Con Yale sullo sfondo, Camila supera Caroline Wozniacki. La differenza l'ha fatta la regolarità con il servizio. Il prossimo step? Battere con regolarità le giocatrici fuori dalle top-50.

Di Riccardo Bisti – 21 agosto 2014

 

Una vittoria e torna l'entusiasmo. Camila Giorgi ha esaltato i suoi sostenitori al secondo turno del Connecticut Open di New Haven, battendo in due set Caroline Wozniacki (n.11 WTA) in una sfida che sta diventando un “clasico”. I due precedenti erano terminati al terzo set, ma stavolta non c'è stato bisogno. L'italoargentina si è imposta con un netto 6-4 6-2, mostrando un tennis di ottimo livello, finalmente supportato da percentuali interessanti. E' piaciuta soprattutto al servizio, commettendo appena 3 doppi falli, pochissimi per lei. Servendo bene, e cancellando appena due palle break all'alba della partita, la Giorgi ha dominato l'avversaria mostrando il consueto arsenale, fatto di colpi giocati con grande anticipo, imprendibili da qualsiasi posizione. Senza l'ansia di lottare nei propri turni di battuta, ha giocato ancora più tranquilla e ha mitragliato la Wozniacki a suon di colpi vincenti. Alla fine saranno 31, a fronte di 26 errori gratuiti. Se il saldo è in attivo, difficilmente Camila perde. Il primo set è stato deciso da un break in avvio. Giusto il tempo di aggiustare il mirino (due palle break annullate sull'1-0, rimonta da 0-30 sul 2-1), ed è diventata inarrestabile. Ha ridotto l'inevitabile passaggio a vuoto ad appena cinque punti, quando sul 4-2 e 0-40 ha sbagliato alcune risposte e ha mantenuto in scia la danese. Per il resto, perfetta o quasi. Non è sembrata particolarmente evoluta sul piano tattico. Sembra aver assimilato qualche dettaglio, pobabilmente farina del sacco di Daniele Silvestre, ma l'impressione è che sia stata una giornata positiva e che abbia una certa compatibilità tecnica con la Wozniacki.


WOZNIACKI, NON CORRERE TROPPO!

Non bisogna sminuire il successo: è vero che la danese sarà un po' stanca dopo l'ottima campagna post-Wimbledon, dove aveva vinto 13 partite su 15 (perdendo solo da Serena Williams), tuttavia New Haven è il suo torneo preferito. Lo ha vinto quattro volte e in carriera aveva uno splendido bilancio di 24 vittorie e 2 sconfitte. A un certo punto, però, c'è stata la netta sensazione che non si dannasse l'anima per rimettere in piedi la partita. I prossimi match faranno capire se aveva davvero la testa allo Us Open, oppure perchè era frustrata dai missili di Camila. C'è una terza tesi, ancora più fantasiosa: può darsi che abbia modificato i suoi allenamenti in vista della Maratona di New York, cui prenderà parte a novembre, e che le gambe siano un tantino imballate. La corsa lunga, per uno sport di scatti e pause con il tennis, non è certo l'ideale….Con questo risultato, la Giorgi è già certa di issarsi al numero 35 WTA. Non c'è dubbio che allo Us Open sarà tra le mine vaganti, la più temuta tra le non teste di serie. Nei quarti di New Haven affronterà Garbine Muguruza, vincitrice in tre set su Shuai Peng in una partita non entusiasmante (si è trovata sotto 0-2 nel terzo, prima di vincere 6-2 3-6 6-3).


QUELLA CURIOSA STATISTICA

Al netto del particolare periodo (le settimane prima di uno Slam offrono sempre risultati particolari), la Giorgi conferma la tendenza a giocare molto bene contro le più forti, mentre va in difficoltà con le giocatrici meno note. Dando un'occhiata al suo 2014, scopriamo che ha giocato 44 partite, con un bilancio (buono) di 26 vittorie e 18 sconfitte. Le vittorie sono equamente spartite, con il seguente bilancio: 13-10 contro le top-50, 13-8 contro le over-50. Numeri quasi identici. Tenendo conto che ha raccolto scalpi di rilievo come Sharapova, Wozniacki, Cibulkova, Vinci e Suarez Navarro, pare evidente che il problema non sono i grandi match. Il problema nasce contro le avversarie meno forti, dove magari è costretta a giocare sui campi secondari, lontano dal grande pubblico. Contro le giocatrici fuori dalle top-50 deve migliorare, riducendo (e magari azzerando) le sconfitte. Solo così arriverà il definitivo salto di qualità che dovrebbe portarla in pianta stabile tra le top-20. A quel punto, potrà focalizzarsi sulle migliori e provare a batterle con continuità, non soltanto con sporadici exploit. Il prossimo match sarà una tipica “Prova del 9”, così come lo Us Open ne metterà alla prova la tenuta alla pressione, visto che dovrà difendere i 280 punti intascati l'anno scorso. Ma l'impressione è che a lei, di queste cose, non importi granchè.