Nonostante le oggettive scomodità, Serena Williams ha scelto di giocare a Stanford. E’ il torneo che 12 mesi fa l’aveva “rimessa al mondo”. Esordirà stanotte contro la campionessa NCAA Nicole Gibbs.
Serena Williams in allenamento a Stanford
 
Di Riccardo Bisti – 11 luglio 2012

 
Le finaliste di Wimbledon erano iscritte ai tornei di questa settimana. Serena Williams a Stanford, Agnieszka Radwanska a Palermo. Conoscendole, molti pensavano a un forfait dell’americana e allo stakanovismo della polacca. E' avvenuto il contrario: la Radwanska si è presentata a Palermo solo per evitare la multa della WTA, mentre Serenona ha varcato otto fusi orari per presentarsi alla Stanford University, dove è in corso il primo torneo della Us Open Series. Grande sorpresa. “Probabilmente è la programmazione più frenetica della mia carriera” ha detto Serena, appena sbarcata in California dopo il doppio successo a Wimbledon. 8.000 chilometri di viaggio, tuttavia, non le hanno tolto il buonumore. “Non so esattamente dove mi trovo” ha scherzato con i giornalisti. Durante il viaggio si è guardata cinque film perché non riusciva a dormire, ma dopo la conferenza stampa si è ugualmente tuffata sul campo 10 di Stanford per la prima sessione di allenamento. Serena ha deciso di sobbarcarsi la trasferta perché nutre un affetto speciale per questo torneo. Lo scorso anno, battendo Marion Bartoli, vinse il suo primo titolo dopo i problemi di salute (anche gravi) che l’hanno tenuta lontano dai campi per un anno. Per questo scenderà regolarmente in campo, a mezzanotte ora italiana, con la wild card locale Nicole Gibbs, campionessa NCAA. “Volevo essere qui più di ogni altra cosa al mondo. Sento questo luogo come quello in cui ho ricominciato. Salire sull’aereo e venire a giocare qui è la cosa migliore che potessi fare”.
 
Serena è andata in California nonostante l’imminenza dei Giochi Olimpici, in cui sarà tra le favorite sia in singolare che in doppio. Dopo la parentesi sul cemento, tornerà a giocare sull’erba nella speranza di portare a casa un’altra medaglia dopo quelle del 2000 e del 2008. Quest’anno, inoltre, ci sarà la chance del doppio misto in cui farà coppia con John Isner o Andy Roddick. Lo stesso Roddick si è espresso positivamente su Serena. In un’intervista prima del torneo di Atlanta, A-Rod ha detto: “Serena ha dimostrato a se stessa di essere una grande campionessa. Ma era già una specialista nei grandi ritorni. Quattro o cinque anni fa era uscita dalle prime 100 ed era tornata più forte che mai”. In tutto questo l’ha aiutata il servizio, un fondamentale che l’ha denuta a galla nelle (poche) difficoltà incontrate a Wimbledon. Ne ha tirati 23 contro la Zheng, 24 contro la Azarenka, 102 in tutto il torneo. E’ anche diventata la prima ultratrentenne a vincere un torneo del Grande Slam dai tempi di Martina Navratilova, che nel 1990 vinse Wimbledon a 33 anni. Attualmente è ferma a 14 Slam, ma sogna di raggiungere la Evert e la stessa Navratilova a quota 18. E le sue dichiarazioni sono improntate all’ottimismo: “Non mi sono mai sentita bene come adesso. E’ strano, eppure è così".
 
A Stanford, ovviamente, è la testa di serie numero 1. E fa paura a tutte, a partire dalla piccola Gibbs, che le ha fatto da raccattapalle qualche anno fa in un’esibizione a Cleveland. All’epoca aveva 12 anni. Oggi ne ha 19 ed è reduce dalla splendida vittoria al 50.000$ di Denver, in cui è partita dalle qualificazioni. Sette giorni fa era numero 765 WTA, oggi è numero 403. “Sono in soggezione di fronte a Serena, è stata uno dei miei idoli d’infanzia. Sono onorata di poterla affrontare". L’imminenza delle Olimpiadi ha dato una vigorosa spallata all’entry list di Stanford: dopo Serena, ci sono Marion Bartoli, Dominika Cibulkova e Jelena Jankovic. In tutto ci sono appena sette top-50 e il cut-off è fissato al numero 116. Un po’ poco per un torneo Premier, ma agli organizzatori va bene così. Molto meglio avere Serena che sette-otto top-20 senza il nome di punta. E chissà che non possano vivere la stessa finale del 2011: Williams-Bartoli, con il successo dell’americana. Sarebbe la classica ciliegina sulla torta.