Quattro ragazze, quasi coetanee, avrebbero potuto fare grandi cose. Ma infortuni e scelte di vita hanno impedito a Vaidisova, Chakvetadze, Golovin e Szavay di esprimersi appieno.
Anna Chakvetadze è stata anche numero 5 WTA
Di Gianluca Roveda – 12 febbraio 2013
Il tennis si divide in epoche storiche. I periodi (solitamente decenni) sono caratterizzati da alcune figure di riferimento, campioni di cui ci si ricorda a distanza di anni. Ci sono poi i periodi di transizione, in cui la nuova generazione cerca di fare fuori la vecchia guardia. In questo momento, le “new balls” fanno fatica ad emergere, forse perchè schiacciate dalla responsabilità di dover sostituire i mitici Fab Four. In campo femminile, tuttavia, c’è una categoria particolare, sublimata dal recente ritiro di Agnes Szavay: la “Generazione Perduta”. Si tratta di giocatrici dal grande potenziale, ancora giovani, che per un motivo o per l’altro non sono riuscite a sfondare. O almeno non quanto avrebbero potuto. Il pensiero corre a quattro giocatrici, quasi coetanee, campionesse perdute a causa di infortuni, problemi personali, scelte di vita e altro ancora.
La Generazione Perduta prende il via con Nicole Vaidisova, splendida ragazza ceca professionista già a 15 anni di età. Vincendo il torneo di Vancouver nel 2004, è diventata la sesta più giovane ad aggiudicarsi un torneo WTA. Sembrava l’ennesima campionessa Made in Bollettieri. Nata nel 1989, la Vaidisova era competitiva tra le professioniste mentre le sue coetanee sgomitavano nel mondo junior. Nel 2006 ha battuto Amelie Mauresmo e Serena Williams al Roland Garros, raggiungendo le semifinali. Quell’anno, Caroline Wozniacki giocava il torneo junior insieme a Cibulkova, Radwanska e Makarova. Nel 2007 fece altrettanto all’Australian Open fino a diventare numero 7 WTA. Dopodichè, l’oblio fino al matrimonio con Radek Stepanek. Lui è 11 anni più anziano, ma continua a giocare.
Il 2007 fu l’anno in cui emersero tre giocatrici di gran talento: Anna Chakvetadze, Agnes Szavay e Tatiana Golovin. Quest’ultima, francesina di origini russe, si è fatta notare la prima volta nel 2004, quando raggiunse gli ottavi all’Australian Open al suo debutto. Qualche mese dopo, vinse il doppio misto al Roland Garros insieme a Richard Gasquet (qualcuno parlò anche di una possibile liason). Giocava un bel tennis a tutto campo, sublimato da un dritto letale. Dopo due anni vissuti tra alti e bassi, raggiunse il suo unico quarto di finale Slam allo Us Open 2006. Nel 2007 giocò ancora meglio, vincendo gli unici tornei WTA della sua carriera e giocando un paio di finali importanti contro Justine Henin. Quell’anno finì al numero 13 WTA. Sembrava una bomba pronta a esplondere…invece gli infortuni l’hanno messa KO.
Nei momenti di maggior splendore, l’algida Anna Chakvetadze era forse l’unica giocatrice in grado di ricordare Martina Hingis per eleganza e stile di gioco. La stessa Martina ha dato il suo assenso, dicendo: “Anna è molto intelligente sul campo e ha una buona visione di gioco. Non vince le partite con un colpo in particolare, proprio come me”. Anche lei è emersa nel 2004: diciassettenne, battè Anastasia Myskina (campionessa in carica del Roland Garros) al primo turno dello Us Open. La crescita è stata lenta e costante fino al titolo conseguito a Mosca nel 2006, prodromo ai quarti raggiunti in Australia nel 2007. Dopo quel successo fece irruzione tra le prime dieci. Continuò giocando alla grande (quarti a Parigi, semifinale a New York) e qualificandosi per il Masters. Non si è ancora ritirata, ma probabilmente verrà ricordata per essere una delle poche giocatrici a vantare almeno un successo contro entrambe le sorelle Williams.
L’Ungheria è un paese senza grossa tradizione, ma pensava di aver trovato una piccola stella in Agnes Szavay, graziosa biondina dal servizio che viaggia e il rovescio da gran signora. Nel 2007, passò dall’oblio alla popolarità in pochi mesi. Giunse in finale a New Haven, dovendosi ritirare contro la Kuznetsova a causa di un infortunio alla schiena, stessa parte del corpo che qualche anno dopo l’avrebbe costretta al ritiro. Giunse ai quarti allo Us Open e collezionò una vittoria incredibile su Jelena Jankovic, rimontando da 7-6 5-1 prima di dominare al terzo. Tirò un ace di seconda sul matchpoint in quella che resta una delle più grandi rimonte nella storia della WTA. Chiuse l’anno al numero 20 dopo essere partita da 189, e venne nominata “WTA Newcomer of the Year”.
Questo curioso quartetto è stato poi bersagliato dalla sfortuna. La Vaidisova è stata colpita dalla mononucleosi a fine 2007 e la sua carriera è andata in picchiata fino al ritiro ufficiale, giunto nel 2010. Il suo patrigno disse che Nicole si era stufata del tennis “perchè ha iniziato troppo presto”; la Chakvetadze, dopo aver subito un furto nella sua abitazione di Mosca, è stata vittima di una lunga serie di infortuni. In questo momento è nuovamente ai box per un ricorrente infortunio alla schiena. Nel 2011 ha provato a mettersi in politica, e all’ultimo Australian Open ha fatto da commentatrice per Eurosport. Non è dato sapere se riprenderà a giocare; dopo aver raggiunto il top nel 2008, Tatiana Golovin si è ritirata per i cronici problemi alla parte bassa della schiena, e ha escluso un possibile ritorno; è di pochi giorni fa la notizia del ritiro di Agnes Szavay. La sua ultima stagione completa è stata il 2010. Nel 2012 ha provato a rientrare, ma i risultati non sono arrivati. Una sconfitta contro la connazionale Greta Arn allo Us Open è stata la sua ultima partita. E’ difficile dire se avrebbero potuto diventare aspiranti al trono della WTA, o magari vincitrici di Slam. Purtroppo per loro, il destino ha scelto in tutta autonomia, e non sapremo mai dove avrebbero potuto arrivare. Le ricorderemo, a distanza di anni, come la Generazione Perduta del tennis femminile.
Nicola Vaidisova quando era top 10. Oggi è la moglie di Radek Stepanek
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