Karolina Pliskova saluta all'esordio gli Internazionali d'Italia, e lo fa… col botto! Infuriata per un pasticcio della giudice di sedia nella fase decisiva del match, invece di stringerle la mano tira tre racchettate al seggiolone, bucandolo. Su Twitter, la gemella Kristyna rincara la dose, mettendo il veto all'arbitro Marta Mrozinska.In virtù del titolo a Stoccarda seguito dalla semifinale a Madrid, c’è da scommettere che quest’anno Karolina Pliskova si fosse presentata al Foro Italico con discrete ambizioni, per cogliere un buon risultato in un torneo che non le è mai andato a genio. Invece, proprio come nel 2015 e nel 2016 si è trovata costretta a salutare gli Internazionali all’esordio, battuta dalla greca Maria Sakkari, e invece che lasciarlo in campo, il segno l’ha lasciato sul seggiolone del Pietrangeli occupato dalla giudice di sedia polacca Marta Mrozinska, diventata il bersaglio di un episodio che sta facendo il giro del mondo. Roba che se l’avesse fatta Fabio Fognini ci sarebbe una fila di moralisti pronti a invocare l’annessione della Liguria alla Francia, così da non dover più annoverare il numero uno d’Italia fra i connazionali. Le ragioni della sfuriata della Pliskova sono racchiuse nell’undicesimo game del terzo set, con la ceca al servizio sul 40-40, quando un episodio sfavorevole ha terribilmente condizionato l’esito dell’incontro. Karolina chiude il punto con un comodo smash dopo una risposta steccata dalla greca, ma la giudice di linea – sbagliando, e dal video qui sotto si vede chiaramente – valuta fuori la palla. La ceca se ne accorge solo quando la giudice di sedia chiama il punteggio, invitandola ad andare a verificare il segno. Tuttavia, siccome la giudice di linea non è in grado di indicare il segno, l’arbitro – da regolamento – non permette di farlo alla Pliskova, e la Sakkari, chiamata in causa dalla ceca, non le viene in aiuto (in seguito dirà di non aver visto con sicurezza il rimbalzo perché troppo lontana), la Mrozinska non può far altro che assegnare il punto alla greca. A quel punto la numero 5 del mondo chiede l’intervento della supervisor, che però, al termine di una lunga discussione, deve confermare la decisione dell’arbitro, obbligando Karolina a fronteggiare una palla-break.
HAWK-EYE ANCHE SULLA TERRA?
Se la ceca l’avesse salvata, tenendo il servizio, l’episodio sarebbe passato in secondo piano, invece il suo match è inevitabilmente finito sul punto conteso: con un diritto in rete ha consegnato alla Sakkari il break decisivo, e cinque punti dopo era a rete a stringere la mano all’avversaria, prima di vendicarsi rifilando tre violente racchettate al seggiolone, rompendo la plastica che lo ricopre. Un gesto degno del miglior John McEnroe, che fa ancora più rumore perché commesso da una giocatrice di solito restia a mostrare emozioni, in positivo come in negativo. L’errore arbitrale c’è, e non è disonesto pensare che le sia costato la partita, ma la sua reazione non è in alcun modo giustificabile. Come se non bastasse, a rincarare la dose ci ha pensato la gemella Kristyna, che con un tweet ha scritto di non aver mai visto nulla di peggio a livello WTA, e di augurarsi che la giudice di sedia in questione (indicando anche nome e cognome) non sia mai più designata per arbitrare un incontro suo o della sorella. Per il momento il seguito dell’incidente resta sconosciuto, ma pare scontato che per la tennista ceca sia in arrivo una multa piuttosto salata, e forse anche conseguenze più importanti (squalifica?). In attesa di saperne di più, anche se la WTA ha comunicato di non essere abituata a rendere pubblico l’ammontare delle sanzioni pecuniarie, l’episodio riapre il dibattito sulla possibilità di introdurre l’occhio di falco anche sulla terra battuta, dove a far fede è sempre e solo il buon vecchio segno. L’ha ipotizzato anche la Sakkari, ma la scelta è sempre scartata da ATP e ITF, col timore che – a causa del margine d’errore del sistema Hawk-Eye – la valutazione tradizionale del segno e quella elettronica possano talvolta trovarsi in disaccordo. Tuttavia, in uno sport abituato a tenersi alla larga da certe polemiche, e nel quale la tecnologia ha ridotto praticamente a zero l’errore umano, il rischio di cadere in certe trappole andrebbe eliminato del tutto. Si può.