FED CUP – Un semplice 6-4 6-2 contro l’incostante Lucie Safarova regala l’1-0 all’Italia. “Non ho giocato bene, ma ho saputo gestire le situazioni”. Sul piano mentale c’era una differenza abissale. 
Sara Errani sta gestendo bene il nuovo ruolo di numero 1 azzurra
(Foto Costantini – FIT / E' di Costantini anche la foto in home page)


Dall’inviato a Palermo, Riccardo Bisti – 20 aprile 2013

 
Chissà se Lucie Safarova conosce Dalibor Sirola, preparatore atletico di Andreas Seppi. Sotto la sua guida, l’azzurro è migliorato in modo sostanziale sul piano fisico, togliendosi di dosso una naturale rigidità e conquistando una notevole scioltezza. Se Seppi era rigido, la ceca è un pezzo di legno. A 26 anni ha ancora il tempo di compiere un salto di qualità, ma deve decidersi a cambiare qualcosa. Da quando è professionista, gioca sempre allo stesso modo. Il suo è un tennis a strappi, fatto di fiammate e incredibili buchi neri. Sara Errani ne ha approfittato, vincendo con un netto 6-4 6-2 e regalando all’Italia il primo punto nella semifinale di Fed Cup. Non c’erano grossi dubbi sullo sviluppo tattico del match: al massimo si poteva temere una Errani un filo appannata dopo tre settimane di inattività, dopo che nei primi tre mesi aveva giocato moltissimo. In effetti non era al 100%, ma tanto è bastato per vincere la partita. Sembra un paradosso, ma il match è dipeso soprattutto dalla ceca. La bionda di Brno, città della mitica pista del motomondiale, è partita in modo disastroso. Ceduto il primo servizio a zero, sembrava annegare sulla terra palermitana, così diversa dal sintetico di Ostrava e Praga, dove aveva tirato fuori prestazioni straordinarie. I campi veloci nascondono dei difetti che sulla terra vengono inesorabilmente a galla. Per la verità, la Safarova era anche riuscita a trovare una falla nel tennis della Errani. Con il dritto lungolinea ha trovato un varco alla destra della Errani, conquistando un buon numero di vincenti. Anche il rovescio incrociato dava buoni frutti, mentre la Errani si limitava a palleggiare e a crescere punto dopo punto. Il primo set si è vissuto a specchio: cinque break nei primi cinque game, nessuno nei successivi cinque. Nonostante tutto, la ceca ha pochi rimpianti: sul 4-3 è stata 15-30 sul servizio dell’azzurra, poi ha cancellato un setpoint nel game successivo (ottima giocata, chiusa da uno smash a rimbalzo). Sul 5-4 è venuta fuori tutta la fragilità della Safarova: sotto 40-0 con due pallacce in risposta, ha cancellato tre setpoint consecutivi ma non è riuscita a completare la rimonta. Appena lo scambio si allungava, la Errani dominava.
 
Se la ceca affiancasse, a due notevoli colpi da fondo, un’elasticità muscolare accettabile, sarebbe tra le prime 10. E non è un mostro di tenuta mentale: non si contano gli errori grossolani, palle sparate out di metri. Dopo aver sciupato diverse occasioni nel primo set, si è sciolta nel secondo. Da parte sua, la Errani ha continuato a fare il suo gioco, pur senza esaltare. Per intenderci, ha tirato la prima palla corta solo al nono game. Di solito è un’arma che usa più spesso. “Infatti dire che qualcosa ha funzionato a dovere è un parolone – ha detto l’azzurra –. Non è stata una bella partita, credo di averla gestita bene sul piano comportamentale, dell’atteggiamento. Il gioco non era al 100%. Contro le mancine non è facile giocare, ho sempre avuto qualche problema. Non sono tanto le rotazioni a mettermi in difficoltà, è un discorso tattico: mi piace spostarmi sul dritto e spingere sul rovescio dell’avversaria. Contro una mancina è il contrario, quindi dovevo pensare punto su punto su cose che di solito faccio in automatico”. La Errani rifiuta di parlare di stato di forma, di preparazione finalizzata al Roland Garros. “Se dovessi pensare a Parigi e focalizzarmi su quello, penso che sarebbe il modo peggiore per prepararlo. Io mi alleno giorno per giorno con l’obiettivo di essere al 100% di quello che posso dare. Inoltre sono consapevole del fatto che le cose possono cambiare radicalmente, addirittura giorno dopo giorno”. Il campo è piuttosto lento, proprio come lo volevano le azzurre. “A dire il vero, oggi mi è sembrato più lento dei giorni scorsi, forse perché mi sono abituata. Ripeto: oggi ho vinto perché, pur giocando così così, sono riuscita a gestire la situazione”. Il grande merito della Errani è stato quello di togliere tensione agonistica al match: le corride sono sempre pericolose, invece la Safarova si è spenta in avvio di secondo set ed era onestamente demoralizzata. Adesso c’è Vinci-Kvitova, match che stabilirà il destino di questo match: facile vittoria o sofferenza fino all’ultima palla?