Andrea Hlavackova è l’unica giocatrice ancora in gara in tre tabelloni. Viene dal paese dove viene prodotta una nota birra e non si accontenta di essere una forte doppista. Adesso sfida Serena.
Andrea Hlavackova ha vinto l’argento in doppio a Londra 2012
Di Riccardo Bisti – 2 settembre 2012
Nonostante abbia appena 10 milioni di abitanti, la Repubblica Ceca è un paese di tennisti. Ma c’è un’altra cosa in cui ci danno dentro: la birra. In questo campo non hanno rivali, con un consumo medio pro-capite di 131 litri, molto superiore a paesi di grandi bevitori come Germania, Austria e Irlanda. Oggi hanno trovato chi è in grado di combinare le due peculiarità del paese: tennis e birra. Andrea Hlavackova ha 26 anni e viene da Plzen, città da cui ha preso il nome la famosa birra Pilsner. Suo padre, Jan, è mastro birraio di Pilsner Urquell, marca nata nel 1842. La famiglia di Andrea ha gestito l’azienda per quasi un secolo. La Hlavackova è un’ottima doppista: insieme alla potente Lucie Hradecka ha vinto il Roland Garros 2011 e hanno conquistato l’argento a Londra 2012, una delle 10 medaglie intascate dalla Repubblica Ceca. Senza le sorelle Williams, chissà, forse sarebbe stato un oro. “La medaglia ha cambiato la percezione della mia famiglia – ha detto la Hlavackova – fino ad oggi sono sempre stata la figlia del mastro birraio, adesso le cose sono un po’ cambiate. Poi mio padre sta invecchiando, tra poco andrà in pensione”. Andrea ha le idee chiare. “Penso che sia il momento giusto per far capire alla gente che non sono una doppista. Semplicemente, sono una tennista che gioca bene sia in singolare che in doppio”.
La ceca si è presentata allo Us Open da n. 82 WTA ed è negli gli ottavi grazie a una bella vittoria su Maria Kirilenko, battuta 5-7 6-4 6-4. Non era mai andata oltre il secondo turno di uno Slam, e adesso avrà il palcoscenico del centrale contro Serena Williams. Ma intanto ha già un primato: su oltre 300 giocatori che hanno partecipato allo Us Open, è l’unica ad essere ancora in gara in singolare, doppio e doppio misto. A suo dire, il doppio è stato fondamentale per darle più fiducia per il singolo. “Mi ha permesso di giocare finali Slam, di vincere una medaglia olimpica. Mi ha dimostrato che ce la posso fare, e riuscirci in due è ancora più difficile. Questo mi aiuta. A volte scendo in campo pensando che sia un doppio, giocando tante risposte incrociate. Ovviamente è più dura, devi correre molto e ci sono tante complicazioni. Ma tante cose del doppio si possono trasportare nel singolare”. Di sicuro non ha paura: gioca un tennis super offensivo, gettandosi spesso a rete e cercando il vincente. Nelle sue partite c’è sempre un gran numero di vincenti ed errori gratuiti. Un commentatore ha scherzato (ma non troppo): “Spero che non guidi la macchina come porta i colpi”. Ma lei risponde: “Giocare aggressiva non è un rischio, è il mio gioco. Il mio unico gioco. Il vero rischio è giocare passivi”.
Fino ad oggi, la tattica non aveva pagato. Ha raggiunto la sua miglior classifica ad agosto, ma in precedenza aveva perso per cinque volte nelle qualificazioni dello Us Open. Adesso sfiderà Serena dopo aver detto, con spavalderia, di voler giocare le grandi partite. “E voglio vincerle”. Contro la Williams è quasi impossibile: non l’ha mai affrontata in singolare, ma in doppio. “La sua presenza è intimidatoria. E poi quando lei e la sorella sono a rete è impossibile passarle. Col pallonetto non c’è modo, con il passante è ancora peggio”. Oggi giocherà il doppio (con Hlavackova) e il misto (con Bhupathi), ma spera di recuperare in tempo per lunedì. “Come ho sempre fatto, puntando solo su me stessa. Negli Stati Uniti c’è molta fiducia attorno agli atleti, mentre in Repubblica Ceca devi sempre provare agli altri quanto vali: amici, parenti, avversari…a me non interessa: io credo solo in me stessa”.
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