L'inattesa sconfitta a Parigi Bercy azzera le speranze di numero 1 di Roger Federer. Se Djokovic vince il torneo, i giochi sono praticamente fatti. Stabiliti gli otto del Masters: dentro Berdych, Nishikori e Raonic.

Di Cosimo Mongelli – 1 novembre 2014

 

“Che io sia numero uno alla fine di quest'anno o un paio di settimane più tardi l'anno prossimo, poco importa. Ho cercato di fare tutto quello che potevo, sapevo che sarebbe stata dura sin dall'inizio e oggi Milos ha fatto tutto bene. Ora avrò una buona preparazione per Londra, mi sento bene e ne approfitterò per riposarmi e recuperare”. Roger Federer ha preso con filosofia la sconfitta, inaspettata anche se non clamorosa, contro Milos Raonic, certamente il risultato più sorprendente nei quarti di Parigi Bercy, che hanno definitivamente sancito la griglia degli otto partecipanti alle ATP World Tour Finals. Gli ultimi tre  qualificati sono Tomas Berdych, Kei Nishikori e, appunto, Milos Raonic. E' stata una partita assai poco spettacolare e dominata dal servizio. Si gioca davvero poco, senza alcun brivido o quasi. I precedenti di sei sconfitte su sei sembrano non impensierire Milos, che scende in campo concentrato e determinato come non mai. I suoi servizi viaggiano a 225 km/h di media. Gli aces (alla fine saranno 21) piovono che è un piacere. Non c'è praticamente possibilità di scambio, per Roger. Nel primo set l'unico sussulto, ad un pubblico assopito, lo regala proprio lo svizzero, quando sul 2 a 3 annulla una palla break. Ma il tie-break sembra già scritto e puntuale si presenta pochi minuti dopo. Inizia bene, Roger, che ottiene subito un minibreak. Ma è un emozione da poco. Raonic non si scompone e inanella 4 punti di fila e lo porta a casa per 7 punti a 5. Sorpresa.

RAONIC DA APPLAUSI
Se il primo set è stato una noia mortale, il secondo non è da meno. Non si vede l'ombra di uno scambio sino al 5 a 4 per Federer. Serve Raonic ed ecco arrivare, inaspettata, la prima vera occasione per lo svizzero. Una palla break che è anche set point. Niente da fare, Milos non ne vuole sapere. Ennesimo aces sopra i 220 km/h e l'effimera speranza svanisce. L’occasione persa intristisce l'animo e le gesta di Roger. Il game successivo, a conclusione di uno dei pochissimi scambi dell'incontro, un suo dritto si ferma sul nastro. E la palla break è, questa volta, per il canadese. Che imperturbabile la capitalizza con un passante da applausi (i primi davvero sentiti dell'incontro) su l'attacco, disperato, di Federer. E’ il punto del match. Si torna in campo e Milos chiude 7-5. In semifinale affronterà Tomas Berdych, venuto a capo di un difficile incontro contro l'ostico Anderson. Con questa sconfitta, Roger deve rimandare l'aspirazione di ritornare al vertice della classifica ATP. Tutto si deciderà al Masters. Tutto, o quasi, dipende da Nole. Ma in fondo, come detto da Federer, poco importa se questa clamorosa scalata si compirà quest'anno o nel 2015. E poco importa nemmeno se non avverrà affatto. La carriera e la storia di Roger il Grande non ne hanno bisogno.

 

MASTERS 1000 PARIGI BERCY

Quarti di Finale

Novak Djokovic (SRB) b. Andy Murray (GBR) 7-5 6-2

Tomas Berdych (CZE) b. Kevin Anderson (SAF( 6-7 6-4 6-4

Kei Nishikori (GIA) b. David Ferrer (SPA) 3-6 7-6 6-4

Milos Raonic (CAN) b. Roger Federer (SUI) 7-6 7-5