SERIE A1 – Il TC Italia centra la semifinale ma il Park Genova presenta ricorso per le dimensioni del campo. Sarà ritenuto ammissibile? Passa anche Bassano. Donne: TC Genova in finale. 
Il campo 4 del TC Italia, contestato dal Park Genova per l'esiguo spazio laterale
 
Dall’inviato a Forte dei Marmi, Riccardo Bisti – 18 novembre 2013

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“Finchè vivrò sosterrò Matteo Marrai…sosterrò Matteo Marrai…”
 
Sono passati 46 anni da quando Gianni Pettenati faceva cantare tutta Italia con la sua “Bandiera Gialla”. Non avrebbe mai immaginato che il tormentone sarebbe diventato un motivetto da stadio, nonchè uno dei cori dei tifosi del Tennis Club Italia di Forte dei Marmi. Sono un gruppo di ragazzi, molto giovani e altrettanto rumorosi, che con un tamburo e qualche trombetta danno colore alle partite interne dei campioni d’Italia. Il tifo diventa bolgia quando scende in campo Matteo, vero e proprio beniamino. Per lui era un giorno speciale: non solo un delicato match contro Gianluca Mager, ma anche 27 candeline da spegnere per il suo compleanno. Al TC Italia bastavano due punti per assicurarsi la semifinale dopo che avevano espugnato il Park Genova con un clamoroso 5-1. Sull’altro campo, Daniele Giorgini faceva il suo dovere contro un garibaldino Frederik Nielsen, desideroso di farsi perdonare dopo una brutta stagione. Si buttava a rete su tutte le palle, si è difeso fino all’ultimo, ma si è arreso col punteggio di 6-2 5-7 6-3. E allora, tra Forte dei Marmi e la semifinale-spettacolo contro l’Aniene c’era solo il punto di Marrai. Con una maglia giallo fosforescente e lo scudetto in vista sul petto, Marrai ha giocato una grande partita contro Mager, una delle rivelazioni del 2013, sostenuto a gran voce da Pietro Ansaldo e da coach Diego Nargiso. Era un punto importantissimo, poichè Giannessi e Naso sembravano leggermente favoriti su Olaso e Trusendi. Il ligure ha condotto fino al 7-5 4-2, sembrava“in controllo”. Poi, all’improvviso, il black-out. Marrai è salito a dismisura, mentre Mager si è perso in scelte tattiche sbagliate (palle corte improvvisate, troppi errori con il dritto). Quando Marrai si è aggiudicato il secondo set, Mager ha devastato la sua Head sulla terra umida di Forte dei Marmi. Si è capito che il terzo sarebbe stato un calvario. Perso il primo – lunghissimo – game, si è disunito e ha ceduto 6-1. Gioia incontenibile per Marrai, che è salito in tribuna ad abbracciare i piccoli ultras fortemarmini. Una scena bellissima, intrisa di umanità. Non sarà stata come la scalata di Pat Cash a Wimbledon 1987, e nemmeno quelle di Nadal dopo ogni Roland Garros, ma in fondo c’era tutta la bellezza del tennis. Il ragazzo nato e cresciuto in quel circolo trasmetteva la sua passione e un atteggiamento super-positivo ai giovani del posto. Il rovescio viaggia che è un piacere, il dritto è costruito ma gli ha dato un buon numero di vincenti. Inoltre, il toscano sa difendersi in ogni zona del campo. Fossimo in lui, dopo questa Serie A, un pensierino a riprovarci nel circuito ATP lo faremmo. Questo Marrai non è così distante da quello che è stato numero 263 ATP. Ha regalato una bella scena anche Mager, che dopo la doccia è andato ad abbracciare il suo presidente, disperato per la sconfitta. Era quasi in lacrime. E si è scusato per le due racchette rotte: "Sono le prime che rompo in vita mia".
 
Sul 2-0, gli altri match non avrebbero avuto più senso. Olaso, Trusendi, Giannessi e Naso sono rimasti in tuta. Forte dei Marmi in semifinale e tutti a casa, dunque? Neanche per sogno. Colpo di scena. Il Park Genova presenta un reclamo. Dopo il caso delle luci di Tarcento, gli aspetti regolamentari sono finiti nell’occhio del ciclone e nulla passa inosservato. Cosa lamentavano i genovesi? La mancata distanza regolamentare tra la linea laterale e la recinzione del campo (in questo caso, la struttura del pallone pressostatico). Prima dell’inizio del match, hanno sindacato su diversi aspetti, delusi dalla struttura. I lux sono risultati regolari (dopo i fatti di Tarcento, ci stupiremmo che qualche club possa essere colto in flagrante su questo aspetto…), mentre la verifica delle dimensioni del campo sarebbe stata fatta in modo sommario dal giudice arbitro, l’umbro Mario Malizia. La versione di Gianluca Naso: “Abbiamo chiesto ripetutamente la verifica delle dimensioni, ma non si capiva da dove doveva essere fatta: dalla linea del singolare o da quella del doppio? Abbiamo contattato quattro supervisor e abbiamo avuto risposte diverse. E poi, dove terminava il campo? Dove c’era il gradino oppure all’altezza del palo di sostegno? Sta di fatto che io ho segnato la linea immaginaria con la scarpa e sono risultati 3,15 metri dalla linea del singolare”. Il regolamento che dice? Per trovare una risposta bisogna spulciare il manuale delle regole del tennis approvate dall’ITF e pubblicate dal sito della FIT. Nell’ottava appendice (a pagina 22), si scrive "Come linea guida per le competizioni internazionali si raccomanda una distanza dalla recinzione di 6,40 metri dalle linee di fondo e di 3,66 metri da quelle laterali. Come linea guida per il gioco amatoriale e di circolo si raccomanda una distanza della recinzione di 5,48 metri dalle linee di fondo e di 3,05 metri da quelle laterali". La distanza richiesta, dunque, era sufficiente per il singolare, ma non per il doppio. La soluzione prospettata da Malizia era quella di far disputare regolarmente i singolari e poi i doppi non in contemporanea, ma sull’unico campo con le dimensioni a norma. E così, in un ambiente piuttosto teso, si è iniziato a giocare. E il clima è stato subito caldo, non solo con gli “ultrà” di casa, ma anche la rappresentativa genovese era piuttosto rumorosa e nutrita (al seguito c’era anche l’inviata del Secolo XIX, il più importante quotidiano ligure). Sul 2-0, la festa fortemarmina è stata raffreddata dalla decisione parkiota di presentare ricorso. Non sono volate parole grosse, ed anzi nessuno ha alzato la voce. Ma serpeggiava un forte nervosismo. Sulle prime, Mauro Iguera ci ha detto: “Presentiamo questo ricorso non tanto per il risultato sportivo, ma per porre l’attenzione sulla problematica delle strutture”. Al di là dell’aspetto contestato, i genovesi lamentavano la scarsità dell’impianto. In effetti, si è giocato senza raccattapalle nè giudici di linea, su due campi molto pesanti, di colore marrone scuro. Il pallone pressostatico è sostenuto da una struttura metallica che in effetti può essere pericolosa per i giocatori. Lo scorso anno, lo stesso Filippo Volandri ebbe qualche problema. Alla notizia del ricorso del Park, si è creato un clima di vivo nervosismo. Matteo Marrai non era particolarmente contento: “Non conosco le regole, quindi non entro nel merito. Però, se erano convinti delle loro ragioni, avrebbero dovuto presentarlo subito, rifiutarsi di scendere in campo e assumersi le proprie responsabilità. Non mi sembra molto sportivo farlo a partita terminata”. La pensa così anche papà Sergio, direttore del circolo. “Questo non è sport. Noi facciamo i campionati a squadre da anni e mai nessuno si è lamentato. Francamente, mi è sembrato che si attaccassero a tutto, hanno fatto verificare anche l’illuminazione. Io posso dire che solo con i soldi non si vince. Abbiamo giocato otto partite, e loro ne hanno vinta una”. Quando gli abbiamo fatto presente un’osservazione pervenuta dal clan genovese, ovvero che qualche soldo potrebbe essere investito nel miglioramento degli impianti piuttosto che sui giocatori, ha detto: “Ma nessuno hai mai presentato la minima osservazione! Pensi che la nostra illuminazione arriva a 800 lux, come quasi nessun altro club!”. Quelli di Forte dei Marmi erano piuttosto seccati. Tra i più attivi c’era Andrea Parenti, capitano e coach di Marrai, il quale ha ricordato di aver trovato una situazione ancora peggiore a Bassano del Grappa. Qualcun altro ha menzionato la partita di andata al Park: “Dove hanno un pallone pressostatico omologato per 18 persone, ma ne sono entrate molte di più. Avessimo voluto creare problemi, si sarebbero potuti chiamare i vigili del fuoco”.
 
Ognuno tira acqua al suo mulino. E’ normale. Dopo il colloquio con il Giudice Arbitro, Mauro Iguera ha riferito di aver versato la tassa per il reclamo (600 euro), che però gli è stata immediatamente restituita. Il Park dovrà effettuare il versamento entro le 14 di lunedì. “Il Giudice Arbitro non è entrato nel merito del ricorso, quanto sulle modalità. A suo dire, doveva essere presentato entro 30 minuti dalla presa coscienza dell’argomento del ricorso, mentre per noi era sufficiente farlo entro 30 minuti dalla fine dell’incontro”. Dando un’occhiata ai regolamenti federali, ci si imbatte in un labirinto senza uscita. In effetti, l’articolo 45 del Regolamento dei Campionati a Squadre dice che i reclami devono essere presentati entro 30 minuti da quando si apprende il motivo del reclamo. E’ così sia per le vicende tecniche che per quelle organizzative, economiche e morali. Difficile capire in quale contesto possa essere inserito l’oggetto in questione. Leggendo il Regolamento di Giustizia, sembrerebbe che Malizia abbia ritenuto inammissibile il ricorso. Non si spiega altrimenti la restituzione della tassa-reclamo. In quel caso, entra in ballo il Commissario di Gara Nazionale, la cui decisione è inappellabile. Tuttavia permane un dubbio: Malizia ha restituito la tassa perchè non era in grado di decidere sul reclamo, oppure perchè lo ha ritenuto irricevibile per difetto di requisiti? In quel caso, il Commissario di Gara farebbe altrettanto. Nella concitazione, nessuno ha capito. Ad ogni modo, non ci sarà molto da attendere: il Commissario di Gara deciderà entro martedì. La nostra ricostruzione, al di là delle opinioni delle squadre, è che il ricorso genovese sarà preso in esame solo se Malizia ha dichiarato di non essere in grado di prendere una decisione. In caso contrario, non sarà neanche considerato. L’articolo 45 – Comma 5 del Regolamento dei Campionati a squadre parla chiaro: “Il Commissario di gara dichiara irricevibili i reclami che non siano stati presentati anche al Giudice arbitro o che dallo stesso siano stati dichiarati irricevibili per difetto dei requisiti (termine, forma scritta, tassa, ecc.), salvo il caso della giustificazione del ritardo per la quale il reclamo è presentato direttamente al solo Commissario di Gara”
 
La storia non è simpatica e rischia di mettere in secondo piano una vicenda sportiva che aveva dato un esito piuttosto chiaro. Pur senza Fognini, il Park Genova aveva perso piuttosto nettamente. “Dobbiamo prendercela con noi stessi per la sconfitta interna contro Crema – ha detto Iguera – il campionato lo abbiamo perso lì, non certo oggi. I miei ragazzi avevano parlato di sfortuna dopo la gara d’andata, ma io non ci sto. E’ vero che i doppi sono stati persi in modo rocambolesco, ma se finisce 5-1 c’è poco da recriminare”. Quando gli abbiamo chiesto quanto fosse grande l’amarezza, ha riconosciuto: “Molto. Noi volevamo vincere lo scudetto in tre anni. L’anno scorso abbiamo fatto quello che dovevamo, perdendo nei play-off. Quest’anno volevamo qualcosa di più. Peccato per alcune circostanze negative. Spiace che un campione di Wimbledon come Nielsen, che avrebbe dovuto essere imbattibile in doppio e ottimo in singolare, abbia perso tutte le partite”. Comunque vada la vicenda regolamentare, lo sguardo è già al futuro. “Dobbiamo rinforzarci. Sappiamo che l’anno prossimo potremo contare su Fognini solo nelle fasi finali, perchè il suo status di top-30 ATP gli impedirà di giocare la Regular Season. L’obiettivo è acquistare un numero 1 alternativo a Fognini, che venga sempre e ci consenta di dare respiro a Naso e Giannessi, anche per prevenire gli infortuni. Vivai? Torneranno utili i soliti Sanna e Wellenfeld, poi c’è il preziosissimo Gianluca Mager e un altro ragazzo molto interessante nell’orbita di Diego Nargiso: si chiama Kevin Albonetti. Ansaldo? No, lui diventerà ‘8+’ solo nel 2015. Sa qual’è la cosa incredibile? Che potrebbe essere schierato come vivaio dai cugini del Tennis Club Genova!”. A proposito di TC Genova, era impossibile non chiedere a Iguera un’impressione sulla cavalcata delle biancorosse in A1 femminile, senza contare che l’anno prossimo saranno anche in A1 maschile. Non è che vi dà un po’ fastidio? “Per nulla. Io sono socio da sempre al Tennis Club Genova, poi solo nel 2003 è iniziata la mia avventura al Park. Inoltre sono in rapporti straordinari con la dirigenza, dal presidente Lercari alla famiglia Messina. Con loro abbiamo progetti comuni, non ultimo quello di chiedere di organizzare le Finali di A1 a partire dall’anno prossimo. Sarebbe un bel coronamento per una città con tre squadre in A1. Le dirò di più: se sarà possibile, potrei andare a Rovereto a sostenere il TC Genova nella finale femminile”. Il circolo virtuoso del tennis genovese sembra inarrestabile: se il TC Genova maschile è salito in A1, il Park vuole giocare una A2 femminile da protagonista per salire in massima serie nel 2015. “Ci teniamo molto – ha concluso Iguera – anche perchè abbiamo un vivaio femminile straordinario: Costanza Pera, Debora Ginocchio e la piccola Camilla Ceppellini. Il team di A2 avrà Annalisa Bona, Sofia Peroncini e Susanna Mussi, cui sarà affiancata una giocatrice molto forte, la nostra nuova numero 1”. La motivazione sembra enorme. Forse perchè, dopo due sconfitte consecutive nel catino di Forte dei Marmi, quelli del Park non vorranno più sentirsi cantare “Non vincete mai…Non vincete mai…” come hanno cantato gli ultras fortemarmini.
 
I fatti di Forte dei Marmi, con il loro impressionante carico di emotività, hanno messo in secondo piano una giornata molto emozionante soprattutto nei play-out. Nei play-off, sono bastate meno di due ore alla Società Tennis Bassano per sbrigare la pratica Casale e volare in semifinale contro il TC Crema. I veneti diventano favoriti per il titolo finale, perchè ritroveranno Andreas Seppi e Jesse Huta Galung. Che la sorte abbia cambiato direzione? Emozioni a non finire nei play-out, con ben due doppi di spareggio. A Roma, l’eterna sfida tra Parioli e Palermo è andata ai romani grazie ad Arnaboldi-Dustov, vincitori su Cecchinato-Giacalone dopo oltre otto ore di battaglia. Enorme amarezza per i siciliani, che erano avanti 3-1 dopo i singolari e adesso avranno un play-out piuttosto delicato contro il TC Cagliari. Altra sfida infinita a Trento. Il team di Renzo Monegaglia mantiene la superiorità regionale, ma contro il CT Rovereto è stata durissima: ci sono voluti Grigelis-Bellotti per superare Ager-Holzer al doppio di spareggio. Il team di Gianfranco Barbiero, tuttavia, guarda con ottimismo allo spareggio contro il Circolo Tennis Barletta. E chissà che l’anno prossimo, con i nuovi regolamenti, non possa essere decisamente più competitivo. A Tarcento, nel campo più “famoso” di questa Serie A1, la notizia non è tanto il 3-1 con cui il TC Udinese ha superato il Club La Meridiana (costretto a un derby emiliano contro il Castellazzo: sono favoriti ma non devono abbassare la guardia), quanto la silenziosa e ironica protesta dei friulani. Dopo la vittoria, si sono fatti riprendere con uno striscione “A quelli che…come noi piace vincere sul campo!!!” E tutti indossavano occhiali scuri. L’allusione, ovviamente, era ai fatti del 26 ottobre e la frecciata era rivolta al Tennis Club Crema. Quell’episodio non è stato digerito. 





SERIE A1 FEMMINILE

 
Grande gioia al Tennis Club Genova: la finale è conquistata

Non sarà famoso come Nick Bollettieri o Larry Stefanki, ma Marco Lubrano è un coach che ha lasciato il segno. Sarà un caso, ma quando dirigeva il Centro Tecnico di Valletta Caani liguri hanno raccolto 20-25 titoli nazionale, ricordo con piacere soprattutto le tre Coppe Lambertenghi e il titolo europeo Under 16 di Pietro Ansaldo”. Dopo tanti successi con i giovani, il capitano del Tennis Club Genova è a un solo match del centrare finalmente uno scudetto “dei grandi”. E sarebbe l’anno giusto, visto che nel 2013 lo storico club biancorosso compirà 120 anni. Per vincere il girone e centrare la finale di Rovereto, sarebbe bastato un pareggio contro il Tennis Club Parioli. Ma hanno voluto fare le cose in grande, infilando un terrificante 4-0 che esalta un ambiente di 200 persone che ha accompagnato Brianti e company verso il quinto successo in sei partite. “Dobbiamo essere onesti: il Parioli non era al massimo, conosciamo bene le loro sfortune – attacca Lubrano – la loro numero 3 era inferiore, mentre credo che Martina Caregaro fosse al rientro dopo un lungo stop, quindi non poteva essere competitiva contro la Jani. E anche la Burnett era al secondo match dopo una pausa, ma devo fare i complimenti ad Alberta Brianti, che ancora una volta ha fatto la differenza”. Quando il TC Genova ha firmato il punto del 2-0, giocatrici e staff tecnico si sono abbracciati lungamente e si sono presi un lungo applauso. “Di quelli veri, calorosi, spontanei” dice con orgoglio Lubrano. L’appuntamento, dunque, è a Rovereto. L’avversaria uscirà dallo spareggio tra Tennis Club Prato e Club Nomentano.
 
Per il TC Genova è meglio un “One Woman Team” come il Nomentano, dove la Knapp è irraggiungibile ma le altre sono un gradino sotto, oppure una squadra compatta come Prato? “Ci sono ostacoli in entrambi i casi. La Knapp è pericolosa perché può garantire due punti, e poi in caso di 2-2 ci sarebbe un altro doppio…si, noi abbiamo vinto il doppio nella Regular Season, ma sul veloce può cambiare qualcosa. Prato è forte, ci sarebbe bisogno di una grande prestazione da parte nostra. Credo sia difficile in ogni caso, prevedo una finale da 50 e 50”. A Genova si ride: dal presidente, al consigliere addetto, alle giocatrici, tutti parlano di un grande gruppo come segreto che ha fatto la differenza. L’ultimo scudetto del TC Genova risale al 1998, quando un team pieno di straniere, ma con una grande Gloria Pizzichini, vinse un bel titolo. “All’epoca non avevo rapporti diretti con il club – continua Lubrano – stavo a Valletta Cambiaso e lavoravo per il Comitato Ligure, ma di quella squadra faceva parte Valentina Mortello, sorella maggiore di Giorgia, quindi c'è un filo conduttore che lega i due team. Un eventuale scudetto avrebbe un posto speciale nella mia carriera di tecnico, sia perché si tratta di una gara a squadre, sia perché dopo tanti successi con i giovani, mi piacerebbe aggiungerne uno con i senior”. Il TC Genova ha confermato, qualora ce ne fosse bisogno, come la compattezza e l’attaccamento alla causa possa essere più importante di una rosa altisonante. In fondo, non hanno neanche una giocatrice tra le top-200. Ma nelle gare a squadre contano altri valori.
 
Chi può contare su una grande giocatrice è il Club Nomentano, che grazie alla serietà di Karin Knapp ha infilato un trittico di vittorie che ha consentito di strappare il secondo posto al Tennis Club Prato. Non cambia granchè, se non la possibilità di giocare in casa l’eventuale doppio di spareggio. A Beinasco, la grinta di Anastasia Grymalska ha soltanto rinviato il successo delle romane, con la Knapp brava a rimontare un set a Beatriz Garcia Vidagany. Nell’ultimo match di giornata, va rimarcata la serietà del Tennis Club Cagliari. Senza più niente da chiedere, le sarde hanno rifilato un netto 4-0 al Tennis Club Mestre, che dunque saluta la Serie A1. Le venete speravano di fare miracoli con Remondina e Lizarazo, ma Floris e Giovine sono state più brave. Il TC Cagliari finisce con 10 punti e c'è quasi un pizzico di rammarico per un play-off mancato. Ci avessero creduto di più, chissà….Spiace per il TC Mestre, che più di altri merita un grosso in bocca al lupo per un pronto ritorno in A1 (il DS Pasquale Marotta è uno dei migliori dirigenti italiani), mentre la seconda retrocessione sarà stabilita da un match-dramma tra Beinasco e Parioli. Tra infortuni e convalescenze, le romane rischiano qualcosa. Sarà un match tutto da vivere: nel girone, il 13 ottobre, vinse 3-1 il Parioli, ma scesero in campo due squadre piuttosto diverse da quelle che vedremo il 24 novembre e il 1 dicembre. Anche questo è il bello della Serie A1.