COPPA DAVIS – La Gran Bretagna conquista il punto che potrebbe essere decisivo: i fratelli Murray, scozzesi come capitan Smith, approfittano delle incertezze di Sam Groth e ormai la finale è ad un passo, 37 anni dopo. La gente di Glasgow ha fatto il suo dovere. 

La Gran Bretagna ha fatto un piccolo grande passo verso la finale di Coppa Davis. Finale che manca da 37 anni e che oggi dista un solo punto dopo il successo dei fratelli Murray nel doppio contro l'intramontabile Lleyton Hewitt e il granitico Sam Groth. Match deciso al quinto set, dopo una battaglia al cardiopalma che ha tenuto il pubblico in bilico tra l'apprensione e il visibilio. Ed è stato proprio il pubblico, festante e rumoroso, l'arma in più per i due fratelli. Troppa pressione, troppo pesante l'atmosfera sulle grandi (ma gracili) spalle di Groth, al momento di servire per rimanere in partita, sul 4-5 del quinto set. Nel bene e nel male è stato proprio Sam a indirizzare l'esito del match. Sin dal primo set. Da una parte i fratelli faticano ad entrare in partita. Jamie paga forse l'emozione, di tanto amore di un pubblico tutto assieme. Andy stenta ad esibire i suoi colpi. Dall'altra il duo australiano si affida alla potenza devastante del servizio di Sam e l'esperienza di Hewitt, che regala più di uno sprazzo del suo tennis d'annata. I primi sussulti dell'incontro già al quarto game, con due palle break per i padroni di casa. Hewitt, al servizio, salva baracca e burattini e nel game successivo approfitta, prendendo d'assalto la rete, dell'inconsistenza al servizio di Jamie. Il break è cosa fatta ed è Groth a chiudere il set, cancellando financo le insidie di due palle del controbreak. Ma da qui in poi la musica cambia completamente. Andy prende in mano la situazione, si esalta, esalta la folla, esalta il fratello. Entrano in simbiosi e cominciano ad aggredire e a collezionare vincenti su vincenti, approfittando di un Groth che comincia a scricchiolare al servizio. La coppia di casa, dopo aver brekkato al sesto gioco, pareggia i conti al nono gioco. Il terzo set è un delirio di occasioni sprecate per l'Australia. Il duo aussie rompe gli argini, approfittano di un passaggio a vuoto di Andy e fuggono sul 3 a 0.

SAM GROTH NON ALL'ALTEZZA
Ma, al momento di concretizzare, dilapidano l'impossibile. Sul 4 a 2, Hewitt serve, non chiude sul 40-15, complice anche i disastri di Groth, e lascia il via libera agli scozzesi. Sam in totale confusione cede a sua volta il servizio, ancora dal 40-15, e anche il terzo set va nelle mani dei fratelli. L'Emirates Arena è tutta in piedi. Oramai sembra una formalità, per il doppio britannico. Ed è inaspettatamente l'idolo di casa a combinare un disastro. Dopo essersi eroicamente salvati sul 4 a 5, cancellando tre set point, i Murray tolgono la battuta agli aussie e servono per il match. Murray si spegne e ci si ritrova, tra lo sgomento di tutti, al tiebreak. Groth e Hewitt che concludono 8 a 6, peraltro dopo aver annullato un matchpoint . Ma è in questo momento che la squadra e il pubblico inglese si fanno una cosa sola. I Murray ritornano in campo con la rabbia negli occhi e nel cuore. Si portano rabbiosi, subito sul 3 a 0. Non demordono, nemmeno dopo aver restituito il favore, al quinto gioco. La svolta è nell'aria. Le urla, la gioia e il rumore assordante del pubblico, sono nell'aria. E arriviamo al decimo gioco. Troppa tensione, troppa paura, troppa apprensione su Sam Groth. Non appena si ritrova a servire per rimanere nel match. Il sipario cala, c'è festa, c'è speranza, c'è gioia. La finale è ora ad un passo. E Tomic, domani, si ritroverà un Murray più determinato che mai. “Avrò bisogno di fisieoterapia e un bagno ghiacciato”. E soprattutto di questo meraviglioso pubblico.  
 

COPPA DAVIS 2015 – SEMIFINALI

GRAN BRETAGNA – AUSTRALIA 1-2

Andy Murray (GBR) b. Thanasi Kokkinakis (AUS) 6-3 6-0 6-3

Bernard Tomic (AUS) b. Daniel Evans (GBR) 6-3 7-6(2) 6-7(4) 6-4
A. Murray / J. Murray (GBR) b. Hewitt / Groth 4-6 6-3 64 6-7(6) 8-6