L'Australian Open di Simona Halep è pieno di suggestioni. Numero 1 del mondo, ma ancora senza Slam in bacheca, la rumena si è presentata a Melbourne nello stato di forma ideale (ha vinto il torneo di Shenzhen), ma con un tabellone molto complicato. Salvo sorprese, nella strada verso la finale dovrebbe ancora affrontare Eugenie Bouchard, Ashleigh Barty e una tra Konta e Pliskova per arrivare in semifinale. A quel punto, avrebbe l'imbarazzo della scelta: Muguruza, Sharapova, Kerber, Keys o Garcia. Il primo ostacolo è andato, ma la rumena ha vissuto un pomeriggio difficile. Vuoi per il talento di Destanee Aiava, dirompente 17enne australiana, vuoi per una storta alla caviglia in avvio di secondo set, che le ha fatto gelare il sangue. Dinamica classica, ma non così casuale: “Sul campo ho avvertito un gran dolore, ma non ho ancora potuto fare dei controlli approfonditi – ha detto dopo il 7-6 6-1 finale – vedremo domattina quando mi sveglierò, ma dalla mia esperienza non ho avuto la percezione che si sia rotto qualcosa. Il problema è sempre il solito: i legamenti”. Le caviglie hanno sempre fatto tribolare la Halep: nel solo 2017, si è procurata 5-6 storte. “Per questo sono fasciate, purtroppo sono piuttosto deboli”. Ovviamente le hanno chiesto se sarà in grado di giocare il secondo turno. “Ora non so, ma penso di sì. La salute resta la mia priorità, ma penso di farcela”. Davvero una sfortuna per una giocatrice che non riesce a coronare la sua carriera: quel vuoto-Slam pesa, e molto.
LA BOUCHARD E QUELLA STORTA DEL 2014…
Adesso se la vedrà con Eugenie Bouchard, semifinalista in questo torneo nel 2014. “Sarà un match normale, niente di speciale. So come sta giocando, ma non ci affrontiamo da parecchio". Ricorda bene, Simona, quel match. Era la semifinale di Wimbledon 2014, persa con qualche rimpianto. “Ero in gran fiducia dopo il Roland Garros, mi trovavo in buona posizione per vincere. Purtroppo mi sono infortunata in avvio di partita”. La canadese ebbe la possibilità di giocarsi la finale (persa dalla Kvitova), ma da allora non si è quasi mai ripresa. La Halep, invece, non si è persa d'animo ed è rimasta tra le migliori. Ha maturato esperienze importanti, utili contro un'avversaria che alla vigilia aveva paragonato a una giovane Serena Williams. In effetti, giocando senza paura, la Aiava è salita 5-2 nel primo set. Poi ha avuto bisogno dell'intervento del fisioterapista per un problema che lei ha descritto come “iperventilazione” dovuta all'ansia. “Anche sotto 5-2 ho pensato che il match non fosse perso. L'esperienza mi ha aiutato molto” ha detto Simona. In effetti, la Aiava non ha sfruttato le incertezze della rumena dopo la storta. Anzi, si è disunita fino a cedere nettamente. La buona notizia, per gli appassionati australiani, è che ha parzialmente ritrattato i propositi espressi qualche giorno fa, quando ha detto di volersi prendere una pausa dopo l'Australian Open. “Questi giorni li ho vissuti molto meglio. Avrò bisogno di momenti di pausa, ma adesso sono positiva. Giusto 1-2 giorni di riposo, poi di nuovo duro lavoro”. Nel frattempo, la Halep proverà a scalare il suo personale Everest, a caccia di quel successo che la Romania non ottiene dai tempi di Virginia Ruzici. Caviglia permettendo.
AUSTRALIAN OPEN DONNE – Primo Turno
Simona Halep (ROM) b. Destanee Aiava (AUS) 7-6 6-1