Il serbo sta vivendo un periodo difficile. Deve ancora assestarsi dopo i cambiamenti di fine 2013. Per ritrovare se stesso, si è concesso un periodo di stacco tra le montagne di Kopaonik. Basterà? 
Novak Djokovic punta forte sui tornei del Grande Slam

Di Riccardo Bisti – 14 marzo 2014

 
Novak Djokovic ha una grande stima in se stesso. Non potrebbe essere altrimenti, per un ragazzo diventato uomo schivando le bombe tra stenti economici. Oggi, a 27 anni, e con 101 settimane in vetta al ranking ATP, sta vivendo un periodo di transizione. Si è presentato a Indian Wells senza aver vinto tornei nei primi due mesi dell’anno. L’ultima volta era successo nel 2006, quando non era ancora entrato tra i top-50. “In effetti non ho avuto il miglior inizio possibile, mentre negli ultimi tre avevo vinto l’Australian Open” ha detto Djokovic, che a Indian Wells ha ceduto un set ad Alejandro Gonzalez e Marin Cilic. Adesso è in semifinale grazie al buon successo su Julien Benneteau. Nelle scorse settimane, ha sentito il bisogno di tornare a respirare le sue radici. Dopo la dolorosa sconfitta contro Stanislas Wawrinka in Australia, ha radunato un piccolo gruppo di persone (i genitori, la fidanzata e alcuni amici) per qualche giorno di sci presso il Monte Kopaonik, un luogo molto importante per la sua famiglia. E’ lì che i genitori si sono conosciuti e hanno gestito a lungo un ristorante-pizzeria. Ed è anche il luogo dove ha tirato le prime palle da tennis. In realtà, Djokovic ha sempre avuto un forte legame con la Serbia. Difficile non avere un nazionalismo spiccato se hai vissuto le fratture della ex Jugoslavia. Tuttavia, era da parecchi anni che non tornava a Kopaonik. “Rimetterci piede mi ha restituito un certo senso di identità. E’ un posto molto speciale per la mia famiglia, per tanti motivi”. Nole spera che questo periodo di tregua (ha anche diffuso sui social network una foto in cui spalava la neve dal giardino di casa) gli restituisca l’istinto assassino che è tratto distintivo del suo tennis, ancor più dell’intensità espressa con dritto e rovescio.
 
“Non sto cercando di costruire una fiducia artificiale, perché ce l’ho già – ha detto Nole – gli ultimi tre mesi del 2013 sono stati eccezionali, poi ho un ottimo team di lavoro, a cui si è unito Boris Becker. Sono sicuro che sarà una buona stagione”. E’ ancora molto acceso il dibattito sulla presenza del tedesco nel suo angolo. Grande entusiasmo, grande carisma, ma nessuna esperienza specifica. Gli scettici hanno associato il difficile inizio di stagione alla presenza di Becker. Nole non ci sta, ed anzi accetta le tesi di Boris. “Se non siete alla ricerca del miglioramento, gli altri vi sorprenderanno”. Djokovic ritiene che sia impossibile mantenere un certo livello senza cercare di migliorare. “Tutto si muove costantemente, il pianeta, la nostra vita. Stiamo invecchiando e dobbiamo restare sulla strada giusta. Per questo motivo, penso di stare facendo le cose giuste”. Novak sostiene che non potrà mai tornare quello del 2011, quando ottenne tre quarti di Slam e vinse 74 partite su 83. “Non è possibile, oggi ho altri impegni e priorità diverse”. Frase strana, se a pronunciarla è un giocatore totalmente “committed” sul tennis. Ma il tempo passa anche per lui, che ha in programma di sposarsi con Jelena Ristic, fidanzata di lunga data. A suo dire, il matrimonio non sarà una distrazione, ma soltanto una benedizione. “Ma non mi chiedete la data delle nozze: non la rivelerò”. Dopo il magico 2011, Djokovic ha iniziato a giocare per la storia. Tuttavia, da allora si è aggiudicato solo due delle ultime nove prove del Grande Slam (gli Australian Open 2012 e 2013). “In effetti è un po’ poco per i suoi standard” ha detto Becker, il cui ingaggio dovrebbe servire per ottenere un salto di qualità nei momenti delicati dei match importanti. Se è vero che il rendimento di Nole non si può discutere, in effetti lo scorso anno ci sono state brutte sconfitte: Nadal a Parigi, Murray a Wimbledon, ancora Nadal allo Us Open…”E’ vero: negli ultimi due anni, in certe partite, non sono stato me stesso”. Sincerità disarmante.
 
Nel 2014 le cose non sono migliorate: a Melbourne ha perso da Wawrinka, a Dubai si è arreso a un grande Federer. “Tuttavia non sono preoccupato: entrambe le sconfitte sono arrivate per pochi punti. Significa che sto giocando bene. Purtroppo, non ho espresso il mio miglior tennis in certe fasi. Devi tirare i colpi migliori al momento giusto. Contro i più forti non hai mai la seconda o la terza chance”. Becker, che era piuttosto bravo in certi frangenti, dovrebbe trasmettergli quel che manca. A Indian Wells il tedesco non c’è: fa parte dei tornei, concordati a inizio anno, in cui ci sarebbe stato Marian Vajda. “Sarebbe stupido apportare grandi cambiamenti nel gioco di Djokovic” ha detto l’ex numero 1 ATP (per sole 12 settimane, incredibile). Tuttavia, spera che il suo neo-allievo sia più aggressivo e spenda meno energie. “Ha talento sufficiente per vincere le partite in due ore anziché in quattro. Troppa fatica nei primi turni gli può costare nelle fasi finali”. Non è un segreto che gli obiettivi principali siano gli Slam. Visto che il Roland Garros si giocherà tra maggio e giugno, Nole non ha l’obiettivo di essere al top a Indian Wells e Miami. “Ci saranno tre Slam in tre mesi, ed è allora che vorrei essere al 100%”. Dopo un po’ di anni. Il serbo deve lottare con le aspettative, sempre più importanti. Tuttavia, nell’ambiente, molti non hanno notato grosse incertezze. Secondo Paul Annacone, che lo ha affrontato diverse volte dalla panchine di Federer, non c’è più traccia del Nole ancora immaturo di qualche anno fa. “Negli Slam è sempre stato costante”. In effetti, ha raggiunto almeno le semifinali per 14 Slam di fila. La serie si è interrotta a Melbourne e gli impedirà di inseguire il record di Federer, che arrivò a 23. Un altro motivo per provare a ricaricare le batterie e ripartire daccapo, nella speranza di raggiungere quelle vette che sente di non aver ancora scalato.