La belga mostra il tennis adatto a mandare fuori palla Camila Giorgi: finisce 6-3 6-2. Per fortuna di Camila, non troppe tenniste giocano in questo modo. Ko anche la Schiavone.

Di Riccardo Bisti – 11 giugno 2014

 

Dando un’occhiata alla sfida contro Kirsten Flipkens, avremmo potuto domandarci come sia possibile che Camila Giorgi abbia ottenuto alcuni dei suoi migliori risultati sull'erba. Tre anni fa si qualificò per Wimbledon, nel 2012 colse gli ottavi e l’anno scorso un ottimo terzo turno. Il 6-3 6-2 patito dalla belga, per come si è sviluppato, ha fatto sembrare Camila una neofita dei prati. In realtà non è una questione di superficie. Semplicemente, il gioco della Flipkens è perfetto per mandarla nel pallone. Con le sue rasoiate e una tattica intelligente, la costringe spesso a giocare in condizioni di precario equilibrio. E gli errori fioccano. Era già successo nell’unico scontro diretto, sul veloce indoor di Linz. L’erba di Birmingham, su un suggestivo campo secondario (ripreso dalle telecamere in virtù del nuovo status di Premier), ha acuito certe sensazioni. Sul gioco della Giorgi si è detto e scritto di tutto. Non c’è dubbio che affronti allo stesso modo qualsiasi avversaria, su ogni superficie. Ma le avversarie non sono tutte uguali. Per sua fortuna, buona parte giocano più o meno allo stesso modo. Anche per questo, il tira-tira-tira della Giorgi le ha consentito di entrare tra le top-50 e la porterà ancora più in alto. Ma ci sono tenniste con cui va in grande difficoltà: quelle che sanno variare tagli, angoli e rotazioni. La Flipkens è una di queste. Scesa al numero 25 WTA, la belga viene da una brutta stagione. Prima di Birmingham, aveva vinto 11 partite su 24 con la semifinale di Auckland, colta a inizio stagione, come miglior risultato. Eppure oggi è sembrata un mostro, mai in difficoltà contro la Giorgi.
 
UNA SCOMMESSA AFFASCINANTE
L’unico momento di equilibrio è arrivato a inizio match, quando Camila ha rimontato da 0-2 a 2-2. Tuttavia, oltre alle difficoltà tecniche, il servizio non funzionava granchè. A fine partita avrà tirato due ace e commesso otto doppi falli. Un po’ troppi. Quella contro la Flipkens era la tipica partita in cui c’era bisogno di pensare, provare qualcosa di diverso, non permettere che l’avversaria scappasse via. Invece, dal 2-2 nel primo, la belga ha infilato un parziale di nove giochi a due. Il punteggio avrebbe potuto essere ancora più severo se la Flipkens avesse strappato il servizio alla Giorgi sul 5-1. Ma è cambiato poco: nonostante l’intervento di papà Sergio all’ultimo cambio di campo, la belga ha chiuso senza problemi ed è approdata agli ottavi. La sconfitta non deve allarmare più del dovuto: Camila ha perso soprattutto per le caratteristiche dell’avversaria. Per sua fortuna, poche giocano come la Flipkens. Le perplessità riguardano la gestione della partita, sostanzialmente uguale a 2-3 anni fa. E’ la scommessa più delicata per Daniele Silvestre, tecnico federale affiancato a Sergio Giorgi. Silvestre è un tecnico valido, attento e preparato (oltre che piuttosto giovane). Per lui è una sfida molto affascinante.
 
SCHIAVONE KO CON LA STEPHENS
La sconfitta della Giorgi ci lascia senza rappresentanti a Birmingham: in precedenza, Francesca Schiavone si era arresa piuttosto nettamente a Sloane Stephens. La milanese era sfavorita e sembrava non avere chance nel primo set, in cui si procurava anche un piccolo infortunio alla caviglia. Molto meglio nel secondo set, dove ha giocato alla pari contro la baby americana, 13 anni più giovane. Avrebbe potuto prendere un break di vantaggio sul 2-1 e magari girare la partita, ma non ha preso il largo e ha consegnato all’americana il break decisivo sul 4-4. Dalla Schiavone non ci si attende la continuità, ma può ancora infilare qualche exploit. In fondo, il suo tennis può ben adattarsi all’erba. Lo ha già dimostrato, raccogliendo i quarti a Wimbledon nel 2009. Giocare senza pressione, dopo aver recuperato un briciolo di fiducia nell’ultimo mese, potrebbe consentirle di ottenere qualche buon risultato. Sarebbe importante anche in chiave classifica, visto che quel numero 71 accanto al suo nome fa un po’ paura. Ok non restare tra le top-10, ma dover giocare le qualificazioni sarebbe un colpo piuttosto duro per chi compirà 34 anni tra una decina di giorni.