A poco più di un mese dal licenziamento del direttore del Roland Garros, arriva un’inchiesta che coinvolge anche il presidente Gachassin. L’accusa? Aver utilizzato dei biglietti omaggio del torneo come merce di scambio, per arricchirsi e ottenere favori.Non è un momento facile per le Federazioni che ci circondano. Quella spagnola sta preparando le elezioni federali, per mettere definitivamente fine al caso dell’ammutinamento dei giocatori contro la scelta di Gala Leòn come capitano di Coppa Davis, la nostra è alle prese con la patata bollente del caso Giorgi (situazione dalla quale non ci guadagnerà nessuno), mentre la Fédération Française de Tennis deve addirittura fare i conti con la giustizia. La questione scatenante è emersa già a metà febbraio, quando si è scoperto che il presidente federale Jean Gachassin avrebbe girato all’agenzia di viaggi di un amico dei biglietti per il Roland Garros, e che questo li avrebbe rivenduti a un prezzo cinque volte più alto all’interno di un “pacchetto Vip”, offrendo in cambio al presidente un viaggio a zero spese per il Sei Nazioni di Rugby. Questi elementi hanno portato il Ministero dello Sport ad aprire un’inchiesta ad ampio raggio, affidata all’Ufficio anticorruzione della Direzione Centrale della Polizia Giudiziaria, chiamato a indagare anche su possibili conflitti d’interessi e appropriazione indebita. La relazione finale dovrebbe giungere nelle mani del ministro socialista Patrick Kanner entro il 22 maggio, data di inizio del Major parigino, ma sono già emersi alcuni dettagli. Due ispettori che indagano sulle le azioni della federazione ritengono di aver scoperto una grave violazione dell’articolo 40 del codice di procedura penale, che afferma che “ogni funzionario che venga a conoscenza di un crimine o un reato è tenuto a dare immediato avviso al pubblico ministero”. Il sospetto è che quella compiuta da Gachassin sia una pratica parecchio diffusa fra funzionari e dipendenti della FFT, che si sono a lungo coperti a vicenda, con l’obiettivo di trarre profitti economici dalla vendita dei biglietti omaggio.
ELEZIONI FEDERALI A FEBBRAIO 2017
Il Journal du Dimanche, che ha sollevato il caso, afferma di aver consultato decine di fatture e copie di assegni che attestano la rivendita di numerosi biglietti negli anni che vanno dal 1990 al 2000, a un prezzo fino a quattro volte superiore a quello standard. Un sistema che è stato parzialmente sanato con la nascita negli anni più recenti dei biglietti elettronici, ma il danno è rimasto. “I funzionari hanno diritto a cedere i biglietti omaggio, purché non lo facciano per un tornaconto personale”, ha spiegato Jérémy Botton, direttore generale della FFT. “Cercheremo di andare fino in fondo alla questione – ha aggiunto – per scoprire se realmente qualcuno ne ha tratto un beneficio economico”. E pensare che era stato lo stesso Gachassin, in una lettera del 2013 indirizzata al presidente della commissione federale Yves Milon, a denunciare alcune fragilità del sistema, proprio legate al mercato nero dei biglietti. Nella loro indagine, sulla base di udienze e denunce, gli ispettori hanno anche cercato di verificare che non siano stati usati come merce di scambio anche i biglietti omaggio che la FFT riceve annualmente dal torneo Wimbledon, sulla base degli accordi fra le due federazioni. Se ne saprà di più entro il 22 maggio. Per Gachassin la questione è doppiamente scottante, in quanto il prossimo febbraio scadrà il suo mandato, iniziato nel 2009 quando succedette a Christian Bîmes. A contendergli la sedia ci saranno il vice presidente Jean-Pierre Dartevelle, il segretario generale Bernard Giudicelli, già pronto a lanciare la propria campagna, e Alexis Gramblat, un giovane avvocato che punterà sul tema dell’etica, con l’obiettivo di denunciare e combattere le cattive abitudini del passato. Involontariamente, l’ultima questione potrebbe avergli offerto un gran bell’assist.
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