US OPEN – Dopo un inizio sfavillante, Camila Giorgi frana in un mare di errori gratuiti e spinge la Vinci ai quarti dello Us Open. E' la seconda volta di fila.
La stretta di mano tra Roberta Vinci e Camila Giorgi
Di Riccardo Bisti – 2 settembre 2013
Nel momento in cui Camila Giorgi è piombata su tutte le prime pagine dei giornali, compresi quelli americani, il match contro Roberta Vinci si è fatto ancora più difficile. Oltre alle consuete difficoltà di una Prova del 9, avrebbe trovato una giocatrice dal tennis atipico. Il tennis della Vinci è molto particolare, lo abbiamo analizzato e “glorificato” a dovere. Ma la Giorgi non lo conosceva ancora. Per lei, robottino programmato per picchiare a più non posso, gli slice di Roberta sono diventati un virus che si è installato lentamente nel suo sistema operativo, molto complesso ma ancora in fase sperimentale. Si spiega così il 6-4 6-2 che spinge la tarantina nei quarti. Per lei è la seconda volta di fila. Un risultato eccezionale perché Roberta ha impiegato una trentina di Slam per agguantare la seconda settimana di uno Slam, almeno in singolare. Lassù si respira aria buona, e Roby non se ne vuole più privare. A maggior ragione in questo strano 2013, in cui sta giocando molto bene ma ha sciupato qualche occasione di troppo, tanto da non essere ancora riuscita a entrare tra le prime 10. “A inizio torneo c’era un mucchio di pressione, soprattutto perché avevo molti punti da difendere” ha detto la Vinci dopo un successo che le ha dato una grossa soddisfazione, giacchè aveva tutto il pubblico contro e una sfida contro la Giorgi aveva implicazioni complesse sul piano psicologico. Camila è il futuro del tennis italiano, ma Roberta si sente tutt’altro che da rottamare. E non crediamo che l’inserimento della Giorgi nel gruppo di Fed Cup sarà del tutto indolore. Karin Knapp e Nastassja Burnett hanno vissuto le loro esperienze con umiltà e con il sorriso sulle labbra. Da parte sua, la Giorgi non sembra così “compagnona”. Magari ci sbaglieremo, e a Cagliari sarà la prima a sbracciarsi per le compagne, ma la stretta di mano a fine partita è stata tutt’altro che amichevole. Corrado Barazzutti dovrà essere bravo a mediare e mantenere intatto lo spirito di gruppo che è stato il punto di forza della nostra nazionale negli ultimi sette anni, al di là di qualche (normale) rivalità sportiva.
La Giorgi è partita fortissimo, in un’ideale prosecuzione del match di sabato sera, quando ha incantato gli americani col suo tennis d’anticipo che per certi versi ricorda quello di Andre Agassi. Ha conquistato il primo break con una risposta aggressiva, rispondendo a una seconda della Vinci con i piedi abbondantemente dentro il campo. Un gran rovescio incrociato l’ha spedita sul 4-1, facendo credere a una rapida conclusione in suo favore. L’inizio-sprint della Giorgi smentirebbe le teorie di papà Sergio, secondo cui la figlia avrebbe perso principalmente per ragioni di stanchezza fisica. La verità è che la Vinci è stata brava a contenere la valanga, poi ha trovato la chiave, il “bug” del robottino Giorgi: palle radenti e velenose sul lato del dritto. Tra i due fondamentali, è il meno sicuro dell’italoargentina. Da lì sono arrivati un mucchio di errori, buona parte dei 35 totali. Un’infinità. Ogni errore della Giorgi era ossigeno mentale per la Vinci, seguita a bordocampo da coach Francesco Cinà, un po’ defilato verso la linea di fondo, mentre Sergio Giorgi era accomodato praticamente dietro la panchina della figlia. Il match è totalmente cambiato nei sette giochi consecutivi infilati dalla Vinci, dall’1-4 al 6-4 2-0. Un parziale negativo, anche così pesante, ci può stare. Ma la partita si poteva ancora rimettere in piedi. Invece Camila ha mostrato la totale assenza di un Piano B, lasciando andare in “crash” il sistema operativo fino al game over, sigillato da un dritto (l’ennesimo) in corridoio. Quando vedi che le cose non vanno come dovrebbero, devi fermarti, respirare, provare a cambiare qualcosa. Invece Camila ha continuato ad andare di corsa, assecondando i suoi ritmi frenetici. Si muove nervosamente anche quando è seduta ai cambi di campo. In questo, ricorda moltissimo Andre Agassi. Tuttavia, questo modo di stare in campo è utile quando le cose vanno bene. Se qualcosa fila per il verso sbagliato, è l modo migliore per perdere. In fretta. Il match, infatti, è durato appena un’ora. E poi non puoi dire, come ha fatto lei in conferenza stampa, che perdere questa partita "Sinceramente mi ha sorpreso".
La Vinci se la ride. A fine partita ha esultato con vigore, ma più che gioia era il sollievo per aver evitato un passaggio di consegne che sarebbe stato pesante da digerire. L’esperienza le ha dato una mano, e adesso è giunto il momento di raccogliere i frutti, magari addentando una semifinale che fino a qualche anno fa sembrava un’utopia. "In effetti non è cambiato molto negli ultimi anni, nemmeno a livello di allenamento. Semplicemente scendo in campo e ho più esperienza". Nei quarti, lo scorso anno, giocò uno dei suoi peggiori match contro Sara Errani. Stavolta attende Simona Halep o Flavia Pennetta, il cui match è stato interrotto per un violento acquazzone sul delicato punteggio di 6-2 4-5 per la Pennetta. Al rientro in campo, la rumena esordirà con un setpoint. E’ presto per dirlo, ma forse l’interruzione ha dato una mano a Flavia. Dopo un inizio eccezionale, il match stava lentamente cambiando.
LA PARTITA
Giocando una partita molto intelligente, Roberta Vinci si è assicurata i quarti di finale allo Us Open per il secondo anno consecutivo. In derby azzurro, giocando su un campo Grandstand stracolmo, la pugliese ha superato Camila Giorgi con il punteggio di 6-4 6-2. La Giorgi è partita benissimo, ma la Vinci è stata brava a non farsi travolgere dall'ondata iniziale (4-1 Giorgi nel primo). Roberta ha proseguito nel tessere la sua ragnatela e ha infilato un parziale di sette giochi consecutivi. Le è bastato restare calma e servire bene: la Giorgi ha fatto il resto, commettendo una montagna di errori gratuiti. Tutte le bordate che contro la Wozniacki le erano rimaste in campo, stavolta sono uscite. Grande gioia per la Vinci, consueta stretta di mano piuttosto fredda (ormai un 'classico' ad ogni partita della Giorgi). Nei quarti, la pugliese troverà la vincitrice di Halep-Pennetta. In caso di successo dell'azzurra, avremmo la certezza di un'italiana in semifinale allo Us Open. Il match è stato sospeso in un momento delicatissimo: la Pennetta ha dominato il primo set, ma era sotto 5-4 e 40-30 nel secondo, quando un acquazzone si è abbattuto su New York proprio prima del setpoint. Roberta Vinci prosegue nella sua marcia verso le top 10 e, perchè no, verso un clamoroso piazzamento al Masters di Istanbul.
US OPEN DONNE – OTTAVI DI FINALE
Roberta Vinci (ITA) b. Camila Giorgi (ITA) 6-4 6-2
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