WIMBLEDON. Camila Giorgi si arrende nettamente alla Radwanska, ma conferma di avere delle qualità notevoli. Ora si aspettano conferme nei prossimi tornei DI LORENZO CAZZANIGA
Camila Giorgi ha raccolto 5 game contro Agnieszka Radwanska

di Lorenzo Cazzaniga – 2 luglio 2012
  
Come per la Nazionale di calcio agli ultimi Europei, una sconfitta piuttosto netta non deve far dimenticare quanto di buono si è combinato fino a quel momento. E’ quel che è capitato a Camila Giorgi, 20 anni, sconfitta nettamente da Agnese Radwanska. Un 6-2 6-3 che non lascia rimpianti ma anche un filo bugiardo per quello che abbiamo visto in campo. Il computerino polacco è quanto di peggio potesse capitare alla Giorgi, giocatrice capace di generare potenza come poche altre ma ancora troppo acerba per contrastare le variazioni di ritmo della Radwanska, brava a costringere Camila a rischiare troppo per trovare il winner. Alla fine, la Giorgi avrà messo a segno quasi il triplo dei colpi vincenti della Radwanska (27 a 11) ma anche troppi errori gratuiti (28 di cui 10 doppi falli a 6). Numeri che comunque confermano come sia stata l’azzurra a fare gioco.
 
Una predisposizione naturale al rischio, quasi mai calcolato. Un coraggio che sprofonda spesso nell’incoscienza e che, per adesso, è la sua miglior qualità e il suo peggior difetto. Perché non c’è dubbio che la Giorgi deve sfruttare le sue straordinarie capacità di accelerazione, ma nemmeno può pensare di entrare in campo contro una top 5 esperta come la polacca, pensando di poterla sfondare con ogni singolo colpo. Va bene accelerare sulla seconda morbida di Agnese, va bene cercare di mettere i piedi in campo entro due scambi, ma solo la miglior Serena può pensare di tirare winner da ogni zona del campo per un’ora e mezza. E così Camila ha mostrato le sue enormi potenzialità ma anche quelle lacune tattiche che rischiano di farla diventare una colpitrice di primissimo livello ma non una fuoriclasse. Tuttavia, va ricordato che parliamo di una giocatrice di 20 anni, appena sbarcata nella top 100 mondiale e nel tennis che conta: se saprà maturare a dovere, l’Italia potrebbe aver trovato una top 10 vera, di quelle che possono ambire ai titoli più prestigiosi non solo per le mancanze altrui.
 
Restano i dubbi sulla sua conduzione tecnica: lei si fida solo di papà Sergio. Fin qui hanno sempre operato scelte radicali ma mai troppo lineari, con continui cambi di sede, di accademie, di partner. Sergio Giorgi è quello che a inizio torneo si è rivolto alla figlia dicendole: “Negli ottavi hai la Radwanska!”, non curante del fatto che, fin qui, Camila non avesse mai giocato un match nel tabellone principale di Wimbledon. E c’è da pensare che non aver citato una possibile semifinale, fosse per lui un gesto di estrema modestia. Un tipo che qualcuno potrebbe definire arrogante in certe sue dichiarazioni, ma che certamente crede fermamente nelle possibilità della figlia, per la quale ha stabilito a priori obiettivi di livello altissimo. Non siamo certi che firmerebbe per una finale Slam o per un quinto posto nel ranking mondiale. Sergio è convinto di avere tra le mani una numero uno. E potrebbe non essere troppo lontano dalla verità.