La storia di Carla Lucero, giovane tennista argentina rimasta coinvolta in un grave incidente stradale. Ha visto la morte in faccia, è stata 3 mesi senza camminare, ma ora sogna di tornare a giocare.
La Ruta 36, dove c’è stato l’incidente con coinvolta Carla Lucero
Di Riccardo Bisti – 13 luglio 2012
Il 9 febbraio 2012 era un soleggiato giovedì nei dintorni di Cordoba, Argentina. Carla Lucero, 21 anni, discreta tennista di Rio Cuarto (la stessa città di Agustin Calleri) si è svegliata alle 7 del mattino, poi alle 8.30 ha iniziato a lavorare. Prima la preparazione atletica, poi il tennis sono lo sguardo di coach Sandro Maggi. In mattinata scoprì che nel weekend c’era uno sciopero dei trasporti, ma aveva una gran voglia di tornare a casa perché quel fine settimana non avrebbe giocato tornei. Ha smesso di allenarsi a mezzogiorno e si è precipitata alla stazione degli autobus di Villa del Dique. In compagnia dell’altro giocatore Esteban Contreras hanno trovato un autobus alle 14.40. Non sapevano cosa sarebbe successo. “Sono salita e mi sono addormentata subito – racconta oggi la Lucero – mi sono messa un paio di file dietro a Esteban, ricordo che parlava al cellulare ma non sono sicura che avesse le cinture di sicurezza”. Ha chiuso gli occhi, poi il buio. L’autobus è rimasto coinvolto in un gravissimo incidente nella “ruta 36”, a due passi da Alcira Gigena. In direzione opposta sopraggiungeva un camion che trasportava pietre. Il conducente è stato colto da un colpo di sonno, ha invaso l’altra corsia e c’è stato un drammatico impatto frontale. Due morti e decine di feriti. “Esteban aveva l’intestino devastato. Lo hanno operato 24 ore dopo l’incidente. Aveva un’emorragia interna che non risultava dalle analisi. "Io non avevo la cintura di sicurezza, per questo sono volata via. Mi sono lussata la spalla sinistra e mi sono fratturata il piede destro. Meno male che mi hanno rimesso la spalla in sesto in poche ore, altrimenti avrebbero potuto esserci problemi più gravi”. La Lucero dice che Contreras ricorda tutto. L’uomo che siedeva dietro di lei è morto.
Dopo aver ricevuto le prime cure ad Alcira Gigena, i due baby tennisti sono stati trasportati a Rio Cuarto. Cinque giorni dopo, il giorno di San Valentino, Carla è andata a Buenos Aires. L’hanno operata all’ospedale “La Trinidad” “Da quel momento in poi ricordo quasi tutto. C’era la mia famiglia, il fidanzato, gli amici. Ho fatto fisioterapia e dopo tre settimane mi hanno tolto i punti dal piede. La ruta 36 è in condizioni pietose. Tra qualche mese dovrebbero iniziare i lavori per creare un’autostrada, ma lo dicono da anni…”. Carla è una ragazza simpatica, non ha mai perso il sorriso. Nemmeno quando è rimasta un mese su sedia a rotelle e due con le stampelle. Un paio di mesi fa ha ripreso a lavorare sul piano aerobico, e da un mesetto fa jogging sul tapis roulant. “Ma ho già iniziato a correre sulla strada. Spero di poter prendere in mano una racchetta il prima possibile. Mi servirebbe soprattutto per motivarmi. Mi hanno raccontato la storia di Muster, che è tornato più forte di prima dopo essere stato costretto su una sedia a rotelle. Mi aiuta moltissimo”.
La Lucero non è una predestinata. Difficilmente diventerà l’erede di Gabriela Sabatini, e forse nemmeno di Paola Suarez. Nel ranking ITF riservato agli Under 18 è stata al massimo numero 160. L’approccio al circuito WTA è stato discreto. Nel 2010 ha raggiunto il best ranking, accomodandosi al numero 371. Insomma, una frequentatrice del circuito minore, con tanta volontà ma senza grandi prospettive. “Mi è capitato spesso di arrabbiarmi per cose legate al tennis – racconta – ma adesso do il valore giusto alle cose. Le cose non accadono mai per caso e ti insegnano sempre qualcosa. Il giorno prima correvo tutto il giorno, il giorno dopo ero seduta su una sedia a rotelle e dipendevo da tutti. Non riuscivo a dormire, adesso vedo il sole e sorrido. Obiettivi? Vorrei giocare un torneo prima della fine del 2012. Quando succederà, sarà molto emozionante”. Le cose vanno bene anche a Esteban Contreras, le cui conseguenze – sulle prime – sembravano più gravi. Invece ha ripreso a giocare abbastanza rapidamente e nei giorni scorsi ha intascato il primo punto ATP. “All’inizio non sapevano esattamente che cosa avessi. Avevo un bruciore interno insopportabile. Adesso ho già giocato 3-4 tornei, e vedo ogni sorso d’acqua che bevo come un regalo del cielo, perché sono stato una settimana senza potermi nutrire. E’ stato terribile”. Ma oggi è tutto finito. E pazienza se qualche dritto si infrangerà in rete. La vita vale molto di più.
(La storia di Carla Lucero è stata raccontata
da Sebastian Torok sul quotidiano "La Naciòn")
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