Altro giro, altro ritiro. Sembra diventata la legge dello Us Open 2016 di Novak Djokovic, che si presenterà in semifinale con appena due match giocati fino in fondo, e la miseria di nove set portati a termine. Un record? Probabilmente sì, come quello delle 12 semifinali consecutive a New York, che sta avvicinando anno dopo anno. Ora è a quota 10, ma di questo passo “Jimbo” Connors verrà agganciato nel 2018. Se poi gli avversari gli rendono la via così semplice… Prima l’avambraccio di Vesely, che non è proprio sceso in campo, poi la gamba di Youzhny, capace di reggere solamente sei giochi, quindi il ginocchio sinistro di Jo-Wilfried Tsonga, che ha “rovinato” la sessione serale di martedì, ritirandosi dopo due set a senso unico, portati a casa dal numero uno del mondo per 6-3 6-2. Nel primo qualche sprazzo di buon tennis si è visto, prima il francese si facesse del male da solo con tre doppi falli nel sesto game, mentre nel secondo Djokovic non gli ha dato chance, suggerendogli il ritiro per non aggravare ulteriormente il problema al ginocchio. “È un fastidio già avuto in passato – ha raccontato Tsonga – quindi so bene di cosa si tratta e so bene che continuare in quelle condizioni non sarebbe servito a nulla, specialmente contro il miglior giocatore del mondo. Avrei avuto pochissime chance di recuperare due set di svantaggio anche senza il dolore al ginocchio, quindi ho preferito salvare il salvabile”.
Al di là dei problemi di Tsonga, Djokovic è sembrato ancora più in palla rispetto alla già facile vittoria con Edmund, segno che match dopo match sta trovando un livello sempre più alto, e la giusta intensità per ambire al titolo. “Ho avuto numerosi giorni di riposo – ha detto in conferenza stampa – per provare a raggiungere la forma migliore, e ora sento di esserci molto vicino. Qui volevo arrivare, e credo che a questo punto del torneo e della stagione la cosa più importante sia proprio essere freschi, mentalmente e fisicamente. Ho notato che nel secondo set Tsonga era in difficoltà al servizio, mi dispiace per lui, non è facile doversi ritirare ai quarti di uno Slam. Non mi sarei mai aspettato di beneficiare di tre ritiri, ma non posso fare altro che augurare ai miei avversari di recuperare al più presto, e concentrarmi sul mio tennis. Mi sono messo di nuovo nella posizione di essere a un match dalla finale”. Il prossimo avversario di “Nole” sarà Gael Monfils, che quest’anno sembra aver aggiunto allo spettacolo anche un’efficacia mai vista prima. “Mi sembra più concentrato rispetto agli anni scorsi – la “benedizione” del numero 1 ATP – e specialmente sul cemento sta giocando a un livello mai raggiunto in precedenza. È solido, non ha ancora perso un set, e questo dice molto del suo livello. Mi aspetto una dura battaglia. Adoro vederlo giocare, è uno dei pochi per cui pagherei il biglietto. Ha un grande carisma, gioca col sorriso, si diverte nel tennis e nella vita. È ciò che tutti vorrebbero essere: sempre sorridente, trasmette energia positiva. La gente lo ama per questo”.
US OPEN 2016 – Quarti di Finale Uomini
Novak Djokovic (SRB) b. Jo Wilfried Tsonga (FRA) 6-3 6-2 ritiro
La “maledizione” di Djokovic manda K.O. anche Tsonga
Novak Djokovic approfitta del terzo ritiro in cinque incontri, e approda alla sua decima semifinale consecutiva a New York con appena nove set completati. Tsonga perde i primi due poi getta la spugna per un fastidio al ginocchio. Per “Nole”, sempre più vicino al 100%, semifinale contro Gael Monfils: “Uno dei pochi per cui pagherei il biglietto”.