male – negli ottavi contro Alison Riske, proveniente dalle qualificazioni. A volte si ha l'impressione che abbia bisogno di una motivazione extra quando affronta avversarie sulla carta inferiori, nei primi turni di un torneo. Nel corso dell'estate, ha raccolto una serie di sconfitte inspiegabili: Strycova a Birmingham, Van Uytvanck a Wimbledon, Tsurenko a Cincinnati, Muchova allo Us Open… in Giappone si è arresa alla numero 75 WTA, onesta mestierante del circuito WTA. Vinto il primo game, ha raccolto la miseria di quattro punti nei successivi sei. Perso il primo set, ha chiesto l'intervento di coach Sam Sumyk, il quale sembra non aver più le risposte necessarie. Ha provato a darle consigli, mettere ordine nella sua testa, ma in cambio non ha ricevuto neanche uno sguardo. Apatia totale. La Riske è salita 3-0 anche nel secondo set. Durante il cambio di campo, Sumyk è nuovamente intervenuto e le ha fatto notare la velocità del suo servizio. “Non è il tuo!” ha quasi esclamato. La reazione c'è stata, ma troppo modesta per rovesciare il match. Qualche minuto dopo, il tabellone segnapunti certificava un duro 6-1 6-2, sigillato da un brutto doppio fallo. Ciò che preoccupa è l'atteggiamento di Garbine, come se quello che succede in campo non la riguardi. E pensare che soltanto un anno fa diventava numero 1 del mondo. Manteneva la leadership per quattro settimane, poi ha iniziato il 2018 in seconda posizione, con mille ambizioni. Oggi langue al numero 14, ranking che non rispecchia la sua qualità. Già a New York era parsa piuttosto nervosa. Molti si domandano perché prosegua il rapporto professionale con Sumyk, che sembra ormai esaurito. Lo ha ingaggiato a fine 2015 dopo una vita trascorsa con Alejo Mancisidor: doveva essere una svolta e, in effetti, ha fruttato due titoli Slam (Roland Garros 2016 e Wimbledon 2017). Però il 2018 sembra surreale, da quanto è negativo.

I RISCHI DELLA POPOLARITÀ
“Garbine possiede una personalità esplosiva, un carattere forte – ha spiegato a “Lavaguardia” la psicologa e psicoterapeuta Elisabeth Rusinol – ci sono persone che non hanno capacità di autrocontrollo quando sono sottoposte a un forte stress, e non sanno gestire le proprie potenzialità. Bisogna far lavorare l'intelligenza emozionale, sapere quello che hai sbagliato, saper ascoltare. Questo si chiama umiltà. Bisogna vedere che tipo di team hanno creato Muguruza e Sumyk”. Secondo la specialista, tutti sono soggetti ad alti e bassi, ma gli sportivi professionisti devono fare uno sforzo importante per avere una certa stabilità, il giusto equilibrio emotivo. Non è facile mantenerlo quando si raggiunge una certa popolarità: la spagnola vanta 691.000 fan su Instagram, 469.000 su Twitter e 460.000 su Facebook, senza dimenticare le tante apparizioni extra-tennis: le copertine sulle riviste patinate sembrano piacerle, così come la partecipazioni a eventi come la notte degli Oscar o la festa per i 30 anni di Vogue Magazine. E allora ci si domanda se la sua immagine pubblica, la sua forte esposizione, possano pregiudicare il suo rendimento sul campo da tennis. “Ci sono sportivi molto mediatici, soprattutto nel calcio – dice la Rusinol – ma non per questo non rendono. L'esposizione non riguarda l'alto rendimento. Quello dipende dalla forza mentale. Uno può essere molto mediatico ma evitare di cadere nelle distrazioni: sapere cosa fa, perché lo fa, con quale obiettivo…. soprattutto in uno sport individuale come il tennis”. Come diceva Michael Jordan, forse il più grande cestista di tutti i tempi. “La forza mentale e il cuore sono più forti di qualsiasi vantaggio fisico”. Dall'altro dei suoi 182 centimetri per 70 chili, è evidente che il problema della Muguruza non è di natura atletica. I tornei di Wuhan e Pechino profumano di ultima chiamata per una giocatrice che oggi è lontanissima dalla qualificazione al Masters. Oggi è sedicesima, a circa 800 punti dall'ultima posizione utile, occupata da Kiki Bertens. I punti a disposizione ci sono: Garbine avrà la forza di afferrarli?