Più lo stadio è grande, più l’azzurra gioca meglio. Nel maxi-impianto di New Haven batte anche la Muguruza e vola in semifinale. E’ tempo per il primo titolo WTA?
Di Riccardo Bisti – 22 agosto 2014
Camila Giorgi ama i grandi palconoscenici. Non tutti sanno che campo centrale il Cullman-Heyman Tennis Center di New Haven è tra i 4-5 impianti più grandi al mondo. Con i suoi 15.000 posti, è inferiore solo all’Arthur Ashe di New York e al Centrale di Indian Wells. Per il resto, soltanto la 02 Arena di Londra e il centrale di Rotterdam hanno una capienza maggiore. Probabilmente non è un caso che Camila abbia ottenuto i migliori risultati negli stadi più grandi. A New York si è rivelata al mondo battendo Caroline Wozniacki in un’indimenticabile sessione serale. Il successo più prestigioso è arrivato a Indian Wells, quando ha battuto Maria Sharapova. Adesso sta facendo sfracelli a New Haven, nel campus universitario di Yale, una delle università più famose al mondo. Lo studio non è certamente l’attività principale di Camila, ma in questi giorni sta disegnando (anzi, insegnando) traiettorie imprendibili. Dopo Coco Vandeweghe e Caroline Wozniacki, ha superato anche Garbine Muguruza in una partita molto delicata perchè giunta subito dopo un exploit. Allo Us Open e a Indian Wells furono due italiane, Roberta Vinci e Flavia Pennetta, ad arrestare i suoi sogni di gloria. La sfida contro la spagnola (più giovane di lei meglio piazzata in classifica, 26 contro 38) sembrava la tipica buccia di banana. Invece Camila ne è uscita nel migliore dei modi, dominando il terzo set dopo aver perso il secondo. E’ finita 6-4 6-7 6-2 e i suoi tifosi recriminano per la mancata produzione televisiva del match. Nonostante sia tornata vulnerabile al servizio (ben 19 doppi falli), ha messo in un angolo un’avversaria decisamente ambiziosa.
Si sono visti 15 break su 31 game. Dando un’occhiata ai numeri, il risultato pare incredibile in virtù del numero di doppi falli e della percentuale di prime palle (inferiore al 50%). Tuttavia, la Giorgi sfugge a ogni logica numerica ed è capace di tutto. Quando ha perso il secondo set, era difficile pensare a un dominio nel terzo. E invece…Al di là del valore tecnico del successo (molto importante), la Giorgi ha superato per la prima volta una “Prova del 9”, mostrando un passo in avanti laddove – fino ad oggi – era stata deficitaria. La naturale evoluzione sarebbe il primo titolo WTA, anche se la strada è piuttosto lunga. In semifinale partirà favorita contro Magdalena Rybarikova, emersa da una lunga battaglia contro Alison Riske. Chissà, forse Camila avrebbe preferito affrontare l’americana dopo averci perso a Wimbledon. Invece ci sarà la slovacca, sulla carta meno forte rispetto alle avversarie battute finora. In caso di successo (si gioca alle 19, diretta SuperTennis) la finale sarebbe uno scoglio enorme ma affascinante, sia contro Petra Kvitova che Samantha Stosur, entrambe vincitrici Slam. Ma se c’è un impianto dove la Giorgi può esaltarsi, beh, è proprio un complesso con 35 campi (22 in cemento all’aperto, 5 in terra all’aperto e 8 indoor). Un impianto dove si respira aria importante. La semifinale, intanto, le garantisce un balzo fino alla 31esima posizione WTA. Si fosse giocato una settimana prima, sarebbe stata testa di serie allo Us Open. Se continua così, tuttavia, è solo questione di tempo.
WTA NEW HAVEN – Quarti di finale
Petra Kvitova (CZE) b. Barbora Zahlavova Strycova 6-4 6-1
Samantha Stosur (AUS) b. Kirsten Flipkens (BEL) 6-3 4-6 6-3
Magdalena Rybarikova (SVK) b. Alison Riske (USA) 7-5 0-6 6-4
Camila Giorgi (ITA) b. Garbine Muguruza (SPA) 6-4 6-7 6-2
Essere vulnerabili, e ammetterlo, è una grande risorsa
Vulnerabili lo siamo tutti, anche e soprattutto i tennisti, in un’epoca in cui la pressione per il risultato è...