COPPA DAVIS – La sensazione è che le sorti dell’Italia nel week-end di Pesaro dipenderanno soprattutto dal numero uno azzurro Fabio Fognini. Sembra una buona notizia: in nove anni di nazionale il ligure ha perso solamente un match da favorito, e sulla terra rossa vanta un incoraggiante bilancio di 12-1. Unica sconfitta all’esordio contro Gulbis.

Fabio Fognini è come una squadra di calcio per i tifosi più accaniti. Non ci sono vie di mezzo: o la si ama o la si odia. Si è visto anche a Wimbledon: chi lo adora si sta ancora lustrando gli occhi per i primi due set giocati contro Feliciano Lopez, gli altri rimarcano ancora il modo in cui si è lasciato sfuggire gli altri tre, con tanto di piccola polemica finale. Tuttavia, specialmente sulla terra battuta il ligure resta di gran lunga il miglior giocatore azzurro, e la sensazione è che buona parte della speranze italiane nella sfida di Coppa Davis di Pesaro passeranno dalle corde della sua Babolat. E anche qui, le idee possono essere ben diverse. Qualcuno storcerà il naso, ma, almeno in Coppa Davis, essere nelle mani di Fognini è una buona notizia. Lo dicono i numeri, impossibili da smentire. Da quando nel 2008 a Montecatini, durante il play-off contro la Lettonia per rimanere nel Gruppo 1, ha indossato per la prima volta la maglia della nazionale maggiore, Fabio ha tradito molto molto raramente. Il suo bilancio in singolare parla chiaro: 16 vittorie a fronte di 6 sconfitte, e diventa ancor più interessante se lo si restringe alla terra battuta, la superficie che gli azzurri troveranno sul Centrale del Circolo Tennis Baratoff, tirato a lucido per l’occasione. Sui suoi campi preferiti Fabio ha vinto 12 volte su 13, perdendo solamente quel primo match di Montecatini, contro un Ernest Gulbis al tempo superiore. Poi il bilancio è immacolato. Va detto che la gran parte delle vittorie sono arrivate da favorito, ma c’è anche una perla rarissima come i 3 set a 0 rifilati nel 2014 a Andy Murray sul Lungomare di Napoli. Lo scozzese forse non era ancora ai livelli attuali sulla terra, ma aveva comunque già vinto due Slam e in Coppa Davis diventa un osso ancor più duro, come dimostra la sua splendida corsa dello scorso anno, quando ha conquistato l’Insalatiera, da solo o quasi, vincendo tutti gli 11 incontri disputati.

DA FAVORITO UNA SOLA SCONFITTA IN 9 ANNI
Se a Pesaro si presentasse il Fognini di Napoli, l’Italia può stare super tranquilla. Il problema è che le condizioni dell’azzurro sono spesso un’incognita, specialmente in un 2016 un po’ a singhiozzo fra infortunio al costato e matrimonio con Flavia Pennetta. La sua è una stagione complicata, l’ha detto anche lui stesso nella conferenza stampa di martedì, ma chissà che un bel week-end di Coppa Davis non possa dargli la carica giusta per concludere l’anno alla grande. A Pesaro ci saranno tanti fattori che lo possono aiutare, finendo di riflesso per dare una bella mano all’Italia. In primis, come accennato, la possibilità di giocare per la nazionale, con cui ha perso un solo match da favorito, nel 2015 in Kazakhstan contro Alexandr Nedovyesov. Fu una mezza debàcle, che condannò il tricolore ai play-off per restare nel World Group, ma una giornata storta capita a tutti. Per il resto, eccetto il già citato match contro Gulbis, quando indossa la sua fascetta azzurra con la bandiera italiana (che utilizza addirittura da quando era under 12), Fognini ha perso solo da (super) sfavorito contro Soderling, Raonic, Wawrinka e Federer, sempre sull’odiato veloce al coperto. Oltre alla nazionale e alla rara occasione di giocare in Italia (che a uno del suo livello capita solo a Roma e in Davis) ci sarà la terra, la possibilità di giocare sulla lunga distanza – che non ha mai nascosto di preferire ai tre set – e pure l’aiuto di Corrado Barazzutti. La presenza in panchina dei capitani viene spesso trascurata, ma l’aiuto di una voce esterna può essere determinante, specialmente per un giocatore come Fognini che accusa molti alti e bassi e in certe situazioni va tenuto a distanza dalla lotta contro sé stesso. All’interno della squadra maschile Barazzutti ha saputo creare un clima positivo e costruttivo: a Fognini può servire.

DIFFICILMENTE SFIDERÀ DEL POTRO
Da non dimenticare pure il doppio: in nazionale Fabio non l’ha mai giocato fino al 2013, poi dopo averlo vinto nel week-end del PalaVela di Torino contro la Croazia è sempre sceso in campo, peraltro con l’ottimo bilancio di 6-2. Ha perso solo in Canada con Bracciali, nell’interminabile 15-13 al quinto contro Nestor/Pospisil, e con Bolelli a Napoli contro Murray/Fleming, salvo provvedere lui stesso all’indomani a raddirizzare una situazione che sembrava compromessa. Stavolta non avrà a fianco Simone, ma nemmeno gli argentini hanno un doppio particolarmente rodato (probabilmente Del Potro/Pella). Restano comunque una buona nazionale, piuttosto omogenea e che può contare su due ex top 10 come Juan Martin Del Potro e Juan Monaco. Pare non si guardino in faccia, ma per il bene della nazionale e la rincorsa a un titolo in Davis che sembra stregato hanno accettato il “no alle armi” imposto da capitan Orsanic. Detto del loro valore, Fognini ha comunque i mezzi per fare due punti. A patto che Del Potro non torni di colpo il giocatore che prima dell’infortunio insidiava seriamente i Fab Four, sui cinque set, sulla terra, in Italia, con Barazzutti in panchina, Fabio può farcela anche contro di lui, anche se pare probabile che i due finiranno per non incontrarsi. Del Potro non dovrebbe giocare nella prima giornata, e nella terza (visto che il capitano potrebbe schierarlo liberamente al posto di Monaco o Delbonis) sembra più sensato – al netto delle varie incognite: stanchezza dopo il doppio, rendimento degli altri argentini etc… – tenerlo per l’eventuale singolare sul 2-2 contro Seppi. Per Fabio, dunque, sembra non esserci nemmeno il “problema Delpo”, motivo in più per partire con l’obiettivo di vincere entrambi i singolari. A Monaco ha dato 3 set a 0 nel 2014 al Patinodromo di Mar Del Plata, mentre con Delbonis ha appena vinto a Wimbledon, sudando ma mostrando, quando ce n’è stato bisogno, una mostruosa differenza di qualità, talento e personalità. La stessa che gli italiani sperano di applaudire fra un paio di giorni.

TUTTI I MATCH DI FABIO FOGNINI IN COPPA DAVIS

VITTORIE: 16
2009 – Lacko, Hrbaty, Lammer
2010 – Bury, Vinciguerra
2011 – Zemlja, Bedene, Gonzalez
2012 – Capdeville
2013 – Dodig
2014 – Monaco, Berlocq, Ward, Murray
2015 – Gabashvili, Rublev
(in corsivo i match vinti a punteggio acquisito)

SCONFITTE: 6
2008 – Gulbis
2010 – Soderling
2013 – Raonic
2014 – Wawrinka, Federer
2015 – Nedovyesov